mercoledì 15 gennaio 2025

Recensione a "Prima di essere prìncipi" di Niccolò Agliardi

 


Genere: Narrativa
Editore: Salani Editore
Data d'uscita: 22 Ottobre 2024
Pagine: 179
Prezzo: eBook 9,99 - cartaceo 16,05

 
 
 
 
 
Una notte come poche, in cui la bellezza, discreta e radiosa, si offre a chi è capace di coglierla, a chi tiene gli occhi aperti. Tre uomini, seduti intorno a un tavolo, immersi in una conversazione che non teme la profondità, pronti a scambiarsi verità che forse non sanno nemmeno di possedere. Tre uomini di età tanto diverse, accomunati da una sete inesausta di senso e dal bisogno incessante di porsi domande. Niccolò compirà cinquant'anni a mezzanotte. Per lui è giunto il momento di fare i conti con i suoi sogni: quelli realizzati, quelli caduti e persi, e quelli appena nati e pronti a prendere forma. Davanti a lui, suo figlio Sam, con i suoi vent'anni straripanti e un passato doloroso che non smette di bruciare. Come trovare il proprio posto in un mondo così difficile da interpretare? Come sentirsi precisi di fronte all'esistenza? A tentare una risposta è l'uomo che, molti anni prima, con una lettera scritta quando Niccolò era ancora un ragazzo, era già uno dei più grandi cantautori italiani: Roberto Vecchioni – artista, padre, maestro. Uno di fronte all'altro, con i desideri, le paure e le certezze provvisorie di tre diverse generazioni, danno vita a un dialogo che non fa sconti, che non arretra nemmeno di fronte ai temi più incandescenti e che, pagina dopo pagina, diventa un inno al potere della parola capace di far luce nel buio di chi è perennemente alla ricerca di se stesso.
 
 
 
 
 
 

 

Un dialogo tra padre e figlio; un dialogo che ci racconta come nella vita passiamo attraverso sogni, idee, speranze, illusioni e delusioni.

Un viaggio, quello della vita, che fin dai tempi leopardiani ci è stato raccontato in modo diverso, con diversi accenti e che in questo libro Niccolò Agliardi ci ripropone attraverso un dialogo immaginario padre-figlio, a cui assiste Roberto Vecchioni.

 

«Forse è lo stesso uomo che, consapevole dell’indipendenza del figlio diventato ormai adulto – ma che nel suo cuore di padre resterà sempre “un piccolo ragazzo” – lo lascia andare per la sua strada, libero anche di sbagliare. Eppure anche se a distanza continuerà a vegliare su di lui, silenzioso e presente. Per sempre.»

 

In un dialogo che ci prende e ci cattura fino alla fine, Agliardi ci racconta di come un genitore si metta in discussione, perché quello è “un mestiere” che non si studia, e di come anche essere figli si diventi poco alla volta.

Una lettura molto attuale, che rispecchia anche la crisi di due generazioni, una, che ormai cinquantenne vede i suoi fallimenti e l’altra, alle soglie di una vita virtuale che domina il reale.

 


 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito il cartaceo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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