lunedì 6 maggio 2024

Recensione a "Le Mooners: Tre sorelle e tanti guai" di Laura Gaeta

 



Genere: Romance Contemporaneo
Editore: Hope Edizioni
Data d'uscita: 2 Maggio 2024
Pagine: 385
Prezzo: eBook 3,99 - cartaceo 14,16

 
 
 
 
 
 
Essere adulte è davvero complicato, soprattutto quando la vita ti mette a dura prova.

E le sorelle Mooners lo sanno bene.



A seguito di un tragico evento, Aldrin, Armstrong e Collins Mooners hanno dovuto lasciare alle spalle i sogni della loro fanciullezza e provare a ritagliarsi un proprio posto nel mondo.



Aldrin, la più giovane, è una ragazza esuberante e un po’ (troppo) scapestrata, perenne fonte di preoccupazione per le altre due sorelle, a causa delle sue decisioni istintive, per non dire sconsiderate.

Armstrong, la maggiore, si è calata nella parte della “sorella super responsabile”, sacrificando passione e sentimenti per dotarsi di una corazza impenetrabile, o quasi.

Collins, la sorella di mezzo, ha iniziato a guadagnarsi da vivere dedicandosi a pratiche new age, alcune delle quali moralmente discutibili.



Insomma, le sorelle Mooners non sembrano proprio un fulgido esempio di successo professionale, umano e sociale.

Ma cosa fare quando si arriva a toccare davvero il fondo?
Be’, è semplice: si ricomincia tutto da capo…



Tra una caccia alle papere, litigi feroci, letture di tarocchi, amicizie ritrovate, combattimenti di wrestling e nuove relazioni tutte da costruire, Aldrin, Armstrong e Collins troveranno il modo per rimettersi in carreggiata e tornare a essere ciò che erano una volta: una famiglia, con la F maiuscola.



E, forse, sarà più facile di quanto tutte e tre possano immaginare... forse basterà solo prendersi per mano – come facevano da piccole – puntare lo sguardo alla luna, e ricordarsi che i sogni della loro fanciullezza sono ancora là ad aspettarle, in attesa di diventare realtà.
 
 
 
 
 

Papà, un nerd fin dalla culla, era cresciuto con il naso all’insù. Tutto nella sua vita parlava della luna, dalla carta da parati della sua cameretta alle ricerche fatte per Scienze, alle elementari, fino ad arrivare alla tesi di laurea. (…) Il 20 luglio 1969, durante la diretta che ha sancito l’epilogo delle gesta della missione spaziale Apollo 11, quel bambino con il naso all’insù ha giurato a se stesso che, se mai ne avesse avuti, avrebbe chiamato i suoi figli con i nomi dei tre astronauti coinvolti.

 

È successa una cosa molto strana con questo romanzo, Amici Magnetici. Non conoscevo l’autrice, avevo a malapena intravisto la trama, ho deciso in base alla copertina e il risultato è stato un amore incondizionato. Quando capita questo mi sento estremamente grata del mio amore per i libri e di avere la possibilità di parlarne. Scrivere per un blog significa gettarsi da un dirupo metaforico senza paracadute, oltretutto per me che scelgo in base all’istinto e poco altro. Così come amo leggere le opere delle autrici che so che non mi deluderanno, al tempo stesso è elettrizzante conoscerne di nuove, soprattutto quando poi ti trovi a stringere tra le mani un gioiellino come questo. La storia è tutt’altro che semplice perché abbiamo tre protagoniste, le sorelle Mooners, che conducono le proprie vite in parallelo, seppur separate per la maggior parte del tempo, dedite alle proprie avventure condite da disastri e battute d’arresto. Ho cercato di capire se tra loro potessi avere una preferita e, anche se per età dovrei  parteggiare per la maggiore Armstrong, non ho potuto non adorare la piccola di casa, AldrinÈ lei che apre il romanzo, ed è sempre lei il fulcro della maggior parte delle discussioni tra Strong e Linn. Se la maggiore è più severa, perché sente sulle spalle il peso delle responsabilità dopo la morte prematura dei loro genitori, Linn è la mediatrice del trio, quella che cerca, nonostante tutto, di essere la Svizzera tra due potenze in guerra. Raccontare gli avvenimenti che si susseguono nel libro non è da poco, soprattutto perché rischio di rovinarvi il piacere della lettura, ma ci provo per poi soffermarmi su altro sperando di non fare troppi danni. Il romanzo è strutturato in modo magistrale, incastrando le linee temporali delle tre sorelle, lavoro non da poco se si considera che non sono mai nello stesso posto; eppure non manca nulla anche quando Aldrin, per buona parte del racconto, risulta irraggiungibile persino sul cellulare. Ognuna di loro si trova ad affrontare da sola una sfida che ha il sapore dell’ineluttabilità; se Aldrin lo fa con la spregiudicata incoscienza che la contraddistingue, Linn cade in una spirale di dubbi e sensi di colpa mentre Strong, in contrapposizione al suo diminutivo, dovrà imparare che mostrarsi fragile non sempre significa essere debole. Il fulcro della storia credo sia proprio qui, nel prendere esistenze segnate da una tragedia, inserirle in un contesto normale, e renderle straordinarie. Se c’è qualcuno che può farlo è chi è dotato di una penna dorata, in grado di costruire momenti imbarazzanti e al tempo stesso individuare con precisione quelli in cui andare a fondo, ma davvero a fondo nell’essenza dei personaggi, così da non risultare mai pesante e tantomeno troppo naif. 

Da qualche parte ho letto che questo romanzo dovrebbe appartenere al genere chick lit. Partendo dal presupposto che non ho assolutamente nulla contro la categoria, resto comunque perplessa su questo inquadramento, ma non amando le etichette forse non faccio molto testo. Vorrei però fare un favore alle sorelle e cercare di non restringere il loro campo di azione in alcuna definizione, lasciandole libere di esprimersi al meglio, con la giusta dose di sana follia che, in un modo o nell’altro, le contraddistingue tutte.

 

Ho sempre preferito mostrare alle mie sorelle solo il lato bello della mia vita, ma non perché abbia la necessità di incensarmi. Voglio proteggerle, non farle soffrire più di quanto non ci sia già capitato.

 

Strong osserva il mondo attraverso le finestre di un ufficio che adesso sembra quasi una prigione, lontana da Linn e Aldrin, maniaca del controllo di cui ha bisogno per non sentirsi scivolare la serenità tra le dita. È algida e bellissima, sola in un appartamento che non è una casa, in un mondo maschilista che forse non l’ha mai davvero accettata. Eppure la maschera che porta, prima metaforica e poi letterale, è destinata a cadere, per svelare le verità che ha sempre celato al cuore, oltre che la necessità del perdono che ancora non ha saputo trovare. Linn è per certi versi simile, ma ha scelto una vita che di contro è abbastanza fuori dagli schemi. Se Strong è una rappresentante nell’industria del wrestling, lei sopravvive spacciandosi per sensitiva, armata di tarocchi e buone intenzioni. Questa scelta più di altre condiziona il suo pensiero e sarà determinante per una serie di avvenimenti che si srotoleranno senza alcun preavviso, dove spesso le risate soffocheranno nelle lacrime. Aldrin infine è, a mio avviso, una sorta di collante sconclusionato che genera preoccupazione a non finire ed è dunque argomento usuale durante le conversazioni telefoniche tra le altre due. I suoi capitoli sono esilaranti, sia per il modo sincopato e ironico con cui talvolta si esprime, sia per le storie che racconta, per le avventure in cui si lancia, per il disprezzo verso gli schemi che la contraddistinguono. Ha bisogno di soldi? Perché non iscriversi a una lotteria online, dove per vincere devi partecipare a un concorso con perfetti sconosciuti, sparire da casa per destinazioni ignote e senza telefono, e oltretutto firmare un accordo senza nemmeno averlo letto? Se c’è da ballare, o girare come una trottola, allora Aldrin è pronta, armata di un nuovo colore di capelli e un trolley ridicolmente pieno di outfit adatti per l’avventura. Eppure in tutto questo qualcosa trapela attraverso la filigrana delle crepe che fanno capolino, oltre il sorriso spavaldo e la voglia di mordere la vita. Sono le sue riflessioni nei momenti più intensi, che si trovi a pedalare su un tandem o viaggiare come passeggero accanto al bellissimo compagno che le è toccato in sorte, in caduta libera da un ponte o sul bordo di uno stagno per  prendere una dannata papera. 

 

(…) ho la scorza forte. E, a volte, basta semplicemente non pensare e tutto cambia dimensione. È un altro tassello dell’armatura che ho costruito, giorno dopo giorno. È un po’ di menefreghismo apparente, un po’ di noncuranza fasulla. Un po’ di quello che il mondo non può intaccare, e che protegge la vera Aldrin.  

 

Quindi anche lei, proprio come Collins e Armstrong, ha molto da tutelare, molto da non dire. La sua apparente noncuranza, il modo in cui sembra scivolare nella vita come se ne fosse ospite clandestina, cela un disagio profondo, nascosto in uno spazio privato da difendere con ferocia. Perché la vita ha un modo tutto suo di apparire come uno sconclusionato film di Bollywood e non una patinata commedia anni Cinquanta, soprattutto quando alle canzoni e ai colori sgargianti si sovrappongono quelle braccia protese che dal basso del mio inferno personale si tendono verso di me, pronta ad accalappiarmi al momento più opportuno. Grigie, infeconde, in bianco e nero come quello che di me celo a tutti. E mi prendono, ghermiscono il mio corpo, lacerano la mia anima, squarciano il velo teso a coprire la voragine.

 

Perché se c’è una cosa che la vita fa a proprio piacimento è prendere tutto, o quasi, per lasciarti sul ciglio della strada a osservare annichilita luci blu che si portano via ogni sogno in cui credevi, quel calore che sapeva di casa. E allora quello che fanno queste sorelle, baciate dalla Luna come avrebbe voluto loro padre, è stringersi forte, con le loro differenze e le fragilità, con la speranza di poter allargare questo cerchio ristretto magari grazie a uomini che sembrano gettati lì dal destino, senza troppi sconti e con uno strano senso dell’umorismo. Credo che sia proprio qui il cuore del romanzo, tra le pagine stropicciate di vite che si sospendono quasi in contemporanea per accelerare all’improvviso e in modi inaspettati, un messaggio dolceamaro che ci fa sorridere e al tempo stesso stringe lo stomaco. Con una carezza appena tiepida tre donne vengono risvegliate, da loro stesse per se stesse, dagli imprevisti, dalle persone reali che incontrano lungo il cammino. Ancora una volta abbiamo un viaggio, triplice e perfettamente accordato, in cui lo spettro del passato morde, la cicatrice mai guarita sanguina, e l’egoismo e le paure degli altri spesso hanno un ruolo troppo rilevante per farseli scivolare addosso. Armstrong per il lavoro, Linn per la sua insicurezza di fondo e Aldrin per la sua ingenua follia, tutte si trovano a fare i conti con mancanze e ritorni, nell’attesa che nuovi occhi possano aprirsi per comprendere che tutto quello di cui hanno bisogno è davvero lì, a portata di mano, in una casa che è rifugio e fuga, in un legame che non può mai finire. Per questo, e per molti altri motivi, non mi sento di infilare questo romanzo in una categoria. Difficilissimo parlarne, forse lo avrete capito, ma altrettanto facile  innamorarsene. Non ci sono mezze misure, solo l’elaborata pazienza che serve per toccarne un pezzetto alla volta, assaporandolo come una primizia dopo un inverno gelido, apprezzando la gioia e il dolore che nasconde, per portarli alla luce in un incastro di colori che lo rendono davvero speciale.  Quindi Amici Magnetici è tutto qui quello che volevo dirvi, perché ci sarebbero pagine da riempire, passaggi da sottolineare e mille frasi su cui riflettere. All’autrice dico solo grazie, per averci dato questo piccolo manuale di sopravvivenza, meglio di un qualsiasi tutorial su Youtube anche se Drinnon sarebbe d’accordo, meglio di una tinta per capelli venuta male, ma che ti fa scoppiare a ridere davanti allo specchio. Grazie per avercele donate, per averci dato Kitty, Nathan, Tom e la meravigliosa Quack, anima di alcune delle scene più tenere e divertenti. Rimarrà indimenticabile come protagonista piumata con tanto di scarpette eleganti per le grandi occasioni, piccolo batuffolo di cui spopoleranno i post sui social, che si prende la scena meglio di un qualsiasi algido gatto o cane giocherellone. Non parla, ma parlano tutti gli altri, in una girandola di prove e tentativi fino ad arrivare a quel salto che tutte, e noi con loro, devono compiere. Perché al di là della paura del vuoto, c’è un modo meraviglioso che ci aspetta, fatto di risate, vicini di casa affettuosi e sfide da vincere. E a guardarci sorniona c’è sempre lei, la Luna, quarta sorella benevola e consolatrice; ci muove come le maree della vita aiutandoci a riscoprire la Fenice che è in noi, ma, soprattutto, ci abbraccia ogni volta in cui abbiamo bisogno di ritrovare qualcuno che, da questa parte, purtroppo non c’è più. 

 

Giro su me stessa fino a trovarmi con il volto rivolto verso la finestra. Non so perché ma, ogni qualvolta mi trovo ad avere a che fare con le mie sorelle, ho bisogno di vedere il cielo. Come se mi sentissi in gabbia, come se dovessi avere aria intorno. O come se l’azzurro infinito potesse essere un ponte con loro, come se la consapevolezza che l’atmosfera è unica possa avvicinarci.




 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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