Mortana, Rowan, chiunque fosse, sembrava odiarmi ora. Bene. Ma mi sentivo ancora suo prigioniero, per via di quella minuscola brace di dubbio. Quell’unica scintilla di luce rossa nell’oscurità, quella domanda. Era davvero lei?
Cari Magnetici, ho letto per voi il secondo volume della serie The demon queen trials, la storia riparte da dove si era interrotta con Rowan cacciata dalla città delle spine da Orion.
Purtroppo, l’intenzione della ragazza di restarne alla larga si vanifica quando, gravemente ferita in un agguato è costretta a tornare in città, l’unico posto in cui una succuba come lei possa accedere alla magia guaritrice.
Ritrovatasi faccia a faccia con Orion lui le propone una tregua in cambio di informazioni a lui preziose, questo significherà anche un viaggio, forse di sola andata, verso l’Inferno dove Tammuz, il duo morente, spiegherà loro come rompere il giuramento di sangue che vincola Orion.
Stava prendendo il controllo di ogni mio pensiero. Era un fuoco selvaggio che mi bruciava il cranio al punto che riuscivo a malapena a pensare con parole mie. Riuscivo solo a sentire le cose che aveva detto, ora. ‘Perché non inizi con l’ammettere a te stesso la verità? In realtà, a qualche parte di te piaccio...’ Lasciarla vivere era un tradimento nei confronti di tutti i Lilu che aveva ucciso. Uno per uno erano stati condotti a morte in silenzio, sottoterra, a causa sua. ‘Non c’è una minuscola scintilla nella tua anima che ti dice che potrei non essere lei?’ ......
Se nel primo libro si dava precedenza alla trama, come è giusto visto che l’autrice doveva introdurci in quel mondo, in questo secondo libro al centro sono messi i due protagonisti e gli sviluppi non sono tantissimi.
Vengono date delle risposte, ma create anche molte nuove domande e ogni tentativo di fare pronostici nel mio caso si è rivelato un vicolo cieco.
Rowan rispetto al primo libro è più centrata su sé stessa, più consapevole della sua natura demoniaca, più padrona del suo destino, non viene più sospinta dagli eventi, ma in alcuni casi è lei a direzionare la storia.
L’Orion che abbiamo visto nel primo libro qui presenta qualche crepa, non è più o, meglio, non è più del tutto l’assassino freddo e determinato che vede solo la sua vendetta, a volte negli spiragli delle sue crepe si intravedono sprazzi di tenerezza nei confronti di Rowan.
«Non ti sopporto» dissi tra respiri affannosi. Me lo fece dire l’orgoglio, dato che sapevo cosa provava lui per me. «Il sentimento è reciproco,» mi sussurrò contro il collo «ma morirò se non ti bacio.» Per un brillante momento, mi sembrò disperatamente romantico, finché non mi resi conto che lo intendeva in modo piuttosto letterale. Sarebbe davvero morto se non mi avesse baciata.
Difficile a questo punto fare previsioni sull’evoluzione degli eventi o sul destino dei protagonisti visto che l’autrice lascia molte domande aperte e altrettante possibili interpretazioni,
cosa normale nel libro centrale di una serie, del resto, visto che questo serve a suscitare la curiosità dei lettori e a spingerli a voler continuare la lettura, cosa che sicuramente farò io.
Avevo il marchio del Portatore di Luce, e anche se ero quasi annegato nell’oscurità, l’anima ardeva dentro di me, braci rosse in un mare di buio. Avrei rimesso a posto le cose.
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