Cari Magnetici, avete presente quando prendete in mano un libro nuovo, magari attirati dalla copertina o dalla sinossi, dicendo leggo solo il primo capitolo per capire com’è e poi magari lo riprendo quando avrò tempo perché ora ho altre letture da fare?
Ecco con questo libro è iniziata esattamente così, ed è finita che in mezza giornata l’ho terminato.
L’umanità fu spazzata via.
Rimase solo la vastità del deserto. Null’altro che sabbia, rovine e radiazioni.
La storia inizia nella città post apocalittica di Guardiara, sul trono siede una Imperatrice a capo di una società totalmente matriarcale, il bene più prezioso è l’acqua che abbonda nelle case dei ricchi e dei favoriti della corona e manca invece nelle case di chi non può permettersi di pagarne il prezzo.
Ashka da due anni è stata nominata Ancella delle Epoche, colei che è incaricata di preservare e tramandare le vestigia della civiltà presente sulla terra prima della Caduta.
Ashka sa di essere una privilegiata, come Ancella e appartenente ad una classe elevata, la sua vita è relativamente priva di disagi, ma nonostante tutto è consapevole della pietosa situazione in cui versa la maggior parte del popolo. Sarà proprio durante una “missione “per aiutare una sua collaboratrice e amica che conoscerà per la prima volta Zarek.
Mi fa venire in mente le antiche leggende del mondo prima della Caduta, echi di storie di un tempo lontano in cui esistevano ancora distese verdi, prati e boschi. Terre abitate dalle fate con i capelli rossi e la pelle chiara come il latte, che vivevano in mezzo alla natura, camminavano a piedi nudi sull’erba e, talvolta, venivano sorprese a farsi il bagno nude in ruscelli dall’acqua cristallina dai viandanti che si perdevano nelle foreste.
Zarek è un principe degli Zendar, figlio del defunto re e fratello minore dell’attuale scellerato sovrano. Gli Zendar sono mutanti la cui origine viene attribuita alle radiazioni nucleari che hanno distrutto il pianeta durante la Caduta. La loro mutazione gli consente di adattarsi alla vita nel deserto, con la loro pelle grigio-dorata sono in grado di sopravvivere alle temperature estreme pur anche con pochissima acqua a disposizione. La loro specie prospera dove la razza umana invece stenta. Il principe rimarrà immediatamente colpito dalla bellezza di quella misteriosa donna umana dai capelli rossi che si trova a dover salvare, e ancora di più rimarranno sorpresi entrambi quando scopriranno di essere stati assegnati alla stessa missione: scortare la principessa di Guardiara attraverso il deserto per andare sposa ad un principe alleato.
Ashka mi capisce più di quanto mi faccia piacere ammetterlo. Anche lei vive interpretando un ruolo che non le è stato imposto, ubbidendo a regole che trova ingiuste, ed è dannatamente perspicace. A volte, quando mi guarda negli occhi, ho l’impressione che possa scorgervi qualsiasi mio stato d’animo e capisca da sola ciò che io non posso dirle. Che il mio compito è tradirla.
Tra i due nasce una immediata e forte intesa a discapito della loro missione, della loro diversa provenienza e della diversa razza a cui appartengono, Ashka comprenderà per la prima volta il sollievo di liberarsi dalle catene che per tutta la vita l’hanno tenuta avvinta ad un destino deciso per lei da altri e Zarek avrà modo di mostrare tutta la bellezza del suo mondo ad una donna umana che dovrebbe disprezzare, ma che invece sta imparando poco a poco ad amare.
Lo so che quello che sta succedendo è sbagliato, sbagliato per così tante ragioni diverse che non ho voglia di pensarne neppure una. Sto baciando un guerriero Zendar che intriga la mia fantasia dalla prima volta che l’ho visto e l’unica cosa che voglio è abbandonarmi tra le sue braccia, come se esistessimo solo io e lui in tutto il deserto.
Solo chi l’ha sperimentato può capire cosa vuol dire una notte nel deserto, una atmosfera quasi onirica fatta di dune, stelle e silenzio, un silenzio così assoluto che non si può sperimentare in nessun altro posto. Ed è quello che mi ha ricordato questo libro. Direi una bugia, anche perché da poco l’ho visto, se non dicessi che per alcune cose mi richiama anche alla memoria il famigerato Dune di Frank Herbert e che gli Zendar mi ricordano molto i fremen, solo più fighi e meno integralisti.
Conoscevo lo stile di questa autrice per aver letto di recente altre cose sue e questo libro è una grande riconferma delle mie impressioni precedenti. È sicuramente un modo di scrivere che cattura l’attenzione del lettore e che ha la capacità di farci divertire, ma anche riflettere perché in questo libro ci sono a mio parere molti messaggi da cogliere.
Ho amato lo spirito critico di Ashka che la porta a interrogarsi su quello che è giusto, a non essere influenzata da ciò che il suo mondo reputa corretto, ma a cercare di comprendere cosa lo sia realmente anche in relazione a ciò di cui viene a conoscenza nel corso della storia.
Zendar è un principe con una morale, si interroga sui comportamenti e sulle decisioni del suo re, ritenendole spesso ingiuste e sbagliate, obbedisce, ma senza convinzione, dopo aver conosciuto Ashka probabilmente il suo modo di essere dovrà necessariamente mutare. È logico pensare che, per dare un futuro a questa coppia, dovrà essere operato un cambiamento in entrambi i loro mondi, vedremo se questo sarà possibile.
Essendo il primo libro di una duologia non aspettatevi una risoluzione della storia a fine libro, l’autrice ci lascia in sospeso e anche con parecchia carne al fuoco, il lato positivo però è che pare non dovremo aspettare molto per il secondo volume.
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