Nel dark web è una vera e propria leggenda.
È venerato. Rispettato. Temuto.
Dicono che non esista sito in cui non possa entrare; merce o informazione che non riesca a procurare; persona che non sia in grado di raggiungere.
Abbiamo stretto un accordo, avvolti dal buio della notte.
Gli ho lasciato intendere che, se fosse stato alle regole, non gli avrei dato la caccia.
Ho mentito.
ALEXANDRA.
Coinvolgerla nei miei piani è stato un errore.
Ogni volta che interagiamo riesce a strapparmi qualcosa.
Una parola di troppo. Un pensiero.
Un desiderio inopportuno.
Non avrei dovuto seguirla. Spiarla. Rapirla.
La sua presenza ha rovesciato il mio mondo.
Quindi ora io ruberò il suo.
La mia mente ha sempre funzionato in maniera diversa rispetto alle altre ragazze. Ho sempre preferito il pericolo alla sicurezza, l’oscurità alla luce, ma ho anche sempre avuto chiari i limiti entro i quali ero disposta a muovermi.
Non c’è bisogno che vi spieghi come stanno le cose, Amici Magnetici, perché la sinossi la leggete sopra e potete farvi un’idea di quello che vi aspetta. Io non sono qui per parlarvi di trame, ma del fatto che finalmente abbiamo un quarto volume della Rules Serie, che ci ha regalato emozioni e personaggi indimenticabili, e che adesso si chiude con un vortice di fiamme e cenere, donandoci Hades e Alexandra. Potete leggere questo volume senza aver letto i precedenti? Certo, ma vi perdereste le sfumature che sono disseminate lungo il percorso, inevitabilmente incastrate sotto la pelle di coloro che abbiamo già conosciuto. Il perno di ogni libro, centro nevralgico di azioni e reazioni che hanno una loro precisa ragione di esistere, è sempre lui: Robert Rules, CEO della Rules Corporation, magnate e uomo senza alcuna apparente morale, protagonista del primo volume e ricorrente, in modo inevitabile, in tutti i successivi. La sua storia s'intreccia con quella di hacker, killer professionisti ed ex agenti, uomini e donne legati a doppio filo a un impero che non può crollare e che ha fatto della sicurezza informatica il proprio propulsore. Robert è il deus ex machina nella vita di coloro che comunque si appropriano di un posto sul palcoscenico, spiazzando il lettore, apparenti comprimari che invece s'infilano nel nostro cuore di lettori che vogliono sempre di più. Abbiamo incontrato Jake e Jun, mentre adesso la nostra strada incrocia i sentieri del dark web dove Hades domina, signore indiscusso del potere legato all’informazione. Hades, a modo suo, come Robert è un filo sottile che li lega tutti o forse, per dirla meglio, è come quelle catene che usa per allenarsi, fredde e resistenti, intrise di dolore e fatica. Perché dietro una maschera da gamer e una voce camuffata si nasconde un uomo che all’apparenza è un vuoto enorme, un buco nero che ha fatto dell’entropia la propria ragione di vita, insieme alla vendetta. Come un’edera che intossica e impedisce alle piante cui si attacca di crescere, il cieco bisogno di trovare la verità sulla scomparsa di una persona a lui cara determina ogni azione che compie, in modo strategico e lungimirante; Hades è il re degli scacchi che valuta molteplici mosse, giocando da campione un’intera partita nella propria testa, certo di arrivare all’obiettivo e mettere all’angolo coloro che hanno distrutto una parte della sua anima. È giudice e carnefice, armato delle cesoie del destino con cui dovrà spezzare la pianta che soffoca la linfa di chi non abita una tomba vuota.
Un giorno o l’altro dovrò decidermi a tagliarla e liberare questo giovane angelo dal veleno che continua a trattenerlo in questo mondo.
Per farlo ha bisogno che qualcuno che danza all’interno dei meandri della legge sia dalla sua parte. Per questo lui, informatore ufficiale dell’F.B.I., sceglie proprio Alexandra come nuovo contatto, dopo aver rifiutato di continuare la collaborazione con i precedenti, agente Grayson incluso. È lei, appena arrivata, a essere individuata nel buio di una stanza dove il riflesso azzurrino dello schermo di un computer mostra un uomo incappucciato, nascosto, ma in grado, come il dio dei morti di cui porta il nome, di aprire voragini infernali nell’esistenza tranquilla di chi vive alla luce del sole, senza alcun riguardo per la levatura politica o il potere legato al denaro. Lui è il tessitore che, a un certo punto, ha deciso di servirsi di quella giovane agente per un’indagine separata, legata a doppio filo a un’identità che non dobbiamo e non possiamo conoscere, pena la morte. Il rapporto di fiducia che si instaura tra i due ricorda, almeno a mio modesto parere, quello che nel secondo volume nasce e cresce tra Jake e Jillian. Forse non sarete d’accordo, ma vedo un parallelismo chiaro tra le relazioni che animano i quattro libri. Tanto Robert e Jun sono freddi e meccanicamente predisposti a eseguire senza alcuna pietà un codice d’onore che hanno tatuato addosso, quanto Jake e Hades sono più accessibili nel loro controverso modo di intendere ciò che è giusto e ciò che non lo è. Sia chiaro, tutti si muovono e agiscono in assoluta coerenza con le loro storie, senza sbavature riguardanti le decisioni che prendono; hanno un denominatore comune, declinato in modi differenti proprio a causa di queste ultime. Il vuoto che li riempie è diverso, ma costante, sono solo animati da un fuoco che ha temperature diverse. Il ghiaccio dell’Oyabun degli Inoue, come la steppa deserta in cui Robert vive fino all’incontro con Sharon, è contrapposto al calore di Jake che sovverte le regole, e al dolore di Hades che vorrebbe veder bruciare il mondo. Le fiamme che ardono tra le pagine sono latenti, ma impietose e non è un caso che un uomo incappucciato giochi nervosamente con un accendino che non riesce a scaldare quello che è rimasto della sua anima. Alexandra sa che quello che ha accettato non è semplice. Esponendosi a essere l’unico contatto di uno degli uomini più pericolosi in circolazione, mette a repentaglio la propria vita e quella delle persone a lei collegate, in primis la sua famiglia. Eppure quella voce metallica, quel volto oscurato spesso da una maschera terrificante, rappresentano la libertà oltre le costrizioni, per chi non solo sa seguire le regole, ma soprattutto, davanti alla scelta tra giusto e sbagliato, non esita col rischio di compromettere la propria carriera. Alexandra è l’antitesi apparente perché ha un segreto che, se svelato, potrebbe segnare per sempre il suo destino. Eppure quel segreto la contraddistingue, insieme all’istinto che le sussurra in modo deciso e perverso di fidarsi di quel fantasma infernale che non esista a riscrivere completamente le regole, come dice il titolo stesso del romanzo, insieme a un programma che potrebbe far collassare l’intero sistema su cui si basa la vita di ognuno.
Esistono due tipi di incubi: quelli che dimentichi una volta che ti sei svegliato e quelli che ti restano addosso.
Con un ritmo incalzante il romanzo scivola in modo meraviglioso toccando con parole lievi e precise tutti i luoghi del dolore del protagonista. Cosa conosciamo del Dio dei Morti dell’Antichità? Cosa sappiamo dell’Ade che ha scelto di governare e che, a seconda delle storie, gli è stata concessa dal tracotante fratello Zeus che invece ha preteso il dominio sulle terre baciate dal sole? Sappiamo che è solo, cupo, pur se consapevole di regnare sull’unico mondo in cui tutti, prima o poi, giungeranno per essere giudicati. È il più potente perché a lui si rimetteranno le anime ed è altrettanto ironico che Zeus non lo abbia compreso. Il regno di Ade, che prende il nome dal proprio padrone, si estende all’infinito, come quel dark web dove i segreti più truci vogliono rimanere tali, perché troppo scabrosi per essere portati alla luce. E se l’informazione è il potere più incisivo che può addirittura far crollare i governi, il meccanismo della corruzione del Bene apparente può essere smantellato solo se accanto al dio siede una compagna, una Persefone pronta a lasciare la Primavera per scendere nell’oscurità e imparare a conoscerla, amandola.
«Ti ho promesso la verità. E questa è la verità: tu avrai paura di me, Alexandra. Magari non oggi, non domani. Ma l’avrai. Solo che sarà una paura diversa da tutte quelle che hai conosciuto finora, perché non ti spingerà a scappare, ma a cercarmi. Percepirai la mia presenza alle tue spalle, e penserai: “Più vicino”. Sentirai le mie mani avvolgerti il collo, e ansimerai: “Ancora”. Mi sentirai così dentro di te da desiderare di non avermi mai incontrato, ma nonostante questo non ti allontanerai. Anzi. Cercherai di legarmi ancora di più. Di avere tutto, da me…»
E se è vero che le ragazze per bene non si innamorano dei mostri, è anche vero che a volte questo sia inevitabile; non c’è il riavvio del sistema, quando l’hardware è compromesso. Non ci sono antivirus abbastanza potenti, quando l’unica opzione è scavare nel passato di chi ha ordito trame spaventose ammantandosi del fulgido riflesso di un distintivo impeccabile. La donna e l’uomo, la giovane dea e il dio spaventoso che è tale solo perché terrificante è il compito a lui ascritto, adesso siedono davanti allo stesso schermo, spingendo il lettore a procedere velocemente nella lettura, a cercare un senso e una storia dietro una lunga serie di domande senza risposte. E mentre il corollario di personaggi che abbiamo già incontrato spinge per avere il suo posto anche su questo palco, i nostri occhi restano puntati su quel salice vicino al lago, su quella lapide bianca dove nessun nome è inciso, a memoria di una speranza viva da più di dieci anni, tagliente come il ghigno di una maschera troppo pesante da portare. E quindi eccoci qua, Amici Magnetici. Credo di non aver detto niente, come al solito, sparpagliando parole che adesso danzano nell’aria come fiocchi di cenere o petali di asfodelo. Potrei parlarvi di un profumo particolare, che dolce e persistente scivola nei pensieri e si scontra con l’odore acre di bruciato, ma non lo farò perché voglio che voi lo sentiate, seguendo le tracce di un uomo che non è un uomo e che vuole essere trovato da colei che, in un modo o nell’altro, gli è destinata anche se decidesse di non restare e salvarlo. Questa è una storia incentrata su desiderio e fiducia, laddove il primo non si limita a ciò che lega i protagonisti, quanto a quello che Alexandra vuole a prescindere; Hades lo sa, e non a caso la sua domanda risuona minacciosa e intrigante al tempo stesso. Lui conosce, sa quali tasti premere per far sì che i chicchi di melograno siano appetibili affinché lei li mangi, scegliendo una via impervia che, attraverso l’oscurità dell’Ade, porti alla luce una verità terribile. La parola “amore” è solo un termine che sblocca una strada di accesso, non è nemmeno necessaria in quello che loro stanno costruendo, ma questa, davvero, è solo la mia opinione. E quindi cosa dirvi di più? Leggetelo, Amici Magneti, e se non avete letto i precedenti tre volumi andate a recuperarli. Perché coglierete tutte le melodie e conoscerete personaggi che vi resteranno nel cuore a lungo. Ve lo dico con cognizione di causa, perché a ogni rilettura ho scoperto qualcosa in più, un legame che non avevo colto, un dolore e uno scopo che li lega come legati sono, anche se in modo inconsapevole, gli uomini e le donne dell’intera saga. Nel caos feroce che ha attraversato quest’ultima, adesso l’autrice ci regala un momento di spazio sospeso, completamente oscuro e bagnato dagli scrosci incessanti nella città più piovosa d’America, che però non bastano a spegnere quel principio di incendio inevitabile e così a lungo atteso. Le pagine scorrono veloci, impietose e assolutamente coerenti col registro utilizzato; comprendiamo Hades e Alex, con le loro luci e ombre, e aspettiamo di sapere quali saranno le loro scelte. Il finale non è assolutamente scontato, degna conclusione di uno svolgimento dal ritmo serrato che spinge a non abbandonare il romanzo fino alla fine, perché davvero il lettore vuol sapere quello che succederà.
Gli dei non si mostrano. Non patteggiano. E non si concedono. Ma qui ne abbiamo uno che distrugge le certezze per mettere a ferro e fuoco quel mondo di sopra, che non gli appartiene di diritto, ma che lo ha spinto a diventare quello che è. E sulla soglia del regno dei vivi c’è lei, che lo sfida e ci sfida, pronta a sacrificarsi, a mettere in pericolo la propria vita per quello in cui crede, moderna eroina che non ha bisogno di un uomo al proprio fianco, ma che grazie a lui può accedere a una nuova versione di se stessa, meno stanca, più lucida e di certo più determinata a ricostruire un mondo tutto nuovo, nato su un’ecatombe di cenere e false illusioni.
«Ci siamo, dunque.» Fraintendendo la mia immobilità, volge il proprio sguardo alla porta. «Una volta lasciata questa stanza sarà finita.» Ha appena fatto un passo, quando la fermo. «Non sarà mai finita, Alexandra; nemmeno se dovessi arrestarmi o uccidermi.» Rabbrividisce, quando avanzo verso di lei. «Ogni volta che calerà la notte e chiuderai gli occhi, io sarò lì. A guardarti.»
Appoggia una mano allo stipite. Lo stringe così forte da far divenire le nocche bianche. Quando si volta verso di me e mi guarda da sopra una spalla, i suoi occhi sono lucidi. Ha la morte nel cuore, eppure trova comunque la forza di sorridermi.
«E io sarò lì. Ad aspettarti.»
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