Un domino di crisi, bizzarrie, dubbi, curiosità, un turbine di imprevedibilità attraversa la vita di una famiglia borghese della provincia salernitana. Pagina dopo pagina si dispiegano amori, tradimenti, speranze, segreti, nevrosi, drammi e tutto quanto, in una narrazione fluida che sembra inesauribile, mossa dalla forza di una scrittura graffiante ma di grande equilibrio, capace di assecondare la vertiginosa sottigliezza delle singolarità umane.
Una raffinata efficacia stilistica e un gusto acuto e penetrante illuminano una storia corale, costruita da un drappello di personaggi irresistibili, diversi per età, caratteri, ambizioni e rimpianti, che passandosi di continuo il filo di un racconto sempre vivace, divengono ingranaggi perfetti di un meccanismo narrativo affascinante, un girotondo emotivo dalle mille sfaccettature.
E proprio con la sua capacità di generare stupore, col suo sapersi intrufolare nel cuore delle circostanze, con il suo giocare abilmente sui limiti del surreale, questa vicenda riesce magari a cogliere quel fremito così particolare, quell’ineffabile soffio di realtà che solo sa dare alle parole il prodigio di aderire alla vita ancora più che la realtà stessa.
I sentimenti che proviamo, a volte, sono più contradditori della razionalità, delle scelte, dei legami familiari: ma sono duraturi, restano lì radicati in ognuno di noi, come radici.
La storia familiare di questo romanzo evidenzia proprio questo aspetto, partendo da un momento in cui tutto sembra fermarsi, immobile.
Valori, idee, e amori cambiano in una storia che presenta tanti personaggi, tutti con le loro fragilità e debolezze, tutti nella loro umanità grande o piccola, ma tutti con una sorta di onore che li rende fedeli al loro ruolo sulla scena della vita.
«Siamo molle creta, calata in uno stampino, e poi indurita dal sole. Siamo liquida cera, modellata in forme perenni, finché non cadiamo preda del fuoco e ci sciogliamo di nuovo. Il nostro destino è perderci in fumo, come tizzoni o cartacce, gettate nella stufa. Di noi è vero solo il simulacro, la marionetta manovrata da invisibili fili, che chiamiamo fato, destino.»
L’età e il tempo insegnerà loro a essere meno intransigenti, a capire le debolezze e gli errori, a essere flessibili nelle scelte, ma non li priverà di quella solitudine interiore che li accompagna fin dalle prime pagine.
La struttura è quella di un lungo flashback, che porta a capire tutti gli avvenimenti successi nelle vite anche dei personaggi collaterali, a volte in un intreccio un po' complesso per le meno di duecento pagine di lettura.
I dialoghi in terza persona sono alternati ai monologhi e alle parti di metanarrazione, a volte in maniera fluida, a volte un po' complessa.
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