Piper sa che non può fidarsi di lui. L'avevano avvertita che Jory, il soldato che tengono prigioniero, alto, scuro e sexy, avrebbe cercato di conquistarla e manipolarla con i suoi occhi grigio acciaio e il suo fascino letale, ma lei non deve lasciarsi ingannare da colui che definiscono un traditore. Tutto ciò che deve fare è individuare l’algoritmo necessario a salvargli la vita, e chiuderla lì. Qualcosa però non quadra e lei è determinata a scoprire la verità, anche se è sepolta in un suo bacio, profondo e pericoloso.
Quei ........ degli scienziati avevano impiantato dei chip killer vicino alla colonna vertebrale dei fratelli Dean e, se nel giro di una settimana non fosse stato inserito il codice esatto, i chip si sarebbero attivati e l’avrebbero recisa. Sfortunatamente, il codice cambiava ogni trenta secondi, pertanto intercettarlo a distanza era stato del tutto impossibile. Naturalmente, nel caso di Jory, non avrebbe funzionato nessun maledetto codice. «Lo sappiamo entrambi che sono ........»
Buongiorno cari Magnetici, siamo giunti al volume finale della serie Sin Brothers e alla conclusione delle vicende dei fratelli Dean/Grey con la storia dell’ultimo di loro: Jory.
Assieme a Shane fa parte della coppia più giovane dei fratelli, creduto per molto tempo morto durante una azione militare, libro dopo libro abbiamo appreso invece che è sopravvissuto e tutt’ora è prigioniero del Comandante e della perfida dottoressa Madison.
Matt aveva cresciuto Jory con l’aiuto di Nate, dando sia a lui sia a Shane quanto di più vicino a un’infanzia fosse possibile in quel buco infernale di base che chiamavano casa. Non una volta aveva dimenticato ciò che i suoi fratelli avevano fatto, sacrificato, per permettergli di diventare grande. Per vivere a sufficienza per salvarli.
Jory ha un unico obbiettivo in testa: scappare dalla sua prigione e salvare le vite dei fratelli dal terribile countdown determinato dal chip impiantato in loro e destinato ad ucciderli entro qualche giorno.
Per tutta la serie siamo a conoscenza della terribile minaccia che grava “letteralmente” sul collo dei fratelli.
Questo non ha impedito loro di lottare per la sopravvivenza e per la libertà mentre nel frattempo nelle loro vite entravano una alla volta le compagne che ora condividono con loro vita e futuro incerto.
Jory ha compreso il modo di neutralizzare il chip dei fratelli in modo che possa essere rimosso, ma è consapevole altresì che il suo, ormai danneggiato, è destinato inevitabilmente ad esplodere, nonostante questo è determinato a dare la vita per la salvezza dei suoi fratelli. Mentre è ancora prigioniero nella base conoscerà Piper, la figlia del comandante, hacker incaricata dal padre di tracciare i codici dei famosi microchip.
Quegli uomini erano enormi e muscolosi. Uomini pericolosi, senza ombra di dubbio. Eppure quanta tenerezza nel momento in cui si erano ritrovati. Erano una famiglia. Assolutamente. Una famiglia che non aveva paura di mostrare le lacrime. L’incontro le aveva quasi spezzato il cuore. Per quanto tempo erano rimasti divisi? Perché suo padre le aveva mentito sulla famiglia di Jory? Cosa più importante, su cos’altro le aveva mentito suo padre? Una sensazione di vuoto le riecheggiò in grembo.
Piper ha vissuto tutta una vita senza un padre, sola con la madre che l’ha cresciuta, e sviluppato una sorprendente abilità di hacker, riesce a rintracciare il famigerato genitore seguendo una traccia di briciole di pane che, scopriremo, sono state accuratamente disposte per lei. Anche se inizialmente crede fermamente a quanto il Comandante le racconta, fare la conoscenza di Jory prima e dei suoi fratelli poi la fa dubitare di essersi effettivamente schierata dalla parte giusta.
Desiderò per un attimo di essere il tipo d’uomo che poteva salvarla, ma allontanò in fretta il pensiero. Era fin troppo tardi per lui per giocare a fare l’eroe, in particolare da quando aveva progettato di usarla. E l’aspetto fisico era ingannevole. Quella donna poteva apparire fragile, ma era ovviamente intelligente e sapeva per chi stava lavorando. Questo li poneva su fronti opposti.
Ho amato molto la figura di Jory, già nei libri precedenti si erano visti flashback dell’infanzia dei fratelli o, meglio, della loro mancata infanzia. Cose li definisce il Comandante ad un certo punto, e come oggetti li tratta per tutta la loro vita, li crea e si arroga il diritto di decidere della loro sorte. In tutti i libri, ma soprattutto in questo, dove le loro vite sono letteralmente agli sgoccioli, i fratelli lottano per il diritto di non essere cose, ma esseri umani, con la consapevolezza di avere un passato terribile dal quale sono emersi solo grazie al loro attaccamento reciproco, con un presente fatto da una vita che faticosamente stanno cercando di costruire e con un futuro che sperano di poter vivere.
Questo libro ti lascia letteralmente con il fiato sospeso fino all’ultima pagina e sicuramente apre anche molti possibili spiragli sul futuro quindi non mi sentirei di escludere che rivedremo di nuovo la famiglia Dean all’opera. Non amo particolarmente i libri scritti in terza persona, ma la tensione costante e la narrazione fluida che l’autrice ha saputo utilizzare hanno superato sicuramente le difficoltà che ho di solito con questo tipo di scrittura.
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