Hailee è a un passo dalla svolta che potrà far decollare la sua carriera da musicista: è stata invitata a Tokyo per aprire i due concerti natalizi della superstar internazionale Finn Wolfcraft. Nonostante le date siano già state confermate, ancora stenta a credere che avrà l’occasione di farsi conoscere da un pubblico vastissimo e portare le sue canzoni in giro per il mondo. Certo, non sarà facile. L’idea di viaggiare a stretto contatto con una celebrità per un’intera tournée sarebbe un sogno per chiunque, ma non per Hailee: ha già avuto modo di scontrarsi con il caratteraccio di Finn e con l’agitazione esagerata delle sue fan, che considera delle vere invasate. L’antipatia, comunque, è cordialmente ricambiata: Finn non ha intenzione di dividere il proprio successo con nessuno, tantomeno con la prima arrivista di turno che punta a sfruttare la sua visibilità. Entrambi hanno dei fortissimi pregiudizi, entrambi stanno per affrontare un viaggio indimenticabile, tra tazze di tè verde bollente e il fascino ammaliante di Tokyo, durante il quale potrebbero scoprire che a volte le cose sono molto diverse da come sembrano...
Tutto splende e luccica perché è ricoperto da una sorta di vernice che riflette anche le luci blu-biancastre disposte su fili metallici, probabilmente pensate come decorazioni natalizie. Sembra tutto eccessivamente freddo, come un congelatore con temperature artiche.
Quando Hailee Bridgewater arriva all’aeroporto di Tokyo Haneda, dopo un viaggio lunghissimo in cui ha deciso di non chiudere occhio per non perdersi niente, la accoglie il “mite inverno giapponese” e il suo grado di temperatura confezionato di vento gelido. A quasi vent’anni è la sua ultima possibilità di farsi conoscere dal mondo, per poter finalmente spiccare il volo come cantante e musicista. È il viaggio della speranza il suo, avallato da un contratto per aprire i concerti della superstar internazionale Finn Wolfcraft che ha fatto sold out per due date al Dome, quanto di più lontano da qualsiasi aspettativa. Come ha fatto Marc, il suo manager, a procurarle un’occasione del genere? Non lo sa e non le importa, perché la scadenza è vicina; o riuscirà a sfondare con la musica oppure dovrà tornare a una vita di studio e lavoro, quella scelta “normale” che la sua famiglia aspetta ancora di vederla compiere.
Questa performance deve fare la differenza, altrimenti i miei genitori esauriranno la pazienza per il mio “folle sogno”. A gennaio compirò vent’anni. Se per allora non ci saranno miglioramenti, continuerò la mia formazione o riprenderò gli studi in management culturale, come vogliono i miei genitori. Questo è il patto. Perché al momento ho una laurea interrotta, non ho una relazione né una carriera.
Hailee è mordace e se ne accorge ben presto colui che veste i panni del suo antagonista nonché stella dello spettacolo. L’incontro fortuito in albergo, nella penombra di una hall dove lui trova rifugio dall’ingombrante ruolo che deve svolgere, è tragicomico. In una manciata di minuti, Hailee riesce a sfogare su quell’apparente nerd incappucciato e con gli occhiali la propria frustrazione per aver lasciato la sua famiglia durante le feste di Natale, le insoddisfazioni riguardo alla carriera, e l’inquietudine di dover suonare per un cantante sdolcinato che tratta male le persone, almeno stando a quello che l’opinione pubblica ha deciso di sostenere dopo gli ultimi titoli sulle maggiori testate giornalistiche. Peccato che quel giovane impacciato e strano sia proprio quel cantante di fama mondiale che non può muoversi senza scatenare un oceano di fan urlanti dietro di sé, alla ricerca di un autografo o un selfie invasivo. La storia è molto semplice Amici Magnetici, eppure, proprio nella sua semplicità, deliziosa. I due protagonisti si confrontano di continuo, costretti a condividere un’esperienza breve, ma di sicuro impatto, da cui Hailee deve riuscire a prendere tutto il possibile per perseguire il proprio sogno. Non che cantare le canzoni degli altri lo sia, così come indossare aggressivi abiti di pelle in realtà non rifletta né il suo modo di essere donna né il suo modo di essere artista. Entrambi però hanno qualcosa in comune; sono bloccati dalle aspettative che gli altri riversano su di loro, ma reagiscono in modi diversi. Tanto Hailee è espansiva, amante dei social e comunque pronta a mettersi in gioco anche in situazioni imbarazzanti, quanto Finn è chiuso, riservato, a volte astioso e soggetto ad attacchi di panico quando la morsa della celebrità stringe troppo forte. Ci sono momenti di condivisione tra loro e soprattutto momenti in cui, complice una Tokyo che a poco a poco vuole rivelare tutta la propria magia, possono confrontarsi per quello che sono; giovanissimi sbattuti all’altro capo del mondo che si muovono con fragilità sul ghiaccio di un’amicizia che non sa se vuole nascere oppure no. Il punto di vista alternato ci permette una visione più completa del carattere di entrambi, anche se inevitabili incomprensioni e pasticci ci mettono lo zampino per togliere loro quella serenità di cui hanno disperatamente bisogno.
Perché, purtroppo, ci sono così tanti soldi in gioco che le persone iniziano a comportarsi in modo diverso non appena sanno quanto potrebbero guadagnarci. Non vedono più me, ma delle invisibili banconote che ho appiccicate in fronte. Per loro non sono una persona reale con dei sentimenti, non sono Finn, ma solo un guscio vuoto o una comparsa per ottenere più like…
Pur nella loro diversità hanno caratteristiche simili che, spesso, invece di avvicinarli li allontanano. Testardi, orgogliosi, chiusi in loro stessi, dovranno cercare una strada per suonare insieme, almeno metaforicamente, per sole due serate. Ma quanto è difficile quando ogni parola, ogni sguardo, può essere travisato? Circondati da un entourage di tutto rispetto, Hailee e Finn si scontrano, si ammirano e non sopportano, cercando il modo di accogliere gli spigoli l’uno dell’altra senza nemmeno accorgersene. Finn non ha alcuna fiducia nel mondo, con l’eccezione delle pochissime persone che compongono la famiglia cui è molto legato. Non voglio spiegarvi il motivo, ma la sua sofferenza fisica in alcune situazioni è dolorosa, soprattutto se poi lo s’immagina trasformarsi su un palco in una star con milioni di seguaci. Anche se giovane ha un passato che lo ha ferito e lo tormenta; Hailee entra nella sua vita con la delicatezza di un vulcano e per questo motivo è impossibile che non ne sia spaventato. Il suo distacco, alcuni atteggiamenti che sfiorano quasi lo spettro autistico, sono tutte barriere alzate per proteggere quella piccola parte di sé che non vuole e non può cedere agli altri. Capirlo, comprenderlo oltre i silenzi non è facile, ma nulla è impossibile se di mezzo ci si mettono i sentimenti e Hailee sa che può correre qualche rischio, perché lontanissimi dalle responsabilità e in una Tokio che si svela sempre più come un nido colorato e profumato dove avere esperienze indimenticabili e, soprattutto, viversi davvero. Scivolare per le strade con loro, visitare i templi o gustare nagiri sorseggiando tè, tutto contribuisce all’esplosione di colori di una città che li accoglie, anche se l’impatto non è dei più semplici. Quanto è lontana New York adesso? E davvero non possiamo nemmeno immaginare decorazioni che siano meno kitch, ma non per questo meno belle? L’eleganza della città è la stessa con cui le parole s’incatenano, con cui le luci si accendono per offrire giochi mai visti, dove persino gli hotel hanno robot al posto del personale e una stanza di Hello Kitty può trasformarsi in un rifugio dal rumore assordante del mondo là fuori.
È stata questa la bellezza del romanzo, almeno per me. E pensare che l’ho scelto per la copertina, bellissima, e per il titolo: attratta in modo indefinibile da tutto quello che riguarda il Giappone, come avrei potuto lasciarmelo scappare? E infatti non l’ho fatto, sprofondando in una lettura piacevole, calda, in alcuni momenti esilarante, ma soprattutto delicata, come quel rosa acceso mescolato a uno più tenue che, appunto, caratterizzano la cover. Non ci sono molti modi per esprimere l’amore, ma forse, e dico forse, la musica è quello più diretto, insieme ai profumi. Hailee non vuole continuare a seguire la strada che altri hanno tracciato mentre per Finn quella strada troppo spesso si trasforma in una scatola chiusa in cui non può fare altro che ubbidire ai doveri che lui stesso si è imposto. Non è un caso che frammenti di loro siano gettati in quei versi all’inizio di ogni capitolo, che poi si snoda come il testo di una canzone condivisa, dove entrambi colpiscono e sono colpiti, in un ritmo che si fa strada in modo inevitabile nei loro cuori appannati. Non voglio dirvi di più per non togliervi alcun piacere nel caso in cui decideste di leggerlo. Se amate la cultura giapponese e immaginate Tokyo con la sua folle e perfetta confusione, allora di certo amerete immergervi in queste pagine accurate che sono nient’altro che una dichiarazione d’amore verso un Paese che sembra lontano anni luce dall’Occidente, ma non per questo può definirsi arretrato, anzi. Hailee è i nostri occhi stupiti davanti al cibo, agli odori e alle sensazioni mentre Finn, più moderato perché abituato al lusso e al successo, vede in modo diverso attraverso di lei, che assorbe ed elargisce come una spugna generosa. Un piccolo angolo di Natale da gustarsi in questa stagione o un regalo perfetto (e quando mai un libro non lo è?) da condividere con l’amica del cuore che vuole passare alcune ore leggere avvolta da un’atmosfera piacevole e rilassata, ecco cosa è questo libro. Quindi coperta calda, tisana accanto e buon viaggio Amici Magnetici, che Tokyo vi accolga con la sua magia mentre Hailee e Finn vi tengono per mano tra una discussione e un’incomprensione, avvolgendovi come un furoshiki in un morbido abbraccio che sa di casa, anche se questa è a migliaia di chilometri di distanza.
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