Amici del cuore e anime gemelle fin da bambini, Hart e Ruby stanno per affrontare insieme l'ultimo anno di liceo, quando Hart perde tragicamente la vita. Devastata dal dolore, Ruby non trova pace senza il suo grande amore. Ma anche Hart non riesce a staccarsi completamente da lei... e grazie a un intervento divino, gli viene offerta una seconda possibilità. Si trova così intrappolato nel corpo di Jameson, un ragazzo poco raccomandabile da cui Ruby si è sempre tenuta alla larga. Con queste sembianze, Hart si rende subito conto che riconquistare Ruby sarà più difficile del previsto. Innanzitutto, non può rivelare a nessuno, e tantomeno a lei, la verità. E come se non bastasse, ogni giorno che passa, i ricordi si fanno via via più sbiaditi. Dal canto suo, sebbene senta ancora la mancanza di Hart, Ruby non può negare di essere attratta da Jameson. Non sa spiegarsi questo improvviso interesse, ma non può ignorarlo. Forse è perché Jameson le ricorda così tanto il ragazzo di cui è stata innamorata? Nel tentativo di capire se quel che prova è autentico, Ruby deciderà di aprire il suo cuore a Jameson o resterà legata al passato?
L’acqua mi invade il naso e la bocca, mi riempie i polmoni. All’inizio fa male ma poi… tutto si ferma. Un ultimo ricordo sfavilla: Ruby con la testa sulla mia spalla, in barca, mentre guardiamo il sole sciogliersi nel mare scintillante. «Fino a quando mi amerai?», mi chiede. «Sempre». Intreccia le dita alle mie e mi guarda con quei suoi occhi dorati e un sorriso appena accennato. «“Sempre non significa per sempre”». E poi tutto sembra svanire.
Non è affatto facile, amici Magnetici, affrontare la lettura di un libro quando sai già che il protagonista dopo poche pagine perderà la vita. Come avviene non è rilevante, tutto quello che accade prima e dopo questo evento ovviamente sì.
Nonostante la premessa ho deciso di leggerlo, come sempre spinta dalla vena masochistica che mi contraddistingue, e non posso che essere felice della mia scelta. Innanzitutto, a prescindere dall’antefatto tragico, il romanzo ha un modo tutto suo di scivolare come una carezza lieve che resta impressa sulla pelle, fregandosene degli stereotipi e costruendo un’evoluzione meditata dei personaggi. Iniziamo con i due protagonisti, per poi allargare la nostra riflessione a comprimari che definire tali è quasi offensivo. Ruby e Hart si conoscono da quando sono bambini e da allora hanno sviluppato un legame inscindibile. Diversi come il giorno e la notte, spericolata la prima tanto quanto riflessivo e ansioso il secondo, crescono in simbiosi come solo gli opposti perfetti riescono a fare. Gli spezzoni del passato che si intrecciano con la linea temporale del presente sono come secchiate d’acqua fresca che toccano il lettore, assetato di conoscere di più, fin dal loro primo incontro. È l’immagine di quella bimbetta che gioca con le coccinelle che ci compare a più riprese davanti agli occhi, ed è il ricordo a cui Hart, una volta lasciato il proprio corpo, resta più a lungo aggrappato mentre aspetta che la memoria svanisca del tutto. Con lei immaginiamo la sofferenza devastante di chi perde la persona amata, mentre con lui inneschiamo un legame immediato soprattutto quando si reincarna nel corpo morente di Jameson, uno dei ragazzi più popolari della scuola, in coma dopo un incidente in moto. Il passaggio tra la vita e la morte, e poi nuovamente alla vita sotto le mentite spoglie di colui che sia Ruby che Hart hanno sempre tollerato a malapena, è deciso e consapevole; Hart non vuole perdere l’occasione di rivederla, di rientrare in contatto con lei e di provare, in qualche modo, a farle sentire la propria presenza. Peccato che di mezzo ci si mettano le regole inderogabili dell’Universo e in particolar modo un Angelo della Morte, Lourdes, che adesso è accanto a lui in forma umana. Hart ha un nuovo corpo, ma, seppur con una scadenza, mantiene la propria coscienza, i sentimenti e soprattutto l’amore per Ruby. È un viandante abusivo in una vita che sa non appartenergli, ma che in qualche modo lo riconosce mettendo alla prova la personalità che gli è propria con i residui di Jameson rimasti attaccati alla memoria del corpo di quest’ultimo. Hart non sa niente del football, ma Jameson era il quarterback titolare; pur non avendo mai preso in mano una palla, è in grado di giocare e lo fa in modo eccelso, mentre al contempo ha mantenuto dentro di sé la capacità di comporre musica e suonare, elementi questi che non sono mai appartenuti a quel rampollo viziato e dipendente da alcol da cui lui e il suo ristretto gruppo di amici si sono sempre tenuti alla larga. I continui confronti con Lourdes, uno dei personaggi più belli e che a mio avviso meriterebbe un romanzo tutto suo, ci svelano la costruzione addietro all’impalcatura voluta dall’autrice. La vita dopo la morte è possibile, perché la morte non è che un passaggio verso altre dimensioni o verso la possibilità di affrontare, nuovamente incarnati, un ulteriore viaggio sulla Terra. Ma quello che comporta la seconda delle due scelte è tanto doloroso quanto inevitabile; a poco a poco i ricordi della vita precedente svaniranno, lasciando il posto a un uomo nuovo e a una serie infinita di possibilità da scoprire. Hart non può accettare questo, o meglio, è lapidario quanto sostiene di poter dimenticare tutto tranne Ruby.
«È una questione piuttosto spinosa», risponde lei, intrecciandosi i capelli su una spalla. «Il vero te stesso è il tuo spirito, non i ricordi che conservi. Mi segui?» «Neanche un po’». Lourdes si gira del tutto per guardarmi. «Alla fine conserverai molti dei ricordi di Jameson, ma in qualche modo si fonderanno con le tue esperienze, con la vita di Hart. Quindi pur non avendo più i tuoi ricordi specifici, sarai sempre tu. Il tuo spirito non cambierà di una virgola».
«Anche Ruby, però, fa parte del mio spirito, quindi a rigor di logica anche… ». «Non significa che ricorderai i giorni che hai passato con lei», precisa. «A volte… cioè, è molto raro, ma a volte lo spirito può conservare una connessione più profonda e non sarai in grado di spiegare cosa provi, saprai soltanto che qualcosa è sepolto nella parte più profonda di te, ma…». La sua voce si spegne e fissa fuori dal finestrino. Il battito del mio cuore accelera di conseguenza. «Ma, cosa?» «Sono eventi rarissimi, Hart», risponde con un moto di rabbia. «È quasi impossibile conservare quel genere di connessione». Mi aggrappo a quel “quasi”. Può bastare. Per ora.
Nello stesso modo in cui decide di mantenere viva la speranza, Hart affronta anche quello che è successo nei cinque mesi trascorsi dalla sua morte. La vita è andata avanti per la maggior parte delle persone tranne che per Ruby, bloccata in un dolore che non vuole lasciare andare perché, perdendolo, sente di poter perdere anche lui in modo definitivo. Non conta la spinta a sopravvivere, innata nell’essere umano, perché davanti alla possibilità dell’oblio, Ruby sceglie l’attaccamento. Quando incontra Jameson, o forse sarebbe meglio dire Hart, la connessione imprevista e assolutamente fuorviante che si crea con lui la destabilizza, eppure decide di rimanere ferma sulla propria posizione. In un turbine di emozioni, e il punto di vista alternato ci offre davvero la possibilità di vivere con lei i tormenti che la dilaniano, è costretta a fare i conti con l’inspiegabile attrazione che sente per Jameson. Premetto, cosa non da poco, che Ruby ha sempre avuto un’avversione dichiarata nei confronti del ragazzo d’oro della famiglia Romanelli, mentre adesso invece i suoi sogni si fanno confusi, se lo tocca avverte una scossa e, soprattutto, pare che lui nasconda qualcosa che non riesce a confessarle. È questo il tranello dell’Universo e di coloro che lo muovono. Hart non può dire a nessuno che è il suo spirito ad abitare il corpo di Jameson, perché le parole gli si bloccano in gola ogni volta che ci prova; l’unico modo per svelare la propria identità è che siano gli altri a capire per primi. Ma l’enorme scoglio, oltre alla consapevolezza di essere morto per le persone amate, è la fermezza con cui Ruby rifiuta di accettare un legame con un altro anche se poi, alla fine, si tratta di un tradimento relativo perché è sempre Hart cui si rivolge anche se non lo sa. Raccontata in questo modo la storia probabilmente non avrà molto senso, e mi spiace se le mie parole non riescono a trasmettervi quanto invece sia appassionante e delicato questo libro. Senza scivolare mai nell’assurdo, e sempre con rispetto dato l’argomento sensibile, l’autrice usa strumenti ideali che ci permettono di comprendere il messaggio del romanzo. Innanzitutto il ruolo di Lourdes, angelo cinico e talvolta infantile che, pur appartenendo a ranghi elevatissimi, si trova a scontare una penitenza per un grave errore di valutazione. All’apparenza è nemica di Hart perché lo ha strappato alla vita, eppure al tempo stesso è maestra e complice in un esperimento che non è mai riuscito, ma che, non per questo, deve essere impossibile a prescindere.
«Mi dispiace molto. Dico davvero. Ma non immagini ciò che è in grado di sopportare il cuore umano».
Nonostante il ruolo le imponga determinate regole è empatica, tutto il contrario di quello che ci aspetteremmo da un essere sovrannaturale il cui vero aspetto probabilmente non ci permetterebbe di dormire la notte. Di lei intuiamo la forma, oltre che il contenuto, perché ancora non esistono parole, o occhi, capaci di descrivere un Angelo. Il secondo strumento è Gabi; sorella minore di Ruby, ha ereditato dalla zia aspetti medianici che le permettono, attraverso l’uso dei Tarocchi, di canalizzare le informazioni degli Antichi senza mai sbagliare una previsione. Se Ruby è molto intuitiva per natura, Gabi raccoglie il retaggio della sua famiglia ed è il personaggio che più ho amato dell’intero romanzo. È il porto sicuro nella tempesta e la sua sofferenza, seppur diversa, non è da meno rispetto a quella di Ruby; anche lei è cresciuta con Hart, anche lei aveva con lui un legame speciale.
«Come fai a restare così calma tu?». È la cosa che più odio e insieme ammiro di Gabi. Va con la corrente. Si arrende molto più in fretta di me. Sa sempre quando mollare. Io no. Io morirei su ogni singola collina.
Gabi rappresenta, a mio avviso, l’esperta dei fili che tengono in piedi le trame di tutti i personaggi principali. Non è ottenebrata dal dolore perché lo accoglie; questo le permette di osservare, farsi domande e avere la calma necessaria per interrogare le carte che non le hanno mai mentito. Vede tutto, sente tutto e comprende davvero, nel profondo della propria essenza, che è possibile che Jameson abbia un messaggio da trasmettere a Ruby. Di solito infallibile, si trova adesso ad affrontare una prova che gli Spiriti non vogliono renderle facile, perché le spetta solo il compito di sostegno nella ricerca della verità. Ruby sente la connessione con Jameson, ne è travolta, mentre Gabi riesce a valutare col giusto distacco gli avvenimenti.
Per avere quindici anni e mezzo è molto saggia. Un vero maestro Yoda, ma più alta. Ragione numero 5023 per cui adoro mia sorella e allo stesso tempo la trovo terribilmente fastidiosa.
Altri personaggi meriterebbero di essere menzionati, ma ne scelgo solo uno; Miriam è la proprietaria di alcune barche su cui Ruby e Hart hanno svolto dei lavoretti. Proprio durante una festa a bordo di una di queste avviene l’incidente e dunque è un’altra delle persone da cui la giovane si allontana. Eppure, nel momento in cui Ruby decide di parlarle, è proprio Miriam a raccontare a lei, e a noi, di uno scambio di battute avvenuto con Hart, che ci forniscono un’ulteriore prova della profondità dei sentimenti che lo legano a Ruby.
«Quando ho chiesto ad Hart come potesse un ragazzo giovane come lui amare in modo tanto assoluto, lui si è messo a ridere e ha detto che l’amore non si cura dell’età, del genere, della razza o di qualsiasi altra cosa. E, quando ho obiettato che spesso, tuttavia, l’amore non è corrisposto, ha detto una cosa straordinaria». «Che cosa?» «Mi ha detto che all’amore basta un cuore soltanto».
Forse vi sembrerà strano, eppure per me il senso dell’intero romanzo è tutto qui, nelle parole che Miriam riporta di una persona che muore dopo una manciata di pagine. Ed è vero che il romanzo si costruisce su quell’amore, indissolubile e reciproco, e lo fa in modo magistrale e senza una sbavatura, ma è per queste parole che il mio cuore ha perso un battito; le ha riconosciute come un tatuaggio indelebile che scegli anche se per gli altri non ha alcun senso, anche se lo copri perché ti fa arrabbiare, ma alla fine sai che è sempre lì e ti conforta in qualche modo. All’amore, a quello vero, basta un cuore soltanto. Non importa che sia corrisposto, non importa nemmeno che sia conosciuto. Ogni volta che il cuore pompa il sangue nelle vene, una scintilla di quel sentimento si espande, riverbera all’esterno e migliora il mondo, illuminando gli angoli oscuri del possesso e dell’attaccamento, per sciogliersi nella purezza di qualcosa che si alimenta con la vita stessa, nelle sue accezioni più meravigliose. È ciò che muove il Sole, il mare e anche i venti, perché tutto quello che tocca assume un aspetto nuovo, che non ha bisogno di essere condiviso per esistere. Se un cuore solo fa tutto il lavoro magari si stanca, è vero, ma di quella stanchezza si nutre e nonostante tutto continua a trasmettere, come un motore inarrestabile che lancia energia nell’Universo. Qui di cuori ne abbiamo due, anzi tre, anzi cinque se contiamo Gabi e Lourdes; ognuno di questi lascia un’impronta indelebile su coloro che ne incroceranno la strada, magari sfiorandoli a malapena, ma cambiandoli comunque per sempre.
Da questi cuori rubiamo un battito e ci lasciamo travolgere, insieme alla musica che forse non è più quella di Hart, ma è sempre linguaggio intramontabile del conosciuto e del non conosciuto. All’amore basta un cuore solo, dunque. Quando però ce ne sono due che palpitano insieme, allo stesso ritmo e per lo stesso motivo, ecco che avviene il Miracolo e questo, amici Magnetici, nemmeno un Angelo della Morte può portarcelo via.
«Non conosco tutte le complessità delle leggi dell’Universo, ma immagino che abbia a che fare con il tuo amore, il tuo cuore, la tua capacità di sopportare la sofferenza pur di conoscere la verità». Lourdes sorride. «Il cosmo ama le vittorie del cuore».
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