Anime gemelle. Io ci credo. Ho avuto la fortuna di averne due a un certo punto. L’unico problema è che… le mie anime gemelle erano fratelli gemelli.
Caiden era la luce per il buio di Jackson. E dopo tutto quello che avevo passato, la luce era ciò di cui pensavo di aver bisogno.
Quando ho scelto Caiden, ho perso Jackson.
Senza Jackson, mi sono sentita una persona a metà e sono sopravvissuta a malapena quando la tragedia
ha colpito e ho perso anche Caiden.
Mi ci sono voluti anni per ammettere a me stessa che avevo scelto male fin dall’inizio. Sono pronta ad
ammetterlo a Jackson… l’unico problema è che mi odia.
Sono pronta a lottare per il mio “vissero felici e contenti”.
Ma c’è un motivo per cui lo chiamano il Principe dei cuori spezzati.
Avevo tutti i requisiti necessari per essere perseguitata. I miei compagni di classe mi avevano reso la vita un inferno per tutta la scuola elementare. E mi aspettavo che continuasse… ma poi siete arrivati voi due.
Inizia quasi come una lettera d’amore al capezzale di un ragazzo in coma, questo romanzo, e manterrà tale essenza in modi diversi per tutto il suo svolgimento. Everly non riesce a sospendere le visite all’ospedale al proprio ex, nonostante siano fonte di molto più che semplice dolore; non sappiamo cosa sia successo, ma lei si sente responsabile ed è dilaniata dal senso di colpa. Caiden Parker, atleta e golden boy della città, è attaccato alle macchine da quasi due anni e mezzo, mentre a lei sono rimaste terribili cicatrici sia visibili che non. I continui rimandi al passato, che si intrecciano col presente sviscerato attraverso punti di vista alternati, aprono le porte sul mondo di una ragazzina abbandonata a se stessa, che viene letteralmente salvata dai gemelli Parker. Nel modo tutto speciale che hanno i bambini, l’hanno vista, riconosciuta, se la sono presa, accogliendola nella loro cerchia speciale ed esclusiva. Seppur ammessa in questa triade, Everly è diversa in primis per estrazione sociale; mentre la famiglia Parker è blasonata e gode di uno stile di vita agiato, il passato della famiglia James è macchiato in modo indelebile dalle scelte del padre della giovane, che la perseguitano anche a distanza di anni.
Mi chiamo Everly James e sono la figlia di un truffatore. E non un truffatore qualsiasi, ma il truffatore che aveva perso milioni della nostra città e poi si era sparato sul marciapiede di casa quando i federali erano venuti a prenderlo, in un finale di sangue che la città non avrebbe mai dimenticato.
Marchiata a fuoco da un’infamia non sua e abbandonata da una madre sempre più distaccata e dedita all’alcool dopo il crollo del castello di menzogne cui era abituata, Everly si muove nel mondo in punta di piedi, timorosa talvolta anche della propria ombra. La conosciamo bullizzata da bambina, picchiata e rinchiusa in un armadio dalla madre e completamente invisibile ai più, come se fosse sua la colpa delle decisioni scellerate di chi le ha dato la vita. Everly sembra programmata per la sofferenza fino a quando non irrompono nella sua esistenza i gemelli; diversi come il giorno e la notte, Caiden e Jackson diventano il centro del suo universo mentre lei, in modo anche abbastanza inconsapevole, si trasforma in una Stella Polare per entrambi.
Ero un frutto, maturo per essere preso dai fratelli Parker. Mi avevano dato il calore, l’amore e le attenzioni di cui avevo un disperato bisogno. Erano i miei più grandi amori e i miei peggiori errori.
Gli anni che trascorrono insieme, a dispetto delle occhiate malevole di una società che le dà tregua solo quando è con loro, ma che per il resto del tempo la ostracizza, sono indimenticabili e complessi. Da un lato Everly li ama, perché sarebbe impossibile non farlo in quanto sono, a tutti gli effetti, eroi che la proteggono e si prendono cura di lei; dall’altro, una nota stonata si fa sempre più insistente quasi a rammentare, come un campanello d’allarme, che tutte le cose belle hanno una fine, e che più sono belle più quella fine è destinata probabilmente a essere tragica. Nonostante i sentimenti che prova per loro siano mescolati all’affetto fraterno e all’inevitabile cameratismo che si è creato, quando si avvicinano all’adolescenza alcune certezze iniziano a tremare. Come se un velo cadesse davanti ai suoi occhi, deve iniziare ad accettare che pur tenendo a entrambi, è Jackson con la sua luce oscura colui che sente come il pezzo mancante di sé. Al tempo stesso, nonostante siano gemelli e quindi connessi in un modo incomprensibile ai più, sia Jackson che Caiden non realizzano se non troppo tardi che l’attaccamento che provano per quella ragazzina sta evolvendo in qualcosa di diverso. Soprattutto, e questo è il punto nevralgico, non capiscono che stanno per divenire avversari in uno scontro che nessuno dei due ha alcuna voglia di perdere. Moderni Abel e Arthur, e chi è nato negli anni Ottanta sa esattamente a cosa mi riferisco, sono versioni diverse di Icaro che vogliono avvicinarsi al Sole, senza prendere in considerazione il fatto che con ali di cera i raggi risulteranno implacabili. Una tensione insopportabile inizia a serpeggiare tra i due, mentre Everly osserva come se fosse congelata nello sconforto il cambiamento delle dinamiche che, inevitabilmente, fa già presagire una tragedia. Da Jackson si aspetta reazioni che non arrivano, mentre Caiden mostra lati di sé incomprensibili per chi lo conosce così bene. Quello che dunque era un rapporto basato su forti emozioni e fragili equilibri inizia a creparsi nelle fondamenta mentre i legami di sangue sembrano svanire di fronte a una competizione che si presagisce senza vincitori.
Caiden aveva sempre saputo come gestire Jackson. Il marchio di oscurità di Jackson, insondabile per molti, non aveva mai spaventato Caiden. In un certo senso, erano l’uno l’opposto dell’altro. Fratelli gemelli ed esattamente opposti. Tuttavia, la gente si stupiva di come Caiden fosse sempre stato solare. Con i suoi capelli neri come la notte e gli occhi marroni ancora più scuri, era in netto contrasto con l’aspetto da dio del sole di Jackson. Forse il suo aspetto da Apollo era ciò che disorientava tutti su Jackson. Solo per quello, avrebbe dovuto essere la felicità e la luce personificate. Così, quando poi il suo viso si rabbuiava e iniziava a prenderti selvaggiamente a pugni la testa fino a metterti al tappeto e solo perché l’avevi guardato male… eri incapace di replicare proprio perché non te lo aspettavi.
Ognuno a modo suo, e mettendo a repentaglio la serenità già precaria della protagonista, inizia una battaglia che sembra avere fin dall’inizio un esito abbastanza scontato. Per fortuna l’autrice arricchisce un cliché a mio avviso abbastanza abusato caratterizzando in modo interessante entrambi i personaggi maschili. Jackson è onesto con la propria oscurità; non mente e quando lo fa ha un motivo che lo giustifica. Non voglio svelarvelo perché sarà lui a farlo, ma è una delle ragioni per cui è il personaggio che più spicca nel libro e si prende il meritato primo posto in un’ipotetica gara tra i tre contendenti. Caiden, d’altra parte, è vana illusione di una perfezione che non esiste, ma lui è in coma e non può difendersi dalle mie parole. Quello che sappiamo di lui lo conosciamo attraverso gli altri, ma gli avvenimenti che Everly narra non lasciano spazio all’interpretazione. Tanto per concludere la breve riflessione su questo trio, arriviamo alla protagonista. D’impatto non ho legato con lei e una sensazione di disagio mi ha pervasa fino alla fine. Poi mi sono soffermata a riflettere su cosa potesse avermi dato fastidio nei suoi comportamenti e ho capito che questo mancato feeling non avesse assolutamente a che fare con Everly, quanto col fatto che ho riconosciuto in lei alcune caratteristiche della me stessa adolescente di un millennio fa. La solitudine, per cause totalmente diverse, ti fa compiere talvolta scelte che possono essere ingenue e discutibili e che, viste con le lenti invecchiate dagli anni trascorsi, ti invoglierebbero a tornare indietro solo per prendere a schiaffi quella giovane e insopportabile versione di te. Non vi sono punti effettivi di contatto tra noi, ma ho riconosciuto quel profondo disagio dato dal fatto di non sentirsi mai abbastanza, e vivere dunque come un miracolo l’accettazione da parte di altre persone. Nel caso di Everly è ancora più chiaro perché lei viene tirata fuori da una situazione oscura addirittura dai rampolli della società nella cui orbita tutti sono desiderosi di entrare. Caiden e Jackson sono belli, ammantati da un alone di forza, popolari e decisi; sono le stelle del campus attorno cui gli altri gravitano inevitabilmente attratti, ma loro hanno scelto una disadattata come protetta, contribuendo a farla sentire accettata da una parte e ancora più odiata dall’altra. Everly detiene il potere, per certi versi del tutto inconsapevole, di far capitolare i gemelli non essendo altro che se stessa; lei per prima non lo capisce fino a quando non sarà troppo tardi.
Era una cosa strana che si potesse odiare se stessi e amare tanto qualcun altro.
Il libro si apre col suo trasferimento alla Rutherford Academy, dove spera di potersi finalmente dedicare al proprio progetto di vita cercando di lasciarsi alle spalle un passato troppo ingombrante e doloroso. Grazie alla sua tenacia e agli ottimi voti è riuscita a essere ammessa con una borsa di studio e ha davvero voglia, nonostante il peso che le opprime il petto, di iniziare un percorso che la distacchi da tutto quello che ha vissuto. Peccato che la Rutherford abbia cambiato nome, nei due anni in cui lei ha dovuto riprendersi dalle ferite, perché un nuovo Re ne ha preso possesso a dispetto del fatto di essere giovanissimo e dunque non un senior.
Il soprannome della Rutherford Academy era presto diventato Broken Hearts Academy (Accademia dei cuori infranti) per il modo in cui si era impadronito della scuola, lasciando sulla sua scia rovina e strazio tra la popolazione femminile.
Con quel ragazzo lei non parla dal giorno dell’incidente in cui lei e Caiden sono quasi morti, ed è il gemello cui ha votato il cuore quando ha compreso che i suoi sentimenti stavano cambiando. Jackson adesso è crudele, oscuro, vagamente indifferente a impenetrabile. La fissa e la mette a disagio, mentre una serie di eventi rovinano la nuova esperienza di Everly trasformandola in un tormento continuo. L’entusiasmo per l’ammissione alla prestigiosa scuola svanisce presto quando diventa bersaglio di scherzi tremendi e nemmeno troppo velate minacce di morte. Col nome inevitabilmente macchiato dalle azioni del padre, è costretta a vivere col timore di essere sempre riconosciuta, nonostante non possa essere incolpata per ciò che è stato rubato all’intera città. Quella lettera scarlatta non l’abbandona mentre la lotta per la sopravvivenza si arricchisce adesso anche del timore per la propria vita. Il dubbio avanza feroce, nonostante una parte di lei lo creda impossibile: che sia Jackson l’artefice dei suoi nuovi incubi? Il lettore, al pari di Everly, resta all’oscuro, mentre il romanzo termina con un cliffhanger tanto temuto quanto atteso che ci strappa dal torpore in cui si è rifugiato Jackson per nascondersi dai mostri che lo assillano. Sono di Lane, l’unico raggio di luce in tutta la scuola, le parole che esprimono nel modo migliore il sentire della protagonista verso di lui, ma, in un certo modo, anche verso l’intera situazione.
«Che rapporto hai con lui? Lo conoscevi prima di venire qui? Perché Eves… è sexy da morire. Ma tu lo guardi come se stessi letteralmente morendo.»
Che dire di questo libro, amici Magnetici? Come ho accennato sopra, non c’è stato feeling immediato con la protagonista e questo ha di certo avuto un peso. Ammetto una predilezione per i personaggi maschili, per cui spesso quelli femminili mi lasciano abbastanza indifferente; le rare eccezioni, quando avvengono, sono palesi perché non ne faccio mistero. I punti di forza sono a mio avviso due; il primo riguarda il passato di Everly, chiaramente rotto dal suicidio del padre e dalla conseguente estraniazione violenta della madre. Il secondo riguarda Jackson, personaggio che ha luci e ombre nette, di cui non fa mistero e non si vergogna. L’unico elemento con cui si autodistrugge è il senso di colpa, che accomuna anche Everly, ma spero che questo sia approfondito in modo consapevole nel secondo libro perché, se così non fosse, risulterebbe davvero fragile come reggente per l’attuale situazione che si è creata tra loro. Punti deboli ve ne sono eccome, ma li voglio ridimensionare in prospettiva del seguito; il romanzo è tutto sommato breve e, concedetemelo, quasi introduttivo. Di Caiden non voglio parlare, perché rischierei di togliervi il gusto di scoprirne la rilevanza, davvero molta se consideriamo che nella linea temporale presente lui vive solo attraverso le parole e i ricordi degli altri due protagonisti. Voglio credere che nel secondo libro vi sia spazio per lui e per la sua essenza quanto nel primo ne è stato dato a Jackson, mentre al tempo stesso voglio sperare che Everly scopra in sé una forza del tutto nuova. A mio avviso merita di rinascere come una fenice dalle ceneri, perché non sono sue le fiamme che ne hanno distrutto il mondo di bambina e adulta, dove è stata, per la maggior parte del tempo e per cause diverse, una vittima. Mi aspettavo un libro diverso? Sì, lo ammetto, ma non posso dire di esserne delusa. Sempre ricordando che la mia è solo una valutazione soggettiva, leggerò di certo il seguito cui spero di poter dare un voto più alto.
La maggior parte dei miei cattivi pensieri consisteva in mio padre e nei gemelli. Caiden era dietro ogni ombra, mio padre era in ogni mio incubo e Jackson… era il diavolo nell’angolo, che una volta era un angelo.
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