Non mi interessa quello che dicono gli altri, amare Sam non è stato un errore.
L’unico errore che ho commesso è stato lasciare che la persona sbagliata ci vedesse insieme.
Sono marcito per dieci agonizzanti mesi in prigione intanto che quell’idiota cercava di prendere il mio posto.
Sam pensa di essere andata avanti con la sua vita. È esattamente quello che volevo che facesse, finché non ho scoperto che il piano di lui aveva funzionato. Loro due hanno vissuto insieme, giocando alla famigliola, invece io lottavo per sopravvivere.
Quello che lui non capisce è che Sam è mia e non può fare nulla per tenerci separati. Sarà divertente vederlo tentare. Io sto tornando a prenderla.
Carissimi Magnetici, sapete cosa penso delle recensioni.
Nonostante le reputi fondamentalmente l’espressione di un’opinione personale, esposta in modo più o meno comprensibile e corretto, ci sono alcuni elementi che giudico imprescindibili in un romanzo. In primis il contenuto. Qualsiasi sia il trope scelto devono esservi coerenza, una struttura solida e uno svolgimento appassionante. Poi c’è la forma su cui, troppo spesso, andiamo a scontrarci senza appello. Questo è il preambolo, e non mi pare nemmeno molto attaccabile. Ma anche qui, opinione personale.
In merito a questo libro voglio affrontare solo il primo aspetto, quello del contenuto. Premetto col dire che non ho evidenziato alcuna frase, le famose quote di cui le recensioni hanno bisogno, e questo di certo è già un segnale importante. I presupposti, a livello di trama e scelta dei suddetti trope, c’erano tutti: un romanzo forbidden e age gap non poteva che attrarmi come Ulisse col canto delle sirene, dunque ho iniziato la lettura piena di buoni propositi che però si sono spenti dopo una manciata di pagine. La storia è semplice. Una giovane donna, appena diventata mamma, aspetta fuori da un penitenziario l’uscita dell’uomo che ama. Fin qui, tutto regolare. Sale l’hype, perché cosa avrà mai fatto di tanto grave quel fisioterapista sexy che è stato costretto a trascorrere dieci mesi lontano dal mondo? Ha avuto una tresca con lei, studentessa presso il liceo dove collaborava e, una volta che la storia, per vari motivi spiegati più avanti, è venuta alla luce, ha patteggiato il suo periodo di detenzione accettando di essere schedato come criminale sessuale, con conseguente perdita della licenza e fine di tutti i sogni. Alla stregua di un pedofilo per capirsi, perché in America prendono certe cose molto seriamente. Ora senza nulla togliere al sistema giudiziario statunitense, e vista la premessa sull’amore per i forbidden, non è su questo che voglio soffermarmi. Ho solo cercato di dare una panoramica. Avete presente quando non riuscite a entrare in sintonia con una storia? Quando i personaggi sono unidimensionali senza alcuna introspezione, buttati a casaccio nelle azioni e nei pensieri, privi di una coerenza narrativa? Ecco, abbiamo toccato il tasto dolente. Sam ha diciassette anni, ma quanti young adult abbiamo letto con protagoniste indimenticabili? Ha subìto un trauma, dopo, ma per il resto si butta a capofitto tra le braccia di un uomo che perde la testa per lei nel momento in cui la vede. Un uomo che dopo cinque minuti le confessa i suoi gusti sessuali molto particolari, con tanto di predilezione per corde e giocattoli. Premessa: caro Grant, non sei Christian Grey, ti prego di ricordartelo, perché anche lui ha avuto i suoi scivoloni, ma almeno aveva una storia alle spalle. Tu sei solo un belloccio che si diverte in modi fantasiosi, che peraltro trovo assolutamente leciti, ma così anche no, grazie.
Torniamo al primo incontro; va benissimo il colpo di fulmine, quanti ne abbiamo letti?, ma qui siamo al limite dell’assurdo. Non amo il fuoco lento, ma nemmeno le bruciature da fiammata tanto improvvisa quanto improbabile. Non ci sono né aspettativa né costruzione. Tutto e subito e questo, mi spiace, non è auspicabile in alcun genere. L’impressione che ho avuto è stata quella di leggere una manciata di capitoli che poi, con una colla distratta, sono stati messi in fila l’uno dopo l’altro solo per arrivare all’agognata, per il lettore, fine. Sapete benissimo che non amo, per il rispetto dovuto a chiunque prenda una penna in mano, dare valutazioni negative. Piuttosto taccio e sono più che felice che la politica del blog sia su questa linea, sempre e comunque improntata al massimo rispetto per il lavoro altrui. Non vige la regola del “purché se ne parli”, perché se devo parlarne male, o lanciare feroci strali su Amazon per stroncare le vendite, allora scelgo il silenzio. Samantha e Grant avrebbero meritato una maggiore introspezione, maggior dramma, faide familiari per tenerli lontani e molto di più. Invece non hanno avuto niente se non una voce opaca e poco credibile, che forse non sarà per molti una caratteristica deprecabile, ma che di certo non fa assolutamente niente per salvare il salvabile, anche dove il salvabile, pur cercandolo, non salta fuori da nessuna parte.
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