Mentre ero avvolto dall’oscurità, mio fratello gemello Bridge, da cui ormai mi ero allontanato da anni, ha preso il mio posto nell’azienda che possedevo, e accanto alla mia fidanzata. Vista la mia terribile reputazione, posso forse biasimarli per essersi innamorati?
Devo analizzare bene cosa ho fatto in passato e dove sono diretto adesso.
Passare un pò di tempo da solo? L’universo ha altri piani.
In Vermont, nell’isolata baita della nostra famiglia, trovo una splendida, seppur poco accogliente, sorpresa. È l'affittuaria Keaton Westbrook, influencer superstar, che sta affrontando un momento di grande dolore. Dopo l'arrivo di una tempesta invernale, abbiamo trovato qualcosa che ci tenesse al caldo, un'intimità che nessuno dei due si aspettava e di cui entrambi abbiamo bisogno.
Cosa succederà quando ci diremo addio?
È troppo chiedere al destino di darci una seconda possibilità per vivere e amare?
Seconda e ultima parte della storia dei gemelli Tennyson, e doverosamente quella del cattivo, Julian, oramai uscito dal coma, ma alle prese con una vita completamente diversa.
Tutto ciò che lo circonda gli è completamente estraneo, indifferente quasi: ha perso tutto Julian, perfino quel finto legame con Isabel, che ora è felice con suo fratello. Rifugiarsi in montagna, nella baita dove tutto gli ricorda la vita felice con la sua adorata madre, è una fuga che cerca per dimenticare e annientarsi.
«E dovetti chiedermi se forse, forse… il mondo sarebbe stato meglio senza Julian Tennyson ad abitarlo.»
Ma in quella baita, inaspettatamente, c’è anche un’altra persona, che è lì per le sue stesse ragioni; come Julian, anche Keaton ha perso, lo leggiamo subito e in modo molto dettagliato.
La morte, cruda, fredda, quella senza se e senza ma, ha lasciato ad entrambi la consapevolezza non di non essere stati abbastanza, di non essere stati adeguati nello stare accanto a quei cari che stavano spegnendosi poco a poco. La paura, la rabbia, l’infelicità è ciò che condividono in quello spazio ristretto, ma anche il doloroso senso di perdita: il loro non è un avvicinamento, ma proprio la condivisione di una vulnerabilità che li rende consapevoli della solitudine.
«Eravamo entrambi feriti. Ma in modi diversi.
…….
Mi chiedevo se fosse la stessa sofferenza, perché, qualunque motivazione ci fosse dietro, faceva male, e il dolore non può rimanere silente a lungo, non, deve essere sperimentato.»
Quello che inizierà come uno scontro, porterà Julian e Keaton a elaborare il loro lutto, a trovare un senso nella perdita dei loro cari, a ricominciare in modo differente.
«Perché era lui. Perché mi faceva ridere. Perché mi faceva sentire al sicuro e viva.»
Una storia anche molto, molto attuale nel raccontarci i social e i retroscena di chi ha deciso di viverci completamente, un fattore che possiamo condividere o meno, ma che vediamo oramai sempre più spesso soprattutto negli aspetti negativi, quelli che vive anche Keaton.
Molto bello anche l’epilogo finale, che chiude perfettamente questa duologia.
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