Secondo volume sulle sorelle Sullivan e il Salty Key Inn, l’albergo ricevuto in eredità e che stanno ristrutturando sotto il caldo sole della Florida. Le tre sorelle, il cui rapporto in precedenza era stato anche di contrasti, con la sfida dell’albergo hanno scoperto nuove cose su loro stesse, ma anche imparato ad apprezzare le altre nella diversità.
In questo secondo volume conosciamo molto meglio Darcy, quella all’apparenza più superficiale e fredda con le sorelle, e che cambierà molto nel corso della storia.
Nella lettera destinata a lei, infatti, lo zio le ha scritto una frase sibillina, su cui sta rimuginando non poco: lei non vuole stare in Florida, ci è andata perché la sorella maggiore le ha costrette, e sta facendo di tutto perché i tempi si abbrevino nella ristrutturazione da poter così andare via.
L’incontro con Nick, l’anziano caporedattore del giornale locale, però cambia poco alla volta le sue idee: quella che nasce come una collaborazione lavorativa, la porta a rapportarsi sempre di più non solo con le persone del posto, ma anche a scoprire tante storie di vita.
«Darcy ripensò ai primi giorni trascorsi all’hotel, a quanto era rimasta scioccata e delusa. Ora lo considerava casa sua.»
Vivere in Florida l’ha cambiata e le ha dato una prospettiva di vita diversa; alcune scoperte sul passato dello zio e che verranno alla luce durante la storia, renderanno Darcy più determinata, ma anche grata per la sua nuova vita.
Insomma un personaggio che davvero non era prevedibile cambiasse in modo così maturo, e che sorprende sicuramente.
I POV sono sempre alternati, anche se in questo volume sono per lo più di Darcy, ma il romanzo resta comunque una storia corale, sulla famiglia.
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