martedì 5 settembre 2023

Recensione a "Una ragazza d'altri tempi" di Felicia Kingsley

 




Genere: Romance Storico Regency
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 5 Settembre 2023
Pagine: 575
Prezzo: eBook 5,99 - cartaceo 9,40

 
 
 
 

A chi non piacerebbe vivere nella Londra di inizio ’800, tra balli, feste e inviti a corte? Di certo lo vorrebbe Rebecca Sheridan, perché a lei il ventunesimo secolo va stretto: vita frenetica, zero spazio personale e gli uomini... possibile che nessuno sappia corteggiare una ragazza?
Brillante studentessa di Egittologia e appassionata lettrice di romance Regency, Rebecca ama partecipare alle rievocazioni storiche in costume e, proprio durante una di queste, accade qualcosa di inspiegabile: si ritrova sbalzata nella Londra del 1816. Superato lo shock iniziale, realizza di avere un'opportunità unica: essere la debuttante più contesa dagli scapoli dell’alta società, tra tè, balli e passeggiate a Hyde Park. Mentre è alla ricerca del suo Mr Darcy, attira però l’attenzione dell’uomo meno raccomandabile di Londra: Reedlan Knox, un corsaro dal fascino oscuro e dalla reputazione a dir poco scandalosa. Insomma, il genere d’uomo che una signorina per bene non dovrebbe proprio frequentare. Ma quando Rebecca scopre segreti inconfessabili e trame losche dell’aristocrazia, il suo senso di giustizia le impone d’indagare. Nessuno però pare intenzionato a mettere a rischio il proprio onore per aiutarla. Non le resta che rivolgersi all’unico che un onore da difendere non ce l’ha: Reedlan Knox. E se, dopotutto, il corsaro si rivelasse più interessante del gentiluomo che ha sempre sognato? Decidere se tornare nel presente o restare nel 1816 potrebbe diventare una scelta difficile...

 
 
 
 
 
 
 
Rebecca Sheridan è una ragazza d’altri tempi, il ventunesimo secolo non fa proprio per lei, per questo appena può si rifugia nel passato, nei suoi studi di Egittologia, o nel suo diario dove si è costruita una vita parallela ambientata nell’epoca Regency. La perdita dei suoi genitori l’ha fortemente segnata ed ora vive una vita fatta di mille paure, mille apprensioni. Ha il terrore di viaggiare, di uscire dalla confort zone del suo minuscolo appartamento, tiene in borsa ogni sorta di medicinale di cui non ha assolutamente necessità, si rifugia nelle poche cose che conosce per non affrontare l’ignoto.
 
Io non sono vecchia dentro. Sono vintage, c’è della differenza. Sottile, ma c’è. Ho sempre avuto la sensazione di essere nata nell’epoca sbagliata e ogni giorno dei miei vissuti ventun anni me ne dà conferma. Sono vintage nella vita, detesto la fretta e le cattive maniere. Le parolacce gratuite, soprattutto. Se me ne scappa una devo essere davvero sconvolta. Sono vintage nel lavoro; vorrei insegnare storia, o curare un museo. Sono vintage nell’amore, perché mi piace il corteggiamento lento.
 
Quando, durante una rievocazione storica ambientata proprio nell’epoca Regency, si ritrova catapultata nella Londra del 1816 fatica non poco a riaversi dallo shock. Ancora più sconvolgente è il fatto di scoprire che tutti i personaggi di cui ha narrato nel suo diario come una coppia di zii, un cugino ed altri esistono veramente e che lei è una ricca ereditiera in cerca di marito che si accinge a partecipare alla famosa Stagione londinese.
Come se non bastasse, la scoperta del feroce omicidio della sua migliore amica Emily la vedrà coinvolta nelle indagini per scovare il colpevole.
Sarà quindi impegnata a scorrazzare per i bassifondi di Londra in compagnia dell’affascinante corsaro della corona Reedlan Knox. Dalla prigione di Newgate al manicomio di Bedlam, fino alle più sordide taverne e vicoli non lasceranno niente di intentato per scoprire questo mistero che pare intrecciato a doppio filo con le indagini che Reed sta conducendo per la corona e che portano a un misterioso complotto.
 
La Rebecca del futuro mai si caccerebbe in una situazione simile, né berrebbe birra da un boccale dalla dubbia igiene, in una locanda dove anche solo sfiorando le superfici si possono contrarre almeno tre tipi diversi di epatite, mai si butterebbe addosso a un uomo che conosce appena, mai lo lascerebbe anche solo sfiorarla come sta facendo Reedlan
 
Cosa posso dirvi di questo romanzo: gli indizi che non fosse un normale romance c’erano tutti, a partire dall’ambientazione veramente curata nei dettagli che denota un lavoro di ricerca davvero impressionante.
Un wordbuilding imponente che serve a sostenere una storia che diversamente non sarebbe stata credibile e che viene sostenuto con mappe e minuziose descrizioni di ambienti e luoghi.
L’epoca Regency ci viene presentata nella sua interezza, con i suoi lati luminosi fatti di balli e vestiti sfarzosi, e quelli più cupi fatti di miseria, pregiudizio e violenza.
L’autrice sceglie di mettere a nudo quest’epoca storica portandoci anche in luoghi, come il manicomio di Bedlam, che con i suoi orrori, le sue torture, la sua condizione di infima umanità è davvero un tratto emblematico della società di allora, dove una donna che perde un figlio viene considerata pazza e rinchiusa, dove la violenza e lo stupro sono di casa e soprattutto dove tutte queste misere situazioni vengono non solo considerate normali, ma anche offerte per lo svago dei più ricchi.
 
L’idea di essere stata sbalzata indietro di duecento anni con una permanenza indeterminata non mi aveva fatto impazzire, all’inizio, ma è una realtà a cui mi sono abituata e in cui mi sono integrata. Non romanticizzo più la Reggenza come quando mi limitavo a leggerne nei romanzi, anzi, ora sono consapevole di tutti i suoi limiti e di tutti gli aspetti più crudi e lacunosi. Ma qui c’è Reed, e nel mio futuro non ho davvero nulla che valga lo scambio. Perché dovrei tornare a dormire in un bugigattolo in cui non ho nessuno ad aspettarmi, nessun vero amico, con l’alto rischio di trovarmi a mandare curriculum senza ricevere risposta e accontentarmi di lavori scollegati dai miei studi purché mi paghino l’affitto, quando nel 1816 abito nel quartiere migliore di Londra, ho una famiglia–imperfetta, ma quale famiglia non lo è–e l’uomo che ho sempre sognato? È da un po’ che cullo l’idea di restare nel 1816. È un pensiero che sta lì, sullo sfondo della mia mappa mentale,  fin troppo timido per fare capolino e manifestarsi in maniera palese, ma l’ho sentito crescere dentro giorno dopo giorno e oggi ho avuto il coraggio di verbalizzarlo.
 
I personaggi sono caratterizzati benissimo, solitamente nei romanzi di questa autrice tendo a preferire i personaggi maschili, ma qui Rebecca è una spanna sopra tutti.
Non solo per la naturalezza in cui si cala nel ruolo di una debuttante del 1816, ma anche per la sua intelligenza e il suo spirito combattivo. Riesce a coniugare la sua anima antica alla moderna visione della vita che l’essere nata nel ventunesimo secolo le ha dato. Scorrazzando per Londra con le sue immancabili Converse, porta quel tocco di moderno nei salotti ammuffiti della vecchia nobiltà londinese, così trincerata dietro pregiudizi e tradizioni.
 
È come se fossi spaccata a metà tra il bisogno viscerale di ritornare al mio futuro che, sebbene imperfetto sotto tanti profili, almeno qualche tentativo di riconoscere equi diritti a tutti lo fa e già molto è stato conquistato, e il bisogno di restare nel 1816 per dare voce a chi non ce l’ha e contribuire a portare a galla la verità. E, pur faticando ad ammetterlo a me stessa, nel futuro non c’è Reed. E ce lo vorrei davvero tanto Reed.
 
Reedlan è il classico pirata da cui tutte vorremmo farci rapire, già dalla prima apparizione siamo pronte a dichiarargli amore eterno e ad offrirci come mozzi sulla Sfinge. Per affiancare Rebecca serviva un uomo decisamente avventuroso e incurante delle regole, quindi chi meglio di lui.
Non possiamo che capire il dilemma di Rebecca.
 
In fondo, mi dico, anche nella vita del futuro, quante volte le persone accettano compromessi? Fare un lavoro che non piace ma che tutto sommato paga le bollette. Oppure vivere in una casa che non corrisponde a quella dei propri sogni, ma neanche ai propri bisogni perché tutto il resto è fuori portata.
Stare con qualcuno che ci piace ma non del tutto, perché chi vorremmo davvero non ci ricambia.
Rinunciare al proprio tempo libero per raggiungere obiettivi professionali sempre più alti. Rinunciare agli affetti. Non c’è nulla di diverso…

 
C’è un personaggio secondario che mi ha spezzato il cuore, ovviamente non faccio nomi per non rovinarvi
la lettura, anche se inizialmente resta sullo sfondo, prende man mano sempre più la scena. La sua tragica relazione ci rivela come l’omosessualità nel 1800 fosse considerata una sorta di malattia da curare. Purtroppo, anche se i secoli sono passati alcune piccole menti restano fossilizzate su preconcetti preistorici e la discriminazione è ancora di tragica attualità.
A chi consiglio questo romanzo? A chi non si aspetta un classico romance, a chi vuole una esperienza immersiva nell’epoca Regency, a chi ama i romanzi che mescolano il genere romance con altro.
Dimenticate ogni romanzo letto prima di questa autrice, ovviamente se ne riconosce sempre lo stile, ma questo è un qualcosa di totalmente diverso e sicuramente una scommessa vinta.



 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 

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