L'ultimo posto in cui Sophia Lancaster voleva tornare era Poplar Falls.
È il luogo che racchiude tutti i ricordi dolorosi e le domande senza risposta che si porta dentro da quando era una bambina.
Una telefonata fa sì che la sua vita prenda una nuova direzione, costringendola a tornare nella città in cui non ha messo piede per una vita.
Nella stessa direzione c'è Braxton Young.
Occhi azzurri, il sorriso peccaminoso e l'aspetto rude però non sono all'altezza di Sophia che è lì per una sola ragione, e non per innamorarsi.
Prima riuscirà a lasciare questa piccola città e a tornare a New York City, meglio sarà per tutti.
Tuttavia, il destino non si cura dei desideri di due che sono quindi costretti a confrontarsi l’uno con l’altra, scoprendo che le loro differenze non sono così grandi come pensavano.
Ogni giorno li avvicina all'amicizia e alla possibilità di qualcosa di più.
Le risposte che la ragazza cerca potrebbero non solo dividerla da Braxton, ma potrebbero spezzarle il suo cuore.
Ho iniziato a disegnare pezzi eccentrici di gioielleria quando ero una studentessa alla New York School of Design. Una volta abbozzato ciascun pezzo, compravo i materiali e componevo tutto manualmente nel mio appartamento, di notte. Ne ho venduto qualcuno al mercato di Williamsburg a Brooklyn, nei fine settimana, e questo mi ha portata ad aprire un negozio online su Etsy. Era un modo per fare soldi facili una volta ottenuta la laurea; le vendite erano abbastanza costanti e mi sentivo appagata dalle mie creazioni. Poi, lo scorso giugno, il mio mondo si è capovolto: è stato quando Judy Winston ha indossato una delle mie spille ai Tony Awards. Ha vinto come Miglior Attrice in un musical ed è stata fotografata con il suo premio, mentre indossava un mio pezzo sul suo abito, proprio al centro.
Sophia Lancaster è una trentenne appassionata di design, che ha fatto del suo amore per la creatività un’arte e un lavoro. Grazie al supporto della madre e del patrigno, ricco industriale, adesso ha quello che ha sempre desiderato: una carriera promettente, le opportunità fornite dalla Grande Mela a portata di mano, amici fidati e un appartamento tutto per sé. È lontanissima dalla ragazzina cresciuta in campagna, a Poplar Falls, dove ha lasciato un passato mai dimenticato e ferite che sanguinano anche se ben nascoste; aveva solo dodici anni quando, in una sera come tutte le altre, la madre Vivian l’ha trascinata verso una nuova vita. Cresciuta nel rancore nei confronti di un padre che adorava e che si è rivelato un traditore, Sophia ha lasciato dietro di sé non solo un uomo, ma un’intera famiglia, la migliore amica e tutta la propria infanzia, in quelle terre sterminate che sapevano di libertà. Adesso le si prospetta un futuro luminoso, forse accanto ad un uomo ricco che la madre vorrebbe per lei, fino a quando un evento giunge inaspettato e la richiama come una sirena disturbante a ripercorrere i propri passi, rimescolando carte e sentimenti. La nonna è morta, quella stessa donna che non vede da più di un decennio, e lei deve andare a casa per la lettura del testamento. Armata di pregiudizi e con il cuore pesante, Sophia torna alle origini, per ritrovare attorno a sé le persone che l’hanno cresciuta, il padre Jefferson che la guarda senza parlare, la nuova moglie e i nipoti di lei, accolti in casa alla morte dei genitori. Sophia è cresciuta sapendo di doverli odiare, perché le hanno tolto l’affetto di suo padre: se Braxton non nasconde la diffidenza nei confronti di quella cittadina che sta sulle sue, Elle la guarda affascinata come solo una giovane sognatrice ancora in cerca della propria strada può fare. Sophia è bella, realizzata, capace e soprattutto ha quel sapore esotico che la città le ha lasciato sulla pelle, che la identifica come un paio di tacchi alti e i vestiti troppo eleganti per una fattoria. Eppure i tre giorni diventano una settimana, poi due, complici alcuni impedimenti di carattere organizzativo. Dopo il funerale potrebbe andarsene e ritornare per l’incontro col notaio, invece resta e s’immerge in quell’ambiente mai dimenticato, dove fango, sudore e levatacce mattutine sono quanto di più lontano possa esserci dalla sua consolidata routine, ma hanno un sapore di “casa” che le stringe il cuore.
La fai pagare a ogni singolo essere di sesso maschile per quello che ha fatto tuo padre. Questo non è giusto. Finché non lo affronterai di petto, avrai sempre paura di essere amata. Non è questo che voglio per te. Voglio dire, il peggio che può succedere è che lui ti rifiuti. Ma forse, forse, quello che scoprirai in Colorado potrebbe sorprenderti. È una scoperta che devi a te stessa.
Sono le parole della sua amica e collega Charlotte a colpire nel segno, premonitrici dei cambiamenti che Sophia non sa di dover accettare e comprendere, per poter andare davvero avanti. Bloccata in un tempo sospeso, nonostante i successi, Poplar Falls è il punto di svolta, un ritorno necessario per riuscire finalmente a prendere in mano quei ricordi nitidi seppur sfilacciati della sua bellissima infanzia. Alla fattoria tutto pare immobile, ma è solo apparenza. Le zie, Braxton e Elle, i braccianti, persino il padre sono cambiati. È cambiata la sua amica Dallas, che adesso non è più la compagna prediletta di scorribande, ma ci strappa un sorriso tutte le volte che apre bocca, soprattutto quando vuole mettere Sophia alle strette sul sentimento che sta nascendo per Braxton. Nonostante i nuovi impegni e quello che la fattoria anche a lei adesso richiede, non perde il contatto con la versione attuale di se stessa, perché il viaggio dona un’ulteriore spinta alla sua creatività, ispirandola nel disegnare gioielli ancora più ricercati, stravaganti e di successo. Se Sophia è centrale allo svolgimento, protagonista assoluta del racconto è però Poplar Falls; mentre leggevo è stato facile percorrerne le strade, affacciarsi alle vetrine, fermarsi per sorseggiare un caffè da asporto sotto il gazebo cittadino. Rivedevo i colori autunnali infuocati e i terreni sterminati, da percorrere al galoppo, inspirando i profumi che a New York sembrano impossibili anche solo da immaginare.
«Giuro, mi sembra di camminare sul set di un film di Natale della Hallmark Christmas», rifletto, mentre superiamo una coppia di suonatori di banjo intenti a sfidarsi.
Eppure in questo quadro delizioso, un’ombra aleggia imperturbabile, ricordando a Sophia che il tempo sta per scadere e lei, almeno in teoria, dovrebbe tornare nella metropoli. E oltre a questo, diviene impellente la necessità di affrontare col padre una discussione troppo a lungo rimandata, che nessuno ha il coraggio di intraprendere perché già foriera di un cambiamento senza possibilità di ritorno.
C’è un numero preciso di giorni assegnati a ognuno di noi su questa Terra, compresi compleanni e Natali. Per alcuni sono novanta, per altri molti meno. La nonna ha avuto settantaquattro compleanni, la mamma di Braxton ed Elle solo trenta. Alcuni persino di meno. Eppure il tempo è quella cosa che sprechiamo più di ogni altra, e non ce ne accorgiamo nemmeno. Pensiamo sempre di averne ancora, finché non ne abbiamo più. Siamo così disattenti da arrivare persino a desiderare che passi, perché il fine settimana arrivi presto o che la giornata di lavoro finisca o che i mesi invernali scorrano via, senza mai apprezzare ciò che abbiamo nel presente e senza mai fermarci per viverlo appieno.
Ed è la qualità del tempo a essere messa in discussione adesso, insieme agli affetti che sono così difficili da coniugare. È possibile avere entrambe le vite? Può Sophia mettersi in gioco, con un nuovo amore e la sua famiglia, liberandosi dalla presunzione che le pesa sul cuore come un macigno? Le dinamiche familiari, specchio del calore della cittadina, sono la costante di tutto il romanzo. Tutti i personaggi s’intersecano nel creare una piccola folla gioiosa, con i difetti e i pregi di chi ha vissuto sempre in un determinato ambiente, così curiosa nei confronti di quella ventata d’aria fresca che è Sophia. Il rapporto con Braxton apre a momenti dolci e divertenti mentre con Dallas, Beau e le zie, Sophia è libera di ritrovare il coraggio di indossare jeans e cappello lanciandosi al galoppo senza timore. Una menzione speciale va a Madeline, la nuova moglie del padre, che con la sua dolcezza e lungimiranza contribuisce non poco a scardinare le convinzioni della protagonista. Il libro si snoda verso il gran finale senza eccessivi drammi, quieto come la cittadina che assiste alle piccole e grandi tragedie della vita. Ve lo consiglio amici Magnetici? Sì, se volete passare qualche ora di puro relax, avvolti in una calda coperta e con una tazza di the in mano. Apprezzerete la bellezza dei paesaggi e sorriderete, lieti di non avere a che fare con niente di troppo complicato e dove le risposte alla fine arrivano, rimettendo insieme i pezzi di un puzzle nitido come i cieli tersi del Colorado.
Poplar Falls non ha bisogno di espandere il commercio, né gli servono grandi edifici per essere un ottimo posto in cui vivere e mettere su famiglia. A Poplar Falls c’è già tutto ciò di cui si ha bisogno.
Nessun commento:
Posta un commento