Genere: Romanzo rosa
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 15 Settembre 2023
Pagine: 380
Prezzo: eBook 5,99 - cartaceo flessibile 9,40
Alla soglia dei trent’anni, Diana sente di essere molto vicina al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi: ha una carriera bene avviata come wedding planner e si gode la frizzante vita sociale milanese, ricca di stimoli e occasioni mondane. Quando Roberto, l’uomo che frequentava da quasi un anno, la lascia senza spiegazioni, per Diana è una doccia fredda. E così, decisa a concentrarsi sul lavoro, accetta l’ingaggio che la porterà a trasferirsi per alcuni mesi nelle lussureggianti campagne intorno a Benevento, per organizzare il matrimonio da favola di una nota influencer. Il luogo dell’evento non è distante dalla casa dei nonni, che si offrono di ospitarla. Ma nonostante il calore con cui la famiglia la accoglie, e nonostante il bisogno di non pensare troppo al suo cuore spezzato, abituarsi alla vita di campagna è più difficile del previsto. Tra la mancanza di comfort, la connessione internet ballerina e le estenuanti frecciatine di Noah, il ragazzo che aiuta i nonni nella gestione dei terreni e degli animali, la pazienza di Diana viene messa a dura prova. Riuscirà a concedere alla sua nuova vita – e a sé stessa – un’occasione per ritrovare la felicità perduta?
Sono diversi in tutto e si detestano... Ma allora perché non riescono a stare lontani?
Sono diversi in tutto e si detestano... Ma allora perché non riescono a stare lontani?
È solito credere che all’interno di ciascuno di noi alberghino due diverse sfaccettature della nostra coscienza, comunemente simboleggiate con l’angelo e il diavoletto. Nel mio caso specifico non solo erano presenti, e anche parecchio rumorose, ma le due versioni di me stessa possedevano anche una personalità ben definita, con voce, abbigliamento, acconciature e hobby differenti, e soprattutto la comune inclinazione a mettermi i bastoni fra le ruote in tutti i progetti della mia vita: Diabolica, detta DD, e Angelica.
Diana vive a Milano, ha ventotto anni, da tre è una Wedding Planner rinomata. Ha una vita all’apparenza soddisfacente, un ex fidanzato, Roberto, che l’ha mollata da poco per telefono e una migliore amica, Silvia, compagna di avventure e sua perfetta antitesi. Conta le calorie, non si lascia andare a nessun eccesso e programma ogni evento della giornata. Le sue idiosincrasie sono tenere e fanno sorridere e, soprattutto, in lei convivono due voci che le parlano, a volte gridano senza ritegno in realtà, e che come due coscienze aggiuntive analizzano ogni avvenimento lasciandola in balìa di sentimenti contrastanti. Ce la raffiguriamo così, fobica per la pulizia e strenua sostenitrice dell’amata routine, con un elenco per ogni cosa e post-it rassicuranti di vario colore che la aiutano a dominare l’agitazione causata da ipotetici e quanto mai fastidiosi imprevisti. Quindi provate a immaginare cosa succede se, chiamata a organizzare le nozze di una famosa influencer, le si prospetta il compito di trascorrere sei mesi in provincia di Benevento, nel paese dei nonni materni dove ha trascorso le estati, sovvertendo quel mondo così meticolosamente organizzato tra i grattacieli e lo smog di una città immensa che le dà tutto e la rassicura. Eppure, spinta dall’orgoglio ferito e dalla voglia di dare un’ulteriore svolta alla carriera, decide di partire, mettendo in moto una serie di eventi destinati a segnarla come una pietra miliare in una nuova, intera esistenza. Mille ore di viaggio dopo, che ci ricordano un po’ il Claudio Bisio costretto a trasferirsi in “Benvenuti al Sud”, eccola arrivata alla fattoria; quel mondo così lontano, che sua madre ha disconosciuto cambiando cognome e prendendo lezioni di dizione per apparire un’avvocatessa ancora più seria davanti alla rigida società milanese, esplode davanti ai suoi occhi. Poco importa se la puzza di letame è ovunque, se le scarpe col tacco devono diventare un lontano ricordo e il wi-fi prende solo in un soppalco adibito a ufficio di fortuna sopra la stalla. Poco importa se la paglia s’infila dappertutto e deve dire addio alla manicure curata. Pur cercando di rimanere fedele a se stessa, Diana ritrova un mondo che ha amato e che sapeva di casa, anche se adesso è tutto più difficile perché i binari in cui ha costretto la propria vita tendono a srotolarsi come rette parallele nell’ordinario e preciso svolgersi di compiti precisi e autoimposti.
È lei stessa ad ammetterlo dopotutto: era fatta del settanta per cento di acqua e la restante parte di orgoglio e attacchi isterici.
Forse il senso d’inadeguatezza che le ha instillato la madre adesso può trovare sollievo nell’abbraccio di Imma e Nicola, i suoi adorati nonni che, anche se in età avanzata e con gli acciacchi che ne conseguono, guardano a quella nipote come a una sorta di miracolo, così diversa dalla bimbetta che ricordavano. La donna che ha bisogno del controllo per non sprofondare nell’ansia, può trovare una nuova ragione d’essere adesso che la tecnologia le mette i bastoni tra le ruote e la terra la spinge a ritrovare il gusto delle piccole cose? Come se non bastasse, ad aiutare il nonno alla fattoria c’è un gigante di quasi due metri tanto scorbutico quanto affascinante. Noah non è più lo smilzo con cui Diana trascorreva le estati, ma una montagna di muscoli e poche parole, che lavora e studia per costruirsi un futuro; legato alla terra e agli animali, è l’antitesi dell’uomo perfetto stilato da una personalissima lista di pregi necessari a un potenziale compagno di vita.
Ogni mio ex ragazzo era dovuto passare attraverso l’intransigente questionario Diana-dating: diciotto domande a risposta chiusa articolate in livelli che racchiudevano gli ingredienti segreti del mio uomo ideale. Avevo inserito titolo di studio, il livello di gradimento dei romanzi classici, l’interesse per il teatro e l’opera, il tipo di abbigliamento, il genere musicale preferito, l’attenzione per uno stile di vita sano e un approccio a una dieta varia, il fumo e altri vizi presenti nella famiglia fino alle terze generazioni; e ultimi, ma non per importanza, l’impiego lavorativo attuale e le ambizioni professionali future. Non ero solita perdere tempo nelle questioni amorose, di conseguenza uscivo solo con uomini che sapevano avvicinarsi il più possibile al mio ideale di marito. Se il soggetto in questione non raggiungeva almeno i quindici punti, allora veniva scartato senza pietà.
Noah ne ottiene solo quattro, eppure è in grado di sovvertire tutte le regole. È un lavoratore instancabile, si occupa della sorella Sibilla e del nipote Leonardo e non illude le donne. Ha relazioni sporadiche, ma senza impegno, anche se la metà del paese sotto i settant’anni lo segue con sguardi adoranti. L’altra metà no, ma solo perché è composta da uomini. Le ricorda in ogni momento, anche se a modo suo e con toni spesso sprezzanti, che la vita vera non è quella che lei osserva attraverso lo schermo di un cellulare, da cui Diana dipende non solo perché irrinunciabile strumento di lavoro. Tra battibecchi, rivelazioni e colpi di scena, il romanzo si snoda con leggerezza e maestria. I legami si rafforzano e ogni singolo personaggio trova il suo posto in modo magistrale; su tutti una menzione speciale per Sibilla, nuova amica e supporto inestimabile per Diana.
Così diversa da Noah, la sua parlantina vivace era la primavera in fiore rispetto alla notte d’inverno del fratello, che dispensava rade parole come se costassero un occhio della testa, tra lezioni di Yoga e una straordinaria sessione di introduzione alla pittura che è uno dei momenti più intensi del romanzo, resta nel cuore come la sorella che tutti vorremmo avere. In un mondo dove i colori assumono un nuovo significato, entrambi i gemelli guidano Diana in un percorso difficile, quello della ricerca delle radici che adesso vogliono scavare più a fondo per dare vita a rami maestosi.
Vi rassicuro subito, amici Magnetici; non siamo davanti ad un film di Hallmark, che comunque adoro. Non abbiamo tra le mani il solito romanzo in cui la donna in carriera amante della metropoli lascia tutto per andarsi a rintanare nel paesino romantico e mal raggiungibile dove ritrova l’amore d’infanzia. Sarebbe un torto nei confronti della protagonista e dei comprimari che la circondano con affetto e al tempo stesso la sfidano a cercare una prospettiva diversa da quella cui ormai è assuefatta. Perché se il destino dà una zampata che scuote le fondamenta, a Diana riconosciamo lo status di moderna eroina che si mette in discussione senza un elenco puntato da seguire, che anzi lancia in aria tutti i blocchi e i memo dove ha sempre annotato i sentimenti che poteva o non poteva permettersi di provare. Ho amato moltissimo questa storia e vi consiglio di leggerla. È frizzante, divertente, esilarante in alcuni punti e davvero tenera in altri. L’autrice ha uno stile sciolto, lineare, ma sincopato quando serve; le estrose intromissioni di Angelica e DD aggiungono quel pizzico di dolcezza e sarcasmo che non guastano mai, lasciandoci spiazzati e al tempo stesso in attesa di sentirle parlare sempre di più, fino a quando tacciono, di fronte a qualcosa più grande di loro. La certezza di aver trovato, anche se con fatica e per vie non del tutto scontate, uno sguardo confortante in un luogo che non ha bisogno di strutture perché parla da solo, al cuore di chi sa ascoltare, tra le braccia di chi sa essere casa e al tempo stesso sfida, che accetta tutto di te proprio perché proviene da te, e ti ama come solo le persone silenziose sanno fare.
«Diana, forse il tempo è sbagliato, ma non le persone».
Ringraziamo la CE per averci fornito l'Ebook
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