Miglior running back della North Boston University, famoso scapolo e numero uno nella mia lista di persone che ucciderei se potessi farla franca.
E adesso?
Il mio nuovo coinquilino.
Un tempo pensavo di amarlo.
Ma questo prima che iniziassi a odiarlo.
Non si ricorda chi sono o che ha reso la mia vita un inferno per anni. E prima che mi trasferissi senza saperlo di fronte alla casa in cui abita, non me ne sarebbe potuto importare di meno. Vivevo la mia vita nonostante quanto accaduto quella fatidica estate, inseguendo il mio sogno di diventare una tatuatrice.
Il Pit, come l'università ha simpaticamente soprannominato l'abitazione in cui vive con altri tre giocatori di football, non è stato altro che un fastidio e un promemoria costante del ragazzo che mi ha spezzato il cuore. E vedere le sue avventure di una notte entrare e uscire da lì non è stato affatto d'aiuto.
Ma pagando un affitto così basso e stando così vicino allo studio di tatuaggi dove lavoro, ho imparato a ignorarlo, malgrado i suoi tentativi di entrarmi sotto la pelle.
Almeno fino a quest'estate. Perché quando mi ritrovo senza un posto dove stare dopo che le tubature dell'acqua della casa in cui vivo si rompono, Leo Hernandez mi fa un'offerta che non posso rifiutare: vivere gratis al Pit con lui e gli altri ragazzi finché la mia padrona di casa non sistema questo pasticcio.
Ignorarlo era facile quando vivevo dall'altra parte della strada, ma stando nella stessa casa, con lui che se ne sta a torso nudo per metà del tempo e che mi guarda con un sorrisetto arrogante e uno sguardo ardente, è impossibile.
Eppure devo provarci. Devo respingerlo, anche quando farlo è esasperatamente difficile.
Mi ha già spezzato il cuore una volta.
Non gli permetterò di rifarlo.
Immaginate un’adolescente qualsiasi, di quelle che nella normalità diventano a-normali (sì, il trattino è voluto, perché l’anormalità non esiste!), perché sono silenziose, non appariscenti, hanno interessi diversi: e immaginate che quell’adolescente si crei un avatar in un gioco on-line, che la porta ad innamorarsi del ragazzo più figo della scuola e che lui la ricambi veramente.
No, questa non è una storia felice, anzi: per Mary ha voluto dire portarne le conseguenze per tutti gli anni del liceo, in una sorta di bullismo estremo e solitudine assoluta.
Ha così deciso della sua vita come voleva, e in quella vita proprio Leo, il suo amore di gioventù, non ha alcun posto.
Purtroppo per una serie di coincidenze, è il suo vicino di casa, nonché parte della compagnia di amici/fidanzati delle sue attuali migliori amiche: incontrarlo è inevitabile, come è inevitabile riaprire quella ferita, quel senso di rifiuto che la accompagna da sempre.
«Detestavo la sua esistenza, eppure in quel momento intravidi il ragazzo che conoscevo un tempo. O perlomeno, il ragazzo che credevo di conoscere. Quello che si sentiva schiacciato dal peso di ciò che pensava di dover essere, quello che aveva pensieri e sentimenti profondi che non condivideva con nessuno tranne che con me. Intravidi il ragazzo che ci teneva alla ragazza con cui restava sveglio ogni notte on line.»
In questa storia ci sono tanti temi: dal bullismo adolescenziale, che spesso non capiamo o vediamo nei nostri ragazzi, alla sua forma evoluta in mobbing-molestia sessuale, che altrettanto spesso non possiamo o non vogliamo riconoscere, spinti dalla paura del fallimento.
Il personaggio di Mary reagisce in modo diverso in momenti diversi della sua vita: come ragazza e poi come donna, rifiuta e combatte quelle prevaricazioni, con una forza interiore che serve anche a supportare il dolore, la sconfitta e che tante volte noi donne non riusciamo a trovare in noi stesse.
«Avevo imparato a vivere nonostante quello che mi era successo. E forse questo mi aveva resa più forte che se avessi semplicemente perdonato e dimenticato.»
L’amore di Leo l’aiuterà a capire meglio le debolezze sue e di lui, che per primo ammette di essere inadeguato, di aver sbagliato e che sbaglierà ancora.
«E quando le presi la mano nella mia, la parte di me che mi mancava da anni tornò silenziosamente al suo posto.
……
“Sono terrorizzata, Leo.” La sua voce era un sussurro tremante, e sentii la sua confessione come cento aghi nella gola. “da me?” chiesi. Annuì, e un pezzo di me morì.»
L’epilogo è tra i più belli letti di recente, perché oltre ad essere una finestra temporale non troppo avanti nel tempo è al tempo stesso corale e conclusivo, come in una sorta di saluto a noi lettori, con un pezzettino di ognuna delle coppie protagoniste di questa serie.
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