giovedì 19 settembre 2024

Recensione a "Odio come miele" di Charmaine Pauls

 


Genere: Mafia Dark Romance
Editore: Grey Eagle Publications
Data d'uscita: 10 Settembre 2024
Pagine: 317
Prezzo: eBook 7,99 - cartaceo 15,98

 
 
 
 
 
 

Ho pagato un prezzo troppo alto per reclamarla e ora non posso più lasciarla andare.

Un accordo siglato con una stretta di mano prometteva che sarebbe stata mia. Una promessa infranta l'ha strappata al mio futuro. Ho fatto sacrifici indicibili per rivendicare ciò che mi appartiene di diritto. Dopo tutto il sangue che ho versato in suo nome, il legame che ci unisce è l'odio. La guerra è costata cara a entrambi, ma il prezzo che abbiamo pagato non sarà invano. Non la lascerò mai andare.

Se pensa di poter sfuggire al suo destino, non ha ancora visto il peggio di me.

Se pensa di conoscere il diavolo che ho dentro, sta per incontrare il mostro.

 
 
 
 
 

Nuoto e nuoto, mettendo distanza tra me e la mia vita. Ma non importa quanto forte batta le gambe e quanto in fretta muova le braccia in acqua, non riesco a superare ciò che è intrappolato dentro di me. Me lo porto appresso nella profondità dell'acqua, finché la pesantezza del fardello mi trascina a fondo.

 

Tornano Angelo e Sabella, Amici Magnetici, nel secondo volume della saga de “Il Signore del Crimine Corso” di Charmaine Pauls. Li abbiamo lasciati separati, la giovane pronta a intraprendere la sua esperienza universitaria a Città del Capo, l’uomo alle prese con l’incidente mortale che ha spezzato la vita della madre e della sorella. Già l’incipit detta il tono di tutto il romanzo, persino più cupo del precedente. La premessa è necessaria, e i trigger warning sono d’obbligo. Adesso l’ossessione di Angelo e la sua sete di vendetta sono portati al parossismo, mentre l’angoscia di Sabella rischia di mettere seriamente in crisi la sua sanità mentale. In un saliscendi di ritorsioni e recriminazioni, il tempo che scorre quando non sono insieme li vede su fronti opposti a combattere per quello in cui credono e per gli obblighi cui devono sottostare. Sabella, nonostante pensi di riuscire a realizzare il proprio sogno, si sente continuamente osservata, è paranoica persino davanti alle ombre, si sfinisce tentando di mascherare alla famiglia il tormento interiore. Angelo, d’altro canto, si ritrova a capo del clan Russo, con tutti i doveri che questo comporta, soprattutto quelli legati agli aspetti non propriamente legali dei traffici internazionali. Dopo essere riuscito a ottenere il taccuino segreto del padre di Sabella, i fili delle sue macchinazioni si estendono a macchia d’olio, andando a infiltrarsi con meticolosa precisione negli ingranaggi di alto livello di ogni continente. Eppure ha un punto debole, di cui è però cosciente, che affronta con la stessa determinazione con cui pianificherebbe un omicidio; vuole quello che gli era stato promesso, e cioè la mano di una ragazzina per cui, in un modo o nell’altro, prova un’attrazione malsana e violenta. A dispetto del terrore che lui le incute, Angelo è impresso in modo indelebile nella mente della giovane, comunque consapevole che tutto sia destinato a finire, probabilmente nel sangue.

 

"Devi starmi lontano." "Non potrò mai starti lontano." Abbassa le mani e incurva le dita come artigli nella sabbia. "Che diavolo vuoi ancora da me? Ti sei preso tutte le mie prime volte. Tutto. Cos'altro puoi volere?" La risposta è semplice. "Tu." "Perché?" grida. "Cosa ti ho fatto?" "Desiderarti non è una punizione, Sabella. Siamo sempre stati destinati a stare insieme."

 

La narrazione è articolata, con cambi di ambientazione repentini e molteplici personaggi coinvolti, in primis la famiglia di lei, ma è il punto di vista alternato che ci regala sia momenti di tensione che di forte introspezione per entrambi i protagonisti. Hanno in comune un legame saldo con le loro radici e soprattutto la ferrea convinzione di essere schierati nel giusto. Se da una parte l’ignoranza di Sabella giustifica il suo essere ingenua, altrettanto non si può dire di Angelo, cresciuto e addestrato per essere il degno erede di un boss criminale. Rarissimi sono in lui gli attimi di cedimento e anzi, come ho già accennato, rispetto al primo volume il lato crudele che le riserva è accresciuto dall’odio connaturato alla consapevolezza della stessa esistenza della giovane. È lacerato, perché sente di appartenere a qualcuno che dovrebbe non solo disprezzare, ma che odia sul serio, in quanto causa inconsapevole di tutte le sue perdite affettive. Sabella gioca il ruolo della regina bianca, disarmata per la maggior parte del tempo, che schiera forze inesistenti contro un re nero incapace per la maggior parte del tempo di provare alcuna empatia. La sua giovanissima età, e il fatto di esserne stata comunque innamorata, la mette in una condizione di indubbio svantaggio, senza contare che la protezione che il fratello maggiore Ryan le offre non è altro che uno specchio per le allodole in un gioco più grande dove entrambi sono meri pedoni alla mercé di un dittatore. Le scene sono colme di violenza, sia verbale che fisica, con un aggravio dato dalla predominanza psicologica che pone Angelo su un livello diverso; egli gioca la sua partita come un professionista e solo in pochissime occasioni fa capolino quel ragazzo che si era fatto conoscere all’inizio, quando ancora credeva che la famiglia di Sabella avrebbe mantenuto la promessa stretta di un matrimonio combinato. 

 

È stata la mia prima e sarà l'ultima. Quello che siamo non è bello, ma siamo destinati a stare insieme.

 

Gli unici momenti in cui Angelo pare umano sono quelli in cui pensa a lei, mentre quando si trovano l’uno di fronte all’altra non sono che semplici antagonisti pronti a combattere come animali fino alla morte. Non vi è alcun intelletto, ma puro istinto nel rapporto che ormai sono costretti a subire, sia per il loro carattere, sia per le esperienze che li hanno forgiati. Nonostante Sabella reagisca per quanto possibile davanti alla forza bruta e alle minacce, il potere del ricatto annienta qualsivoglia strategia possa pensare di adottare, fino a quando comprende di non avere alcuna scelta in un quadro immensamente più grande di lei. 

 

Il mio tono duro la zittisce. Mi sforzo di addolcire la voce. "Scegli me. È l'unica cosa che si frappone tra te e la felicità. Puoi avere tutto ciò che hai sempre desiderato, tutto ciò che hai sempre sognato. Devi solo dire di sì." Si gira di scatto. "Scegliere te?" Ride, un suono freddo e beffardo. "Come posso scegliere un uomo che odio?" "Odiare o non odiare, cara, anche questa può essere una scelta."

 

Le emozioni di entrambi permeano il libro con un ritmo sincopato, andando di pari passo con le rivelazioni che lasciano Sabella ancora più congelata in quello che sembra un destino inequivocabile. I momenti più interessanti sono quelli in cui entrambi sono soli, persi nelle loro riflessioni tutt’altro che tranquille, quando analizzano i loro trascorsi e il presente con cui devono fare i conti. Il trasferimento di Sabella nella nuova casa, dove può respirare e studiare, vicino a quel mare che ama tanto, è solo uno spiraglio di luce prima che la tempesta corsa si abbatta con tutta la sua furia. Angelo non ha intenzione di giocare pulito e tutte le carte, nel momento in cui il tavolo esplode, saltano per aria lasciando un unico vincitore. Nelle dinamiche tra i due, che spiccano con colori accesi su uno sfondo di personaggi per lo più monocordi, i paesaggi fungono da cassa di risonanza, come se fosse impossibile la quiete quando la distruzione la fa da padrona. Eppure, nel tentativo di annientare Sabella, di piegarne la volontà e la resistenza, Angelo commette l’errore di credersi invincibile; in realtà nel romanzo si percepisce appena, ma è giocoforza pensare che gli schemi non siano fissati soprattutto perché la storia si chiude con un cliffhanger di tutto rispetto. Ripercorrere le strade della violenza e della minaccia è un’arte che Sabella subisce, ma cui si è in parte abituata, così come lo scendere a patti col fatto di essere diventata, a tutti gli effetti, la donna di un boss e dunque un bersaglio non solo per i potenziali avversari, ma anche per le forze dell’ordine. 

 

La mia vendetta è lungi dall'essere soddisfatta. Non ho nemmeno scalfito la superficie. Il mostro che si annida dentro di me vuole di più. Non si accontenta della semplice transazione occhio per occhio. L'unica moneta che gli interessa si misura in dolore e sofferenza. Se ne frega delle scuse, di ciò che è giusto. Questa è la natura dei mostri. Sono egoisti.

 

C’è una nota di merito che a mio avviso va sottolineata, Amici Magnetici, e non è di poco conto. Tutti i personaggi maschili creati da quest’autrice hanno il pregio di non mostrarsi mai diversi da quello che sono. Al loro peggio, o al loro meglio, non hanno filtri, costruzioni, maschere ingannevoli. Sono radicalmente uomini discutibili, legati al proprio senso dell’onore, cui si attengono in tutto e per tutto a prescindere da qualsiasi regola sia ritenuta accettabile dalla società. Di contro, Sabella rappresenta fin dal principio l’innocenza e la leggerezza di una ragazzina di sedici anni che, per tutti e tre gli anni coperti dai due volumi, vede la propria vita stravolta a causa di un patto stretto quando era appena una bambina. Il motore di tutto è suo padre, che più volte ricorre come personaggio fondamentale dei volumi fino all’inevitabile epilogo, dopo il quale comunque continua a toccare le vite delle persone a lui care. E se Angelo in lei vede lo spettro di un assassino, al tempo stesso non può che ricordare i motivi per cui, a prescindere dalla promessa di matrimonio, lui l’abbia sempre voluta per sé soltanto, quando a malapena la conosceva. 

 

Io e Sabella siamo sempre stati destinati a distruggerci a vicenda. Non c'è altro modo. Non si può tornare indietro. Entrambi abbiamo pagato un prezzo troppo caro.

 

Se in un altro contesto questo aspetto può essere venato di romanticismo, qui serve solo a esacerbare il risentimento, l’odio e l’ossessione di ferire l’oggetto del proprio desiderio. È uno status reciproco e da qui i tormenti di entrambi e le scelte discutibili che compiono per ribaltare di volta in volta i ruoli di preda e cacciatore. È una lettura di certo piacevole, più complessa del primo volume, che dimostra ancora una volta la bravura della Pauls nello scegliere sia i propri soggetti che le ambientazioni dove farli muovere, ma al tempo stesso è un libro che consiglio di leggere solo dopo aver dato un’occhiata alle avvertenze, perché potrebbe urtare la sensibilità di alcuni lettori. Detto questo, Amici Magnetici, godetevi il viaggio dall’Africa alla Corsica, gustatevi il mare e tutte le magie e la violenza che cela, oltre le rupi di una terra brulla, ma accogliente dove nuovi sapori e colori accarezzeranno la vostra pelle, sempre che qualcuno non decida che siete troppo curiosi e vi rinchiuda in catene, per farvi scontare l’aver sbirciato oltre una porta che sarebbe stato molto meglio tenere chiusa.

 

Mi balza alla mente il ricordo del giorno in cui ci siamo conosciuti, di come i suoi occhi si erano accesi quando gli avevo detto di no. Avrei dovuto capirlo allora, ma ero giovane e inesperta. Innamorata. Innamorata dell'uomo sbagliato. Quell'uomo mi ha preso il cuore e non me l'ha mai restituito. Non c'è speranza di riaverlo indietro, perché l'uomo a cui ho dato il mio amore è un'illusione. L'uomo che tiene i miei affetti in una bella prigione fatta di un dolore senza fine non è altro che una bella finzione.

 


 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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