Chiudo gli occhi e sorrido. «Le sirene sono per pochi, gli altri sono destinati a morire.»
«E tu sei una sirena, la nostra.»
Dominick soffre per il distacco dal migliore amico e le difficoltà che sta attraversando Didi. La perdita di controllo sulla situazione fa riaffiorare traumi del passato, alimentando il bisogno di aiutare gli altri che lo trascina in un circolo vizioso. La sorella della sua piccola sirena, però, rende più vividi i suoi demoni.
Didi è tormentata dai sentimenti che la legano a Dominick e che potrebbero minare in modo irreparabile la crew, basata sulla condivisione e la libertà. Cerca di soffocare il suo amore per non perderlo e per alleviare i traumi che lo segnano. Tuttavia, la richiesta di aiuto della sorella riporta a galla eventi mai confessati che l’avevano intrappolata.
Dominick teme che il sentimento che nutre lo porterà a distruggere proprio chi vorrebbe proteggere. Didi è pronta a lottare per proteggere chi ama dall’influenza nefasta della sorella, a ogni costo. Ma la verità è un mare in tempesta in cui è facile smarrirsi, finendo nella rete di una strega.
Quando la minaccia diventerà devastazione, sapranno accettare il loro amore?
«Surfiamo sulla vita alla ricerca dell’onda perfetta.»
Esiste una cosa più profonda e misteriosa dell’Oceano? Esiste un elemento più liberatorio e invincibile dell’acqua? Essa riesce a modellarsi in ogni forma, a vincere ogni resistenza, ad abbracciarci in una maniera così totale da farci sentire protetti, ma anche miseramente piccoli e indifesi.
La sensazione di poter quasi dominare questa vastità e potenza è capace di dare dipendenza, e questo lo sanno bene coloro che giornalmente sfidano le acque alla ricerca del brivido o forse di quella risposta di cui nemmeno loro conoscono la domanda.
I figli dell’oceano cavalcano le onde e non le moto a Malibù: Dominick è il Dio degli Abissi libero e selvaggio come chi per tutta la vita ha sfidato la morte per assaporare la vita, per ritrovare nell’immensità del mare quella piccola parte di sé andata perduta.
Sono legati tra loro da vincoli ben più forti di un legame familiare, li lega l’amore per una vita sciolta, per una fuga costante sulla cresta dell’onda più alta e impetuosa.
Il suo bisogno di libertà affonda le radici tra le macerie di una vita in catene, che ha scelto nella speranza di aiutare chi amava.
Dopo l’arruolamento di Shard tra le file degli Skull la sua crew è alla ricerca di un nuovo assetto, una nuova stabilità che sopperisca l’assenza di un membro così fondamentale. Le dinamiche tra Dominick, Tommy e Didi sono improntate sulla libera scelta e sulla condivisione, li unisce l’amore per il mare e la capacità di donarsi reciprocamente gli uni agli altri in una sorta di rapporto circolare che li coinvolge tutti in maniera assolutamente naturale.
Didi è una sirena e come la creatura mitologica da cui prende il nome ha una sensualità innata che esercita quasi inconsapevolmente su chi le sta accanto e che spinge gli uomini verso gli scogli di quella barriera che lei ha eretto tanto tempo fa attorno a sé stessa, ma che sta ora pericolosamente vacillando.
«Allora, danzerai con me?»
«Tra le rocce e negli abissi, ogni volta che lo chiederai.»
Didi e Dominick sono due anime affini, la comunicazione tra loro è fatta di gesti, i loro corpi si parlano dove le loro voci a volte tacciono, zittite da un passato di cui ancora portano profondamente i segni.
Il loro volersi ha il sapore dolce del contatto tra due corpi e anche amaro, come chi ogni giorno deve fare i conti con un passato che non è ancora riuscito a superare.
Il modo in cui Didi si dona è totalizzante, quasi alla ricerca nel corpo altrui della fiducia e dell’amore verso sé stessa che le sono stati tolti, alla costante ricerca di una sorta di approvazione verso quei desideri che ha sempre vissuto in maniera colpevole. Dominick dal canto suo rifugge un passato che lo ha segnato profondamente e il suo vivere il rapporto e l’intimità ne risulta condizionato.
E riesce a uccidermi ancora una volta. Un dolore bastardo che unisce il senso di impotenza, il male fisico e la vergogna di quel giorno e dei successivi. Incessante, incancellabile, ma che aveva trovato un po’ di pace con loro, la mia crew.
C’è tanta fisicità in questo libro, e questo non mi ha disturbato perché appunto l’ho considerata la vera comunicazione non verbale dei personaggi coinvolti, il loro modo di sentirsi, di riconoscersi e di appartenersi, cercando al contempo di mantenere una propria individualità scevra dalle ombre del passato, ma proiettata verso il futuro.
Il messaggio che decido di leggere tra le righe, è che ognuno di noi è libero di stabilire i confini di ciò che gli è essenziale per stare bene, includendo all’interno coloro che sono capaci di aggiungere un valore alla nostra vita senza distinzioni di sesso, nazionalità o… numero.
Apprezzo che l’autrice abbia affidato il compito a questi personaggi, finora apparsi marginalmente, ma che avevano il diritto e il dovere di narrarci la loro storia, oltretutto ciò è anche funzionale alla trama generale della serie perché aggiunge alcuni tasselli importanti.
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