Volare: questo è quello che Morag fa da tutta una vita, e questo è quello che fa la sua famiglia.
Una passione, un amore infinito, verso quel essere sopra le nuvole, con quel senso di libertà unico: lei ha dato tutta la sua vita a questo, in un legame unico trasmessole da suo nonno, con la sua piccola compagnia di aereotaxi .
Ma Morag adesso è un comandante di linea che ha vissuto un incidente aereo non dipeso da lei, ma che per questo dubita di tutte le sue capacità; per cui, quando arriva quella telefonata, in cui le chiedono di tornare per aiutare l’attività di famiglia, è come un respiro, un ponte su qualcosa di indefinito che lei decide di attraversare.
«Talvolta in volo provavo quella stessa sensazione: l’idea che tante piccole persone, minuscole e al caldo e al sicuro, rivolgessero a me i loro piccolo occhi.»
Dall’arrivo sull’isola, però, accadono tantissime cose, che da una parte la tengono impegnata, e da una parte la faranno confrontare con tutti i suoi dubbi.
Durante uno dei trasporti, un’improvvisa tempesta la costringe ad atterrare su una delle isole, dove vive temporaneamente uno studioso.
Lì, in quella sorta di strana convivenza forzata, senza alcun supporto, senza luce, con il cibo ricavato dai pochi animali che lui ha nella tenuta, con il contatto assoluto con la natura, Morag si riappropria di se stessa, delle sue sicurezze di donna e di pilota.
«Quel tempo era tutto mio. Ma non era un tempo vuoto, pesante o sottotono come durante il lockdown, quando l’unica cosa che si poteva fare era scrollare il cellulare. O come quando aspettavo notizie dal lavoro, e trascorrevo le ore in preda a un’ansia snervante. Adesso avevo a disposizione del vero tempo libero, sconfinato come l’oceano.»
Quella terra, quel lavoro così diverso dal suo e che lei ha cercato proprio per andare via, il suo legame con il piccolo aeromobile Dolly da cui ha imparato tutto, la aiuteranno a darsi un nuovo inizio.
La storia è infatti a POV unico, molto descrittiva e analitica per la parte del volo (forse troppo, per chi non è appassionato come chi vi scrive), ma riesce a far capire i sentimenti e le incertezze di chi fa uno dei lavori sì più belli, ma anche più rischiosi che ci siano.
Il personaggio di Morag è ben delineato, anche nelle sue scelte e sentimenti, e il legame che si crea sull’isola con Gregor si aggancia alla storia, senza sentimentalismi inutili o parti romantiche, che sarebbero risultati una forzatura inutile. Il libro si lascia leggere, è scorrevole e fluido, peccato solo per la traduzione del titolo, poiché di segreti non ce ne sono………..
Nessun commento:
Posta un commento