C’è un invito a cui Wyatt Ford non può proprio sottrarsi: quello alle nozze di suo fratello, che lo ha letteralmente implorato di tornare a casa ed esserci.
E così quella lettera, che gli ha come imposto di prendere in mano la sua vita, ormai lontana dalla sua città e del tutto diversa, e di gestirla come un adulto, gli impone di tornare, seppur a malincuore, affrontando la sua famiglia a Cold Spring.
Wyatt non è più lo scapestrato figlio del sindaco a cui veniva perdonato tutto, il ragazzo viziato che non si prendeva mai la briga di impegnarsi in qualcosa: è un uomo, che ha scelto di andarsene, e che capisce subito che in città le cose sono cambiate e in peggio.
I preparativi per il matrimonio sono una delle tante cose che non gli “quadrano”: e c’è poi quella Hazel, la damigella, così diversa, così diretta e sboccata, e che lo prende in giro fin da subito.
«Ma è una sensazione potente, quella di sapere che sono il centro della sua attenzione.»
Due opposti sì, ma che scoprono di avere in comune l’obiettivo di non far sparire quella loro città, con la cementificazione selvaggia.
Tra una protesta, una prova per i vestiti e i dolci per il matrimonio, e un pappagallo sboccato, Wyatt e Hazel scoprono di avere qualcosa in più che li lega, seppur così diversi.
«”E questo per che cos’era?” “Per essere te. Esattamente quello che sei”.»
Non ci sono traumi o ferite del passato, ma questa è una storia tutta sul momento, in cui i due protagonisti riescono, con leggerezza e simpatia, a darci una storia piacevole, molto divertente in alcuni passaggi e che, a mio personalissimo parere, vuole lasciare con un sorriso.
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