Sono il re degli affari. L’alfa del branco. Nessuno osa sfidarmi. Tranne la mia nuova assistente.
Mette in questione le mie direttive e mi chiama di nascosto Grande capo cattivo. Quando le do un ordine mi chiede perché, con tutti i miliardi che ho, non mi pago un corso di buone maniere.
Peggio ancora, la piccola umana profuma di tentazione. È vestita per uccidere, e muoio dalla voglia di affondarle i denti nelle carni.
Un giorno perderò il controllo… e un lupo non abbandona mai la caccia finché non ha fatto sua la preda.
Sono l’alfa. Prendere il toro di Wall Street dalle corna è il mio destino, il mio compito.
Cari Magnetici, buone notizie: i lupi mannari esistono e lavorano a Wall Street.
Brick Blackthroat è l’alfa a capo del suo branco, alla morte del padre ha faticosamente ereditato il suo ruolo riuscendo a salvare la sua famiglia e anche l’impresa di famiglia. Sì, perché Brick non è solo il lupo alfa, ma è anche il Ceo della Moon Co. ed ha un evidente problema con le assistenti personali che non riesce in nessun modo a non licenziare. Tutto questo fino a Madison Evans, umana sfacciata e irriverente che non ha idea di essersi letteralmente cacciata nella “tana del Lupo”
Regge tranquillamente il mio sguardo – ma senza sfida; solo con attenzione. Mi sta leggendo dentro. Vorrei trovare una critica da muoverle, ma non ci riesco. È il giusto miscuglio di sicurezza e umiltà. Né eccessivamente audace né rammollita. Ha modi fastidiosamente affascinanti. La odio già.
Madi ha faticato per anni, studiando con la speranza di entrare finalmente nel patinato mondo di Wall Street, dove spera di dimostrare il suo valore e non sarà certo il suo scorbutico e irritabile nuovo capo a mandare a monte i suoi piani. È più che determinata a tenergli testa e a dimostrargli di essere una risorsa per l’azienda, nel frattempo però deve anche ricordarsi che essere attratta dal capo, per quanto affascinante, non è proprio una buona idea.
Mi faccio in quattro per decifrare Brick Blackthroat. Ha due espressioni principali: l’occhiatina torrida e l’occhiataccia schifata. Lo irritano tutte le interruzioni e le interazioni con chiunque non faccia parte della squadra dirigenziale (inclusa o soprattutto la sottoscritta).
Brick sa che il suo dovere è difendere la famiglia e l’azienda dall’attacco dei branchi rivali e continuare la sua stirpe con una lupa dal pedigree impeccabile, questo in teoria perché in pratica il suo lupo vuole Madi e la brama già come se fosse la sua compagna.
D’un tratto vorrei saperne di più su di lei, in modo da capire il suo scopo. È una femminista contraria all’oggettivazione delle donne? O è più subdola e spera in un licenziamento per farmi causa? O magari è mera curiosità di vedere fin dove può spingersi con me.
Conosco il lavoro di queste due autrici da diversi anni, avendo avuto modo di leggere molti libri frutto delle loro collaborazioni e anche la fortuna di averle incontrate personalmente confermando che sono davvero delle persone splendide. Quello che ho trovato in questo libro è esattamente quello che mi aspettavo, una storia frizzante e divertente condita con tanti momenti sexy. Il carattere lupesco di Brick fa gran parte del lavoro dandoci momenti davvero intensi ed interessanti.
Gli fa da contraltare una Madi che tutto è che una inerme e sprovveduta donzella caduta nelle grinfie del lupo cattivo, anzi del grande capo cattivo.
La storia di questi due protagonisti continua nel secondo volume, di cui a breve vi darò notizia.
Io non mi faccio le umane, e poi le dipendenti sono off-limits. Mai cacciare ciò che non si mangia.
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