«…mi ero trasformata in qualcuno che nessuno riconosceva, soprattutto me. Avrei fatto di tutto per sentire qualcosa, anche se purtroppo non funzionava mai.»
Questo è ciò che pensa di se stessa Julep Lee, dopo aver perso il controllo del sua vita dopo la morte di sua sorella; il suo trasferimento in Alabama, da suo padre è il tentativo finale di sentirsi meno miserabile, di ricostruire il rapporto con suo padre, e di rendere la sua vita meno difficile da sopportare.
Nessun ragazzo, nessun amico, niente: solo la pole dance e i mercatini, due cose diversissime che però le permettono di scaricare quel “male di vivere” che la sta autodistruggendo.
Ma c’è un ma, un ma che ha l’aspetto di uno dei giocatori che suo padre allena, che la guarda come se la vedesse, e che non scappa davanti a quello che vede.
«No, era un sentimento delicato, sommesso, un inconfondibile tipo di tristezza. Comprensione. Era lo sguardo di qualcuno che capiva davvero.»
Holden è il capitano della squadra: calmo e serio, è un vero e proprio leader, e anche se ha subito un infortunio grave, è da sempre concentrato solo sulla sua carriera nel football.
Sa benissimo di non poter rischiare nulla con la figlia del coach, ma c’è qualcosa in quella ragazza che gli fa vedere il suo stesso dolore, poiché anche lui ha perso i suoi familiari. Questo sentimento di perdita e di privazione non solo lega poco alla i volta i due, ma ce li fa conoscere in tutte le sfaccettature.
Capiamo dunque la freddezza di lei come la determinazione di lui, e lo facciamo leggendo la storia di due ragazzi già “vecchi” nelle loro emozioni e sentimenti, ma proprio per questo ricchi nell’anima di tanto di più.
«Adesso sapevo cos’era quel fantasma che le avevo visto negli occhi fin dalla prima volta che l’avevo incontrata. Era uguale al mio. Come se desiderarla fisicamente non mi facesse impazzire abbastanza, come se provocarla non mi mandasse su di giri, come se battibeccare e farle alzare gli occhi al cielo non riportasse in vita una parte morta di me, ora sentivo un legame con lei che non avevo mai sentito con nessuno in tutta la mia vita. E dovevo reciderlo e rimuoverlo come un proiettile.»
La determinazione e calma di Holden sarà il punto fisso di Julep, la sua ripartenza, così per Holden stesso capire che lei è il suo punto fermo di tutto.
Di più non possiamo e non vogliamo dire, perché la Steiner è sempre la garanzia di una bella lettura, di quelle dove non ci sono solo sentimenti e parti “hot” ben bilanciate e mai volgari, ma anche carattere, determinazione, dialoghi mai noiosi o banali.
Correte a leggerlo!
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