Genere: Fantasy
Serie: An Heir Comes To Rise #1
Editore: Queen Edizioni
Data d'uscita: 21 Luglio 2023
Pagine: 430
Prezzo: eBook 5,99 - cartaceo 17,00
Nel villaggio esterno di un regno in cui i Fae sovrastano gli umani, Faythe, un’orfana con un talento per la spada, sa quanto sia importante tenere la testa bassa di fronte alle pattuglie Fae. Lei e il suo migliore amico Jakon aspirano a una vita migliore, e il suo desiderio di fendere la spada in combattimento potrebbe offrirle uno scopo e il denaro che brama così tanto. Quando attira l’attenzione della guardia reale Nik, scopre ben presto che la sua natura mortale non è l’unica ragione per cui deve passare inosservata. Nik è un Notturno, un silenzioso assassino della mente con il potere di penetrare nei sogni altrui e, che lei si fidi o no, sta per risvegliare in Faythe abilità che un’umana non dovrebbe possedere. Abilità da Notturno. Abilità pericolose. Abilità che insegneranno a Faythe che il sangue scorre più denso dell’acqua… e se non imparerà presto a fidarsi dei poteri superiori, il sangue scorrerà davvero.
In Ungardia, neppure nei sogni si era al sicuro. Infatti, quello era l’unico posto in cui umani e Fae si ritrovavano a pari livello di vulnerabilità. Addormentarsi significava rischiare che le proprie menti finissero alla mercé delle intrusioni dei Notturni; significava essere inconsapevoli della loro agghiacciante presenza.
Lo sa bene Faythe che all’apparenza conduce una vita ordinaria nel villaggio di Farrowhold come semplice assistente alla bancarella del pane nella piazza del mercato. Trascorre le giornate lavorando per pochi spiccioli e qualche avanzo, orfana, con l’unica distrazione di esercitarsi nel combattimento. Vive in una capanna con l’amico Jakon, con cui è cresciuta da quando entrambi sono rimasti soli, senza che nulla turbi l’apparente equilibrio delle loro esistenze, complice il diktat assoluto di tenersi lontano dai fae che vivono all’interno delle mura e pattugliano la città. I mondi degli umani e delle creature magiche sono agli antipodi e la violenta brutalità di queste ultime è giustificata dal necessario mantenimento dell’ordine e del controllo. Da centinaia di anni guerre sanguinose attraversano il continente, sempre in pericolo per le incursioni di Valgard che da Est è riuscito a conquistare Dalrune e Fenstead: High Farrow, Rhyenelle e Olmstone resistono ancora, ed è proprio nel primo regno che le storie del romanzo prendono vita, anche se intrecciate con gli echi lontani degli altri. Il villaggio di Faythe è sotto la protezione del Re fae Orlon Silvergriff, il cui unico interesse non è proteggere la popolazione affamata quanto inviare i potenti Notturni a caccia di potenziali traditori per condannarli a morte immediata. Ed è proprio a seguito di una di queste incursioni che toccano persone cui la protagonista è legata che avviene l’incontro con Nik. Ciò che pare un imprevisto, un semplice sfiorarsi nel passarsi accanto lungo un sentiero, diventa la goccia che fa traboccare il vaso, il sasso gettato nello stagno che mette in moto onde perpetue. Non disposta a chiudere gli occhi davanti alla cruda realtà che la circonda, Faythe intraprende un viaggio dentro se stessa, dove scopre capacità a lungo sopite che scalpitano per prendere finalmente vita in tutto il loro splendore. Ma chi è Nik?
Perché all’improvviso le loro menti sono così vicine da toccarsi? Cosa nascondono quegli occhi di smeraldo grevi di promesse e interrogativi? E soprattutto, perché non è come gli altri fae, crudele e distaccato?
I Notturni, una forza oscura e invisibile tra le loro fila, possedevano l’abilità telepatica di entrare nell’inconscio di una persona e accedere ai suoi pensieri e ricordi, che concedeva loro la letale capacità di uccidere dall’interno. Per i Notturni, la mente era un parco giochi di segreti e bugie, e si dilettavano da sempre a sguinzagliare quei pensieri dal loro innocuo contenimento e condannare l’ignara vittima.
Come tutti al villaggio, Faythe sa che deve tenersi alla larga dai soldati e soprattutto dai Notturni, anche se non comprende come possano utilizzare le paure più recondite di coloro di cui invadono i pensieri.
Cercando di rendersi invisibile, si allena a combattere i propri timori, mascherandoli e al tempo stesso facendo pratica con la spada, unico momento in cui riesce a svuotare completamente la mente altrimenti sempre costretta tra barriere che feriscono per quanto vogliono cedere e al tempo stesso resistere.
Nonostante la narrazione in terza persona, è facilissimo entrare sotto la pelle dei personaggi, tale è la maestria con cui le emozioni sono trasparenti e acquistano vigore. Il punto di vista alternato avrebbe forse potuto dare qualcosa di più? Non credo, perché va riconosciuto all’autrice il merito di non aver mai abbassato la guardia, mantenendo la narrazione vivace e aprendo a una visione più ampia, onnisciente se vogliamo, tipica del narratore esterno. Eppure qualcosa scivola fuori dalle crepe ed è un potere che aleggia e vuole trovare la propria strada, come un bosco che si svela al viandante incauto non cosciente delle prove che dovrà affrontare. Se il topos del viaggio è classico così come quello della nascita dell’Eroe che riconosce la propria essenza, Faythe si distingue per la sprezzante noncuranza nei confronti dei miti, quelle storie mai dimenticate che nelle proprie pagine contengono il destino del mondo. Non è un caso che sia affiancata da menti e occhi che la sostengono, quando si convince di essere un granello di polvere davanti all’immensa forza di chi ha una natura aliena rispetto alla sua: i momenti più alti sono proprio quelli in cui fa i conti con la propria umanità, debole e limitata all’interno di un universo sconosciuto e più grande di lei.
«Non fare dei tuoi doni una maledizione. Essi sono ciò che tu li fai essere, e non il contrario. C’è un motivo se li possiedi, perciò accoglili. Non combatterli.» Sapeva che aveva ragione. Aveva trascorso così tanto tempo a cercare di convincersi di essere ancora la stessa umana ordinaria; di poter chiudere tutto ciò sottochiave e cercare di dimenticarsi persino di aver avuto un’abilità. Ma più scopriva di se stessa, più si rendeva conto che non sarebbe potuta tornare a essere quella ragazza. L’idea la spaventava a non finire, ma avrebbe imparato ad accettarsi, ogni parte di sé, sapendo che nonostante tutto e indipendentemente da ciò che sarebbe successo, il suo cuore non sarebbe stato intaccato. »
Accanto a lei forza, coscienza e saggezza prendono forma nelle vesti di amici vecchi e nuovi, ma sarà Nik il motivo per cui potrà iniziare a guardarsi dentro per scoprire finalmente che quello che ha sempre sentito, che l’ha resa in qualche modo diversa dagli altri, ha uno scopo ed è innato. Se nella sua umana fragilità Faythe è morsa dal dubbio, non ha però paura: è talmente abituata alla privazione e al buio del proprio passato da provare sollievo nel momento in cui i pezzi del puzzle a poco a poco s’incastrano per formare un approssimativo quadro d’insieme. L’addestramento del guerriero è essenziale: la spada è solo una figura della mente che deve essere forgiata, plasmata e infine allenata per compiere quello che in potenza sa fare, risolvendo il conflitto interiore scatenato dalla spinta all’ordinario.
«Sei un maledetto miracolo, Faythe.»
Nik riesce a riassumere in poche parole quello che lei ha tenuto involontariamente nascosto da sempre. Il terrore di rivelare parti di sé che possono allontanare coloro che la amano è lì a prendersi gioco dei legami, in un tumulto di sensi di colpa per le bugie raccontate. Ogni combattimento, ogni libro letto grazie alla nuova amica Marlowe, eccezionale maniscalco che le forgia la prima spada con acciaio di Niltain, ogni ferita e livido nascosti a Jakon, tutto risuona nel cuore di Faythe come un’incudine martoriata da un martello inevitabilmente feroce. In parallelo alla crescita della protagonista e alla scoperta delle abilità che la contraddistinguono, gli eventi si susseguono veloci. Nik nasconde più di quello che dice, Marlowe ha un ruolo ben definito in un’equazione che verrà svelata solo in parte e la forza bruta delle guardie e del capitano Varis accelerano l’azione. La maschera che Faythe indossa inizia a creparsi quando arriverà davanti al bivio più arduo: accettarsi nella propria forma pura e letale stringendo un patto che la imprigiona pur di salvare coloro che ama. Ha un’unica paura che il bosco le ha messo davanti ed è il motore per cui è pronta al sacrificio più alto: poco importa se questo coinvolge livelli di autorità e poteri che non comprende fino in fondo, perché per Jakon e Marlowe non esita mai, anche a costo della vita. È qui che risiede la bellezza di questo libro, amici Magnetici, che vi consiglio di leggere e assaporare con lentezza. Dico questo perché magari, troppo presi dal desiderio di sapere come andrà a finire, potreste perdere delle sfumature importanti: il fatto di essere il primo di una serie e gli intrecci appena accennati che daranno vita ad avventure parallele negli altri regni non può distoglierci dall’incredibile lezione che ancora una volta un romanzo fantasy ci fornisce. Se andiamo oltre il livello del puro intrattenimento e scendiamo a fare una passeggiata tra le nebbie dorate, è probabile che andremo a sbattere in modo abbastanza violento contro barriere scure e all’apparenza impenetrabili. Sono quelle della mente di Nik, ma anche di Faythe, che nascondono un mondo al di là di un bosco spaventoso, dove il cielo è di un azzurro perpetuo e un tempio aspetta che voi troviate la chiave. Come in tutti i migliori romanzi di genere, la storia è epica e richiama i miti e le leggende di cui non ci stanchiamo mai, che vorremmo perpetrati all’infinito. Perché per quanto i poteri coinvolti possano apparire estranei e assurdi, la battaglia di Faythe è la battaglia che combattiamo tutti, dove quello che rimane è il cuore e questo è, decisamente, umano e alla nostra portata.
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
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