Genere: Romanzo contemporaneo
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 4 Giugno 2025
Pagine: 639
Prezzo: eBook 6,99 - cartaceo flessibile 12,26
Dopo la morte della madre, Hazel è costretta a lasciare la sua casa di Londra e a trasferirsi in Scozia da Jacqueline, una lontana parente che non aveva mai sentito nominare. Tutto meno che entusiasta, la ragazza proprio non riesce a darsi pace per la piega che hanno preso gli eventi. Non solo, il suo sogno di studiare negli Stati Uniti per diventare ballerina professionista è ormai quasi irraggiungibile. Una volta giunta a destinazione, però, ha una sorpresa: Jacqueline vive nell’immenso castello del conte di Lilburn, dove lavora come istitutrice per Hayden, il figlio del proprietario. Tanto affascinante quanto distaccato, Hayden è un mistero dagli occhi di ghiaccio, che sembra nascondere mille segreti. Sin dal loro primissimo incontro, l’antipatia tra Hazel e Hayden è immediata, ma ben presto scoprono di avere in comune più di quanto si aspettavano. Tra enigmi e verità non dette, i loro sentimenti mutano e l’attrazione diventa irresistibile...
L’anima chiede, l’anima vuole, l’anima brucia.
Cari Magnetici, oggi voglio iniziare questa recensione con una domanda: quanta presa hanno le vostre paure sulle scelte di vita che fate? Quanto il passato influenza o ha influenzato il vostro futuro? Sono domande che vi farete dopo aver terminato la lettura di questo libro dove Laura Rocca ci riporta
nuovamente nella magica terra di Scozia per narrarci la storia di Hayden e Hazel. Lui il misterioso figlio del conte di Lilburn e lei, la ragazza orfana, ritrovatasi per una serie di circostanze non dipendenti da lei a vivere nel castello di lui.
Forse Thánatos non è solo un nome, ma un indizio sulla sua anima, un riflesso di ciò che nasconde dietro le note. La sua musica… prima mi parlava di emozioni inesplorate, ora ha assunto un aspetto più cupo. Le sue melodie sospirano sotto il peso di qualcosa di inesprimibile, danzano con l’oscurità in un modo che solo lui può davvero comprendere.
Attraverso la danza Hazel esprime quello che le parole non riescono a dire, nei movimenti precisi del suo corpo, nella disciplina che occorre per praticare questa arte ritrova il suo centro, il suo equilibrio, quello che la mantiene viva e salda nonostante le tragedie che hanno segnato la sua vita. E poi c’è Thanatos il misterioso pianista di cui nessuno conosce l’identità, sulle cui note lei sogna un giorno di potersi esibire. Il desiderio resta intrappolato nei messaggi che la ragazza invia al misterioso musicista fino a quando Hazel non scopre che il suo sogno potrebbe essere più vicino a realizzarsi di quando non avesse mai sperato. Nella vita reale però la ragazza deve fare fronte alle difficoltà quotidiane date da una scuola privata piena di ricchi snob e un padrone di casa, Hayden, che non perde occasione per ricordarle quanto la sua presenza le
sia sgradita.
Glitch. Un’irregolarità di sistema. Il mio. Un avvenimento improvviso che interrompe il normale funzionamento o flusso di qualcosa. Quel qualcosa è la mia vita, alla quale ho posto dei limiti ben precisi. Lei è il glitch che ne ha interrotto il normale funzionamento e ha fatto saltare in aria tutte le promesse che mi ero fatto. Non conoscerla. Non vederla. Non parlarle. Non guardarla. Non ne ho mantenuta nessuna.
Hayden sa che deve tenersi lontano da Hazel, da tutto quello che lei rappresenta, dalla ventata di vita che ha rianimato le sale cupe del castello, dalla bellezza del suo corpo in movimento, dalla grazia dei suoi passi di danza e soprattutto dalla promessa di normalità e vita che gli ha fatto intravedere, in cui lui però non può permettersi di confidare. Il suo destino è segnato, la strada tracciata ed è deciso a percorrerla da solo, ma non ha messo in conto quanto, il sentimento che si sta sforzando di reprimere, possa essere dirompente.
«Hayden?» «Sì?» «Perché i girasoli?». La domanda mi colpisce alle spalle e sono felice che non possa vedermi in faccia. «Perché mi rappresentano, ma allo stesso tempo sono anche il mio opposto». Resta in silenzio e immagino la sua espressione perplessa. Tuttavia, so di averle detto molta più verità di quanto immagini. «E le spine?». Le spine sono cadute nel primo istante in cui ti ho guardata. «Lascia perdere, Glitch. Ci sono cose che non sei tenuta a sapere».
C’è amore in questo libro, ma anche sofferenza, per un destino che non si è scelto ma che comunque si deve imparare a vivere, e a volte, anche a sfidare. Perché la paura del vivere a volte è più grande di quella del non vivere, perché a volte la nostra condizione è la nostra prigione e il nostro limite, ma anche la nostra più grande risorsa. Hayden e Hazel trovano nella musica e nella danza un rifugio e allo stesso tempo un qualcosa che fa confluire le loro strade. Come se fossero destinati a rincorrersi tra le note di un pentagramma infinito che non conosce limiti di tempo, spazio o mortalità. Dove Hayden è paura Hazel è coraggio, dove l’uno sceglie di non esistere l’altra è pura vita e la miscela tra loro non può che dare vita ad un elemento nuovo che li comprende e li fonde, come la musica si fonde con la danza.
Quando due anime si legano così, non esiste qualcosa che le possa separare. L’amore è quel mistero in cui due entità si incontrano, pur rimanendo distinte, e si fondono in un’armonia talmente profonda da divenire una sola cosa. Siamo piedi che camminano insieme, occhi che vedono la stessa stella, mani che si intrecciano, cuori che pulsano all’unisono e respiri che si fondono in un ritmo condiviso. Anche nella distanza, lo spazio che ci separa non è mai abbastanza ampio da dividere le nostre anime, che rimangono intrecciate come fili d’oro in un tessuto divino. La nostra unione trascende la fisicità, rivelando che, fin dal principio, non siamo mai stati veramente separati.
Ci sono libri, come questo, che io trovo confortevoli perché so già cosa aspettarmi, perché conosco la qualità e lo stile di chi li scrive e perché mi portano in luoghi e mondi a me congeniali, è come un ristorante che frequenti da anni e dove sai che non rimarrai mai deluso perché ne conosci il menù e sai che non avrai sorprese strane o sgradite. L’autrice tratta la malattia con delicatezza e tatto, dandoci una visione positiva rispetto a una condizione che a volte invece non lo è, ma come ci ricorda: almeno nei libri ci è concesso un lieto fine e non posso che essere d’accordo con lei.
«Ti amo un milione di supernove, ti amo fino all’orizzonte degli eventi e oltre i limiti dello spaziotempo, attraverso la frontiera invisibile che segna il confine tra l’universo osservabile e un regno incomprensibile, ti amo fino al punto di non ritorno al quale neppure la luce sfugge, perché il mio amore è la gravità stessa di quella singolarità».
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
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