Il mio futuro? Un enorme "e se...". E va bene così, per ora.
Fino a quando, all'improvviso, Thayer Holmes si trasferisce nella casa accanto. Scontroso, misterioso, un paesaggista che riesce a farmi ridere e sentire viva con un semplice sguardo.
Poi arriva la proposta: fare da tata a suo figlio. Un modo per guadagnare qualcosa, ma anche un'opportunità per stare vicino a lui, per conoscerlo meglio. Non posso farci nulla, è impossibile non innamorarmi di Thayer e di quel piccolo angelo che gli corre intorno.
C'è solo un problema: io ho diciotto anni. Lui ne ha trentuno. Innamorarsi di qualcuno con quasi quindici anni di differenza non era nei miei piani. Ma a volte, l'amore arriva proprio quando meno te lo aspetti…
Cari Magnetici, cosa c’è di più resiliente di un fiore selvatico? Abituato alle intemperie fiorisce a dispetto di tutti i pronostici e le aspettative. Salem, la nostra protagonista è la rappresentazione di questa pianta, che con solide radici affondate nel terreno sfida le intemperie che la vita le scaglia contro mantenendo intatta la sua bellezza selvaggia. Liberata la sua vita dalla tragica e abusante figura paterna Salem cerca il suo posto nel mondo abbracciando strette la madre e la sorella. In una piccola città le chiacchere corrono e spesso si sceglie di avvolgere tutto in velo di omertà, perché “vedere” significa prendere atto che nel mondo esiste e prospera anche il male e che tutto non si riconduce alla placida esistenza di una cittadina di provincia.
A volte, in momenti come questo, momenti in cui mi godo la pace con mia madre e mia sorella, non posso fare a meno di pensare al tempo in cui non esistevano. Quando camminavamo sulle uova, vivendo nella paura di uno scoppio d’ira, o peggio. Non dobbiamo più preoccuparcene, ma le cicatrici ci sono ancora. Ci saranno sempre. Sono troppo in profondità perché scompaiano mai completamente.
Thayer Holmes ha trent’anni, un matrimonio concluso alle spalle che gli ha lasciato uno splendido bambino di quattro anni, Forrest. Il trasferimento a Hawthorne Mills rappresenta un nuovo inizio per lui ma il suo atteggiamento inizialmente scontroso attira inevitabilmente la curiosità di Salem, che vive proprio nella casa accanto. Tra una offerta di pace a base di cupcake al biscotto e il bisogno di una babysitter per Forrest i rapporti tra i due vicini si fanno forse più confidenziali del dovuto. Thayer vede in Salem quella solarità e quel gusto per la vita che credeva di aver perso tra le pieghe del suo matrimonio, lei di contro impara a comprendere le ragioni dei suoi silenzi, a fidarsi di lui al punto di confessargli i dettagli tragici della sua vita.
Lui mi studia, gli occhi castani stretti. Penso che veda di più di quel che vorrei. Forse sa anche di più di quel che ho detto o pensato o confessato. Mi chiedo se potrei mai condividere con lui le parti più oscure di me. Ma mi terrorizza pensare di lasciar entrare qualcuno.
La bellezza del rapporto tra i due protagonisti è che li pone su un piano paritario, nonostante la differenza di età sono così naturalmente giusti che niente da loro sembra sordido o forzato. Salem è la luce delle giornate di Thayer e lui è il buio in cui lei si rifugia quando i ricordi si fanno troppo gravosi, funzionano insieme perché sono entrambi tragicamente segnati ed imperfetti. Ma la vita spesso non è gentile, anche con coloro che hanno già avuto in passato la loro dose di traumi emotivi, a volte pare ci voglia mettere alla prova, per saggiare la nostra resistenza, la solidità dei rapporti che abbiamo costruito.
«Chi eravamo non ha importanza, ciò che conta è cosa siamo adesso, cosa c’è nei nostri cuori. Tu sei solare, Salem, ma anche il sole non splende sempre». La sua mano si sposta per avvolgersi intorno alla mia guancia. Un sospiro mi attraversa le labbra quando mi ci appoggio. «Io non sono solare come te, ma ti prometto che quando avrai dei giorni bui, io sarò la tua luce».
Un libro che sicuramente affronta tematiche impegnative (leggete i TW), che ci pone davanti al fatto che la vita è spesso crudele e ingiusta e che non sempre c’è una spiegazione per quello che accade. A volte dobbiamo semplicemente reclinare il capo e accettare quello che non possiamo cambiare. Difficile?
Certamente, e se ne esce sempre cambiati, non sempre in meglio…alcuni faticano a rialzarsi ma non bisogna mai smettere di lottare, anche per coloro che purtroppo non possono più farlo.
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