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Lei era come una stella che vorticava intorno al mio pianeta, non potevo raggiungerla, ma fintanto che mi avesse concesso la sua luce non mi sarei spento.
Shadows, ombre, il posto dove solitamente si celano le parti più oscure di noi, dove teniamo nascosti quei segreti che non possiamo o vogliamo svelare o storie della nostra vita che vorremmo dimenticare. Sono una sorta di rifugio che ci accoglie ogni qualvolta il mondo ci sembra troppo grande e difficile, ma sono anche una trappola da cui spesso è difficile uscire. Ronnie si ritrova a vivere una vita “sbagliata” che le ha portato via tutto quello che conta, lasciandola allo stesso tempo arrabbiata con il mondo e con sé stessa, alza muri che la separano da cose che potrebbero ancora ferirla, cercando di sostituire l’amore con il rancore, l’interesse con la sofferenza, l’amicizia con l’opportunismo di persone alle quali le sia impossibile affezionarsi. Fingere, sempre: di stare bene, di non aver sofferto per le rinunce che le sono state imposte, forzandosi ad essere una persona che probabilmente nel suo intimo sa si non essere, ma di cui sceglie di portare la maschera.
C’era un dolore sordo che mi si espandeva nel petto e premeva contro le pareti degli organi, invadendo ogni spazio. Sentivo gli occhi bruciare di quelle lacrime che trattenevo da sempre. Avrei voluto mia madre, lei sapeva sempre cosa dirmi per farmi stare meglio. O mio padre, che con le sue battute mi faceva ridere anche quando ero più sconvolta che mai. Ma loro non erano che stelle, non erano che ricordi trattenuti a forza mentre il vento del tempo che passava cercava di spazzarli via.
Jordan si trasferisce nella casa accanto a quella di Ronnie, è quello “nuovo” a scuola, taciturno e solitario con la passione per la fotografia, apparentemente un ragazzo “normale” che vive la sua vita con la madre e il fratellino. Ma Jordan ha tutto un mondo dentro di sé, fatto di un passato con cui si sforza di convivere, per il quale ha pagato un prezzo forse troppo alto. Il suo passato gli ha dato la capacità e la sensibilità di vedere oltre all’apparenza, andando al cuore delle persone ed è quello che accade con Ronnie. Jordan è in grado da subito di comprendere che quella ragazza sprezzante, a tratti arrogante nasconde dentro di sé una ferita simile alla sua, non ne comprende la natura, ma ne sente la gravità.
La vita mi aveva insegnato che rimanere invisibile e solo era meno pericoloso, non c’era il rischio di venir colpiti alle spalle appena ci si voltava. Eppure con lei non ero mai stato davvero all’erta. Magari avevo riconosciuto nei suoi occhi un’anima affine, qualcuno che fuggiva da tutti e si nascondeva al mondo. Solo che mentre io mi celavo dietro la mia solitudine, lei fingeva di essere qualcuno che non era.
Cari Magnetici, a volte la cosa più difficile nel leggere un libro che parla di adolescenti è proprio ricordarsi come, alla loro età, ragionavi anche tu… e per la sottoscritta è passato anche un po’ di tempo.
Detto questo non mi devo sforzare per comprendere il senso della perdita, avendola sperimentata, e posso capire come il processare un dolore possa passare attraverso molteplici fasi, tra le quale anche la rabbia.
Perdere una o più figure di riferimento è sempre molto doloroso, a qualunque età, ma maggiormente in quella in cui si trova la protagonista, all’inizio di una vita che deve incominciare a vivere, già privata di un elemento essenziale. Le dinamiche scolastiche sono poi tristemente note, a volte tendiamo a conformarci a determinati comportamenti perché ci risulta più facile, è più semplice gestire un modo dove ogni cosa sembra non scalfirci, ma la verità è che, ad ogni atto che compiamo o a cui assistiamo che va contro il nostro essere e il nostro sentire, perdiamo inevitabilmente una parte di noi stessi. Questo lo sanno bene i due protagonisti, che scelgono comunque di vivere il “dopo” in maniera differente. Non esiste un giusto o sbagliato, esiste solo il modo di convivere con una realtà che spesso ci condanna senza nemmeno conoscerci, ma quando qualcuno si prende il “disturbo” di aprire una breccia nel nostro muro, allora è una persona che vale assolutamente la pena di conoscere e soprattutto non perdere.
Forse non ero degna di avere Jordan nella mia vita, ma per quella notte avrei tolto l’armatura, calato ogni muro innalzato tra me e il mondo e messo a tacere la mia coscienza. E mi sarei presa il mio momento più bello.
Il modo in cui Jordan sceglie semplicemente di “esserci” senza forzature, senza imporre la sua presenza fa comprendere a Ronnie il valore di questo rapporto, portandola a paragonarlo a tutto quello che fino a quel momento, per paura, aveva sempre evitato. La vicinanza tra i due la porta a riaprire il cuore al mondo, a dare affetto alle persone, a capire che la vita per quanto dolore ci possa infliggere è anche in grado di darci momenti indimenticabili e unici, ma solo se siamo pronti ad accogliere quanto accade attorno a noi.
Aveva detto cose che mi avevano scosso dentro e non sapevo bene se fosse perché erano talmente sbagliate da indispormi o talmente vere da spaventarmi. Forse a farmi più paura era il modo in cui lui riusciva a interpretarmi.
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