Mentre la Grande Guerra imperversa, richiamando al fronte i suoi uomini, nei piccoli paesi di montagna rimangono le donne e coloro che non sono idonei.
Graziella, una vita ancora acerba e scandita dalla povertà, accetta di scrivere lettere anonime ai soldati, per i quali una parola di conforto può fare la differenza fra trovare il coraggio di sopravvivere o lasciarsi andare.
Un errore, una piccola distrazione come l’aver lasciato il nome del suo paese su una lettera, diventa l’elemento scatenante dell’intera vicenda. Il milite destinatario, infatti, dopo aver ricevuto il congedo, si presenta da lei.
Un solo incontro che farà innamorare Graziella. Poterlo rivedere diventerà l’essenza dei suoi giorni e muoverà i fili di un destino che attendeva nell’ombra.
Ci sono storie che devono essere raccontate per dare senso alla nostra vita, la storia di Graziella è una di queste.
Una lettera, qualcosa che oggi quasi abbiamo dimenticato nel senso e nel significato; un foglio, a volte anche senza righe, a cui si affidavano emozioni, sentimenti, pensieri.
E le lettere sono il filo conduttore di questo romanzo, in cui Laura Bassa ci riporta in un tempo passato eppure attualissimo nelle scelte di vita dei protagonisti.
Una donna, Graziella, che vive tutte le sue scelte, perché come le viene detto “lei è nata sbagliata” per quei tempi e quella vita. Una vita che lei vuole viere fino in fondo, cercando i responsabili della morte di suo fratello, andando via dal suo paese fino a rischiare la vita.
«Pensai che le mie paure si fossero sgretolate come la coperta nel fuoco e che era tempo di lasciare la mia casa, per trovare una primavera che sapevo avrebbe tardato ad arrivare tra le mie montagne.»
La vita a Milano per lei sarà piena di nuove sfide e conquiste, con la mente occupata, ma sempre in cerca della sua verità; e arriverà quella verità, in un tempo e modo che lei non immagina, chiudendo un cerchio che lei stessa ha portato alla fine.
«C’era il tempo per la rabbia, ma anche quello della comprensione e del perdono.»
La storia di una donna che ci viene raccontata con attenzione e sensibilità, ma con un occhio esterno che rivela un lavoro narrativo profondo, attento, che si trasmette al lettore.
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