Il migliore amico del mio ex è l’ultimo ragazzo di cui dovrei innamorarmi…
Ho una cattiva reputazione che non riesco a scrollarmi di dosso. Jasper Antonio è l’esatto opposto. Non per nulla è stato etichettato come il “bravo ragazzo del rock”.
Per molti anni, Jasper non è stato altro che il bassista irreprensibile dei Blue is the Color e il migliore amico del mio ex ragazzo – tira e molla – Ian.
Una notte, alimentata dall’alcol e dal dolore, cambia tutto.
Apriamo gli occhi e vediamo oltre il nostro aspetto. Scopriamo una connessione profonda tra noi che non possiamo più negare.
Anche se dobbiamo, perché non farlo potrebbe distruggere tutto.
Regina per dieci minuti,
la tua corona è fatta di pelle e pizzo.
Sei scesa nel fango,
ma se inclino la testa in un certo modo,
ti vedo ancora sul tuo trono.
Questo romanzo inizia con un funerale. Malka Fischer, bambina prodigio del panorama musicale tedesco, girovaga, adesso quasi trentenne allo sbando, attraversa il mondo per partecipare all’ultimo saluto alla madre di Jasper, bassista dei Blue is the Color. Si conoscono ma non sono mai stati amici, lei ha sposato uno dei tecnici del suono ed è stata per molto tempo la fidanzata di Ian, il batterista, eppure la sua presenza lì, sotto quell’albero in quel parco tranquillo e dolente, è un balsamo che lenisce le ferite di una perdita immensa. Così comincia questa storia, Amici Magnetici, e sarei bugiarda se non dicessi che è impossibile non riconoscere, fin da subito, la malinconica poesia che la permea. E’ un sentimento dolceamaro, deciso come la voce di Malka, roco, potente, che scivola tra le pagine di un incontro che diventa la magia di una notte in cui fingono di essere una coppia sposata dell’Iowa, Emilia e Ricardo, per poi attraversare il paese durante un festival itinerante. Ci sono i bus, le mani intrecciate, gli sprazzi di sogni e il tormento di due anime profondamente diverse che non riescono a stare lontane. E non è sesso e nemmeno amicizia, ma un lungo e tormentato riconoscersi al di là della logica e del buonsenso. Malka è una mina vagante, con un passato burrascoso e dipendenze pesanti, un’anima inquieta che non riesce a scindere il dolore dalla felicità, perché se non fa male allora non é necessario. Sente tutto, come le persone senza pelle, e in quel tutto si perde e si lascia fagocitare, per essere risputata fuori più a pezzi e più forte di prima. Il suo legame con Ian scandiscele note del tempo con Jasper, perché anche se si sono lasciati mantengono un rapporto che li risana nell’unico modo possibile; Jasper, che per Ian è il fratello con cui detta il ritmo della band, metaforicamente e non visto i ruoli che ricoprono, è intrigato ma a volte distante, consapevole che quella vicinanza è necessaria per respirare e per attraversare l’immenso dolore per la perdita della madre. C’è un momento preciso in una conversazione tra i due uomini dove Jasper per la prima volta vede l’altro lato di quella ragazza sempre sorridente, che però l’amico ha conosciuto in un contesto diverso ed estenuante.
«Significa che abbiamo consumato questa cosa e a questo punto stiamo andando avanti per inerzia. Lei è con me perché è triste e io sono con lei perché non riesco a non esserlo». «Perché è triste?» Sospirò, tornando a guardare le tessere sul tavolo. «È sempre stata triste da quando la conosco. Non te ne sei accorto?» No.
Eppure questa strana amicizia riesce a farsi strada tra il caos e i chilometri macinati del tour, con sprazzi di riconoscimento e parole disegnate sulla pelle che non è possibile sfiorare oltre la stretta di mano, oltre un semplice abbraccio che dice tutto e che vorrebbe essere solo il preambolo per qualcosa di più. Ci sono i passi sulla spiaggia, il richiamo del mare e la riappacificazione con il deserto, quando le guglie roventi dell’Arizona permettono di urlare al mondo che è possibile, forse, non essere normali secondo le etichette e nonostante questo trovare uno spazio privato dove rifulgere come polvere di stelle. Non conoscevo quest' autrice e il romanzo mi è letteralmente capitato tra le mani. E’ il terzo di una serie e non avevo idea di quello che avrei trovato. E’ un music romance nel senso stretto del termine, perché il ritmo coinvolge e ossessiona come un pezzo struggente degli Stones, inframmezzato dai versi che Jasper annota ovunque, sul taccuino che porta sempre con sé, sulle pagine di un block notes sperduto o sulla pelle diafana di quella ragazza dai capelli rosa e ricoperta di tatuaggi che raccontano la sua storia. E’ un romanzo intimo, nonostante si percepiscano il clamore del pubblico, il fragore degli applausi e la risonanza sui social di una delle band più apprezzate del mondo, perché si ripiega su se stesso come fanno i protagonisti quando hanno bisogno di trovare un centro. Ma se Jasper ha un lutto da elaborare, ha comunque una certa stabilità che lo mantiene coeso, anche nei momenti di sconforto; al contrario del prototipo della rockstar è posato, gentile, premuroso e completamente diverso da quello che Malka ha conosciuto fino a quel momento. E’ la lentiggine che si incastra con la sua, ma incarna anche la più grande paura di veder tutto sparire nuovamente nel vuoto che lei rincorre come se non potesse farne a meno.
«Ho iniziato a piangere per colpa tua. Quanto sei bello, quanto non hai paura. Hai dei demoni e li hai sconfitti. Io non potrò mai essere così forte, ma sono molto fortunata a conoscerti e a vedere che è possibile».
La depressione che l’ha ferita per tutta la vita è sempre in agguato, come un mostro oscuro che vuole prendersi la sua anima e farla a pezzetti, in modo che il mondo possa guardarne i resti, lasciando della regina sul palco solo un ammasso tremante in una lurida cuccetta di un bus. Eppure è questo che fanno le anime quando si riconoscono; si feriscono, tanto, e fanno in modo di mettersi alla prova in ogni modo possibile. Malka cammina sul filo del rasoio di un’adolescenza distrutta, di scelte sbagliate e uomini ancora più sbagliati. Non sa di poter essere redenta perché alla luce in fondo al tunnel non ci crede, come se fosse tutto un eterno inganno per chi può solo respirare a piccoli passi, seppur decisivi per andare avanti. Un solo giorno alla volta.
«Pensi che siamo apparsi l’una all’altro quando ne avevamo bisogno?» «Questa è la mia teoria». «Avevi bisogno di me?» «Credo di sì. È così. Ho bisogno di un’anima gentile nella mia vita, che mi ricordi che non tutto deve fare male per avere un significato».
Sono i loro scambi crudi a dettare il ritmo rock e vellutato che si incastra tra le pagine, tradendo una fragilità e una comprensione così umane da far venire i brividi. Perché questo non è un semplice romanzo in cui ci appassioniamo per la storia d’amore di turno, ma è uno spiraglio violento sulla vita di due persone che avrebbero potuto cadere milioni di volte, e in effetti in modi diversi lo hanno fatto, e che si feriscono quando si rimettono insieme. “Umano” è il termine che ricorre nella mia testa, perché così prezioso è il modo in cui il libro crea due personalità potenti e diverse, così uniche nel loro genere, così prive di sconti e compromessi da risaltare come luci fulgide in una notte senza stelle. Poco importa se davvero non sono una coppia, se la loro amicizia è qualcosa da scrivere sulla pelle ma da non donare al mondo, se si sono impegnati per funzionare prima da soli e poi, solo molto tempo dopo, come un nuovo ingranaggio che possa farsi luce e risplendere della propria energia. Perché se Malka è entropia, è anche vero che dona come la cercatrice di anime perdute che è, per dare gioia a chi è perso, anche se è un estraneo. Il mondo si concentra su di lei e non riesce a distogliere lo sguardo dalla sua bellezza e da quella particolare forza che assorbe per poi restituire, ma che spesso lascia frammenti taglienti che è costretta a raccogliere con le proprie mani. Malka è furia e tempesta, un uragano di passione e dolore, mentre Jasper è quel porto sicuro, quell’insenatura perfetta di sabbia bianca, dove le onde possono infrangersi e fingere di non fare male.
Sarò il tuo atterraggio morbido, ma non posso essere il tuo punto debole.
Sarò la stanza dove potrai stare, ma non sarò il tuo nascondiglio.
Sarò la scelta che farai, ma tu sarai sempre la mia esigenza.
Se i protagonisti sono accentratori grazie alla potenza delle loro personalità, i comprimari non sono da meno, costruendo un accordo intonato per una canzone che vogliamo ascoltare e ballare senza pensare al domani. Dalia, Melly, Ian, David e Nick, con una menzione speciale per Hans, il padre di Malka, prendono vita come un perfetto accompagnamento della musica che loro due vogliono costruire insieme, anche se forse il mondo non è pronto per ascoltarla. Le dinamiche del gruppo, il rapporto con Ian e soprattutto il rischio che questo possa compromettere la sanità mentale di chi lavora ed è costretto per mesi a vivere a stretto contatto, tutto contribuisce a creare un’enorme pressione che può portare a due epiloghi opposti e comunque possibili. Nonostante l’altalena di emozioni che due elementi così forti non possono non scatenare, nel rumore assordante di un implacabile rock che percorre migliaia di fan impazziti, il suono di una melodia dolce permane, trovando il suo spazio nelle spire dei momenti rubati, tessendo un filo invisibile e potente che non si spezza nemmeno di fronte a scelte che sembrano un biglietto di sola andata. Se tutto inizia con una mano tesa, tutto si completa in un abbraccio, quel segno premonitore di un legame che perdura nonostante gli eventi e le scelte sbagliate. Nonostante gli anni e gli uomini e le pagine che si sono riempite di inchiostro, quel momento particolare, la prima volta che lui l’ha vista, rimane impresso come un tatuaggio che lui non ha, perché la sua pelle è immacolata rispetto a quella di lei, le cicatrici vestite di altre forme e colori. Se le cose fossero andate diversamente, forse in questo libro non vi sarebbe la profondità che lo attanaglia, spingendoci a divorarlo pagina dopo pagina, spinti dalla necessità di sapere come va a finire. O forse è proprio l’infinito che cerchiamo, mentre ci chiediamo se davvero ci sia una possibilità concretaper due anime così lontane e diverse, eppure così maledettamente interconnesse da non riuscire nemmeno a pensare di esistere, per un solo minuto, senza la certezza che l’altra sia esattamente dove era sempre destinata a essere.
Lei è il mio fiore selvatico spericolato
È la mia implacabile guglia di roccia
Mi porta ad altezze incredibili
Mi tiene la mano mentre cadiamo.
E poi … La tua storia è stampata sulla tua pelle perfetta.
La nostra storia è impressa sul mio cuore imperfetto.
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