Siamo destinati a distruggerci a vicenda, ma finiremo questo gioco, non importa quanto tempo o cosa ci vorrà.
Nel mio ramo di affari, ogni giorno inizia con l'odore di morte nell'aria. Ma non sarà un proiettile a uccidermi. Sarà Sabella, la donna che mi era stata promessa, la donna che mi ha tradito.
La odio e la desidero in egual misura, una situazione angosciante che ho creato io stesso. Abbiamo imboccato una strada di distruzione, ma non possiamo tornare indietro. Alla prima occasione, mi pugnalerà di nuovo alle spalle. È un rischio pericoloso e una minaccia per la mia famiglia. Se fossi saggio, eliminerei il rischio e lascerei che siano gli squali a occuparsi del funerale. Devo essere un idiota, perché invece ho intenzione di finire quello che ho iniziato, a qualunque costo.
Come un filo d'oro che teneva insieme la conversazione, la sua voce si alzava e si abbassava, a volte spariva per poi riaffiorare con un mormorio sommesso o una risatina deliziosa. Era sempre lì, anche quando si affievoliva per qualche secondo, fastidiosa e dolorosa ma non per questo meno costante. Almeno per me. Una costante nella mia vita di adesso. Eppure non avrò mai la sua benedizione e non proverò mai il calore del suo orgoglio. Non saprò mai cosa si prova a rendere felice mio marito. Non sarò mai il destinatario della sua approvazione o la donna fortunata che suscita le sue risate durante una cena. Non è il mio destino.
Torniamo in Corsica, Amici Magnetici, a poco più di un mese dall’uscita di Odio come Miele, che ci aveva lasciato con un cliffhanger di tutto rispetto e una voragine d'incertezza per il destino di Sabella.
Appena giunta sull’isola e sposata da poche ore, dopo essere stata arrestata come capro espiatorio da un talentuoso e troppo sollecito tenente a Marsiglia, ecco che subito si delinea quello che la attende in quanto neo signora Russo. Per un motivo banale, ma che ferisce profondamente Angelo, viene allontanata dalla villa principale e costretta a vivere nella dependance abbandonata che il marito aveva fatto costruire per i nipoti da parte materna, intravisti brevemente nel libro precedente. La casa è in condizioni pessime, del tutto svuotata e infestata dai pidocchi, e questo è quello cui Sabella viene designata come regina di un nuovo regno fittizio. Tralasciando le motivazioni che spingono Angelo a una scelta del genere, e il fatto che comunque Sabella non si ritroverà a vivere come una mendicante, ci sono degli ottimi spunti in questo romanzo, a mio avviso superiore al precedente e forse persino al primo. Innanzitutto, chiarite le condizioni del matrimonio di convenienza, adesso le carte sono quasi tutte sul tavolo. Angelo ha perso i genitori e la sorella, Sabella ha visto il padre ucciso dal futuro suocero e non riesce a dimenticare la scena davanti ai suoi occhi. Come sappiamo i segreti della famiglia Edwards sono venuti alla luce e così anche il fatto che molto di quello che lei pensava di sapere in realtà non è mai esistito. La promessa non rispettata da parte di suo padre ha scatenato una scia di sangue che ha attraversato i continenti, compromettendo qualsiasi possibilità di un futuro felice con l’uomo per cui da subito ha provato un sentimento fortissimo. Tre anni sono trascorsi dal loro primo incontro, la maggior parte passati lontani, eppure tutto si è risolto con un matrimonio forzato nonostante il parere negativo degli zii di Angelo, che avrebbero voluto una vita per una vita. Sabella, per loro, sarebbe dovuta morire, ultima volontà anche del vecchio Don, che Angelo non è riuscito a rispettare.
So cosa diranno i miei zii. Che dovrei farla fuori. Che dovrei incatenarla nei sotterranei e torturarla. È giusto così. È così che trattiamo i traditori. Ma la bestia a cui piace un po' troppo il suo nuovo giochino non me lo permetterà. L'uomo che ha combattuto guerre per possederla non può distruggerla. Siamo arrivati troppo lontano. Ho sacrificato troppo.
Il punto di vista alternato fornisce una profonda visione del sentire di entrambi. Sabella è sempre stata testarda, figlia prediletta di un padre che, nonostante la triplice vita, non le ha mai fatto mancare nulla e che non l’avrebbe mai sacrificata in un matrimonio combinato. Eppure in questo romanzo fa chiarezza dentro se stessa, prendendo decisioni che riguardano il suo benessere e la sua necessaria indipendenza, anche se le catene che la stringono sono tenaci e rabbiose. L’evoluzione del personaggio c’è, esiste, soprattutto nella relazione con la piccola Sophie e l’apertura nei confronti di un villaggio dove interagisce con gente semplice, di poche pretese, che riesce a vedere oltre l’odiato cognome che porta. Anche perché tutto sommato è abbastanza strano che la giovanissima neo sposa del temuto Angelo Russo viva da sola, come una reietta, lontana dalla villa principale e costretta a muoversi a piedi per chilometri per scendere a valle. Sabella sa che deve trovare uno sprazzo di libertà e riesce, all’insaputa del marito che comunque le fa visita solo di sera e con un unico scopo, a trovare dei lavori umili che le danno l’illusione di poter avere almeno una parvenza di scelta. L’entrata in scena di Sophie e degli altri nipoti di Angelo, cresciuti come una piccola banda di criminali cenciosi, stravolge il suo mondo e mostra per la prima volta anche un lato del marito che raramente ha avuto modo di intravedere.
Se Sabella dunque perde un po’ della patina di ragazzina viziata che l’ha ammantata nei precedenti romanzi, Angelo è tormento e autoflagellazione, perché sente la lacerazione tra quello che dovrebbe fare e quello che una parte di sé desidera. I suoi tumulti interiori sono continui, mentre emozioni a lungo sopite vengono messe a dura prova da quello che ha davanti agli occhi. Il nucleo problematico rappresentato da sua moglie lo tiene sulle spine, mentre il dubbio sulla lealtà dei suoi stessi zii si risveglia, portandolo a prendere decisioni non condivise dal resto della famiglia. Non voglio dire di più per non rovinarvi il piacere della lettura, ma solo affermare che con questo romanzo l’autrice dà un colpo di spugna netto alla storia, alzando il registro, spingendosi ancora più nell’oscurità di quello che è, a tutti gli effetti, un mafia romance.
In linea con lo stile della Pauls, il paesaggio è specchio dell’animo dei protagonisti.
Il mare, onnipresente in precedenza, adesso non è più rifugio, ma barriera, costrizione, con Sabella a tutti gli effetti prigioniera su un’isola, lontana dall’amato Sudafrica. La natura selvaggia della Corsica permea le pagine, si connette con il tessuto nervoso di chi la abita, sente e riflette in uno scambio continuo i moti emotivi di chi la vive, la comprende e di chi inizia a svelarne le meraviglie.
Se avete iniziato questa serie, sappiate che questo non è l’ultimo capitolo, ma le premesse sono interessanti perché i personaggi, anche quelli che qui compaiono di sfuggita, hanno di certo ancora molto da dire. Starà alla bravura dell’autrice incastrare i molteplici fili che hanno dato vita alla valanga, dandole un senso compiuto, verso un finale dal quale ci possiamo aspettare di tutto, anche un epilogo tinto di rosso sangue.
Tengo questa parte per me, perché non darò ad Angelo il mio dolore. I mostri si nutrono di dolore. Li rende solo più forti. Più felici.
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