Negli anni brutali vissuti da segregata nella comune guidata dal Profeta David, marchiata con l'epiteto di Maledetta insieme alle sue sorelle, la timida e silenziosa Maddie non ha conosciuto altro che sevizie, dolore e un'atroce sofferenza.
Anche ora che è libera da quell'orrore ed è ospite nel complesso degli Hangmen, Maddie si limita a trascorrere le giornate a osservare in silenzio la vita scorrere attorno a lei, preda della paura e dei traumi della sua infanzia. Dal suo punto di osservazione, però, la ragazza comincia a notare la presenza costante del membro più letale e imperscrutabile degli Hangmen, intento a fissarla. La sua fisicità imponente dovrebbe incutere timore in Maddie, così come le accade con tutti gli uomini, ma Flame è colui che ha ucciso il suo aguzzino e l’ha salvata e lei sente di potersi fidare di lui.
All'interno degli Hangmen, Flame è un sicario letale e spietato, i nemici soccombono sotto le lame dei suoi coltelli e la sua furia. Anche se il club accetta le sue peculiarità senza fare domande, nella mente di Flame divampa un incendio di traumi irrisolti e demoni che lo tormentano. Flame sa di funzionare in modo diverso dagli altri, di non comprendere le emozioni come il resto del mondo e, soprattutto, è ben consapevole di non poter essere toccato da nessuno. Così, quando una fragile e innocente ragazzina gli circonda la vita, stringendolo in un abbraccio, e lui riesce a rispondere al gesto, le convinzioni di Flame vanno in frantumi e, per un istante, i demoni che albergano la sua mente vengono sostituiti dall'immagine di Maddie.
Entrambi sono anime spezzate, con un passato costellato solo da un'indicibile sofferenza, eppure insieme sembrano trovare la forza e il coraggio per reclamare, finalmente, la felicità. L'amore potrebbe salvarli, ma il cuore di Flame è troppo lacerata e ora sarà Maddie a dover vestire i panni del salvatore, se vuole che i sogni di un futuro libero dal dolore diventino realtà.
Lo detestavo. Detestavo non poterla toccare. Detestavo che, quando mi guardava con quei suoi occhi verdi, non fossi in grado di parlarle. Non sapevo come parlarle. Semplicemente non potevo. C’era qualcosa di sbagliato nella mia testa. Non ero come tutti gli altri. La gente diceva che ero un maledetto pazzo. Mi ero sentito ripetere per tutta la vita che ero nato sbagliato.
Cari Magnetici, torna e lasciatemi dire, finalmente, Tillie Cole con il terzo capitolo della serie degli Hades Hangman riportandoci tra le file del nostro MC preferito. I protagonisti non hanno assolutamente bisogno di presentazione per chi segue questa serie: Flame e Maddie sono i personaggi che in assoluto hanno creato più aspettative, quelli dal passato più oscuro e sicuramente quelli dalla redenzione meno certa.
Non poteva toccarmi. ....., non poteva toccarmi. Iniziai a contare, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, aspettando che le fiamme la bruciassero. In attesa del dolore… otto, nove, dieci, undici… abbassai lo sguardo su di lei, certo di vederla contorcere dalla sofferenza. Undici. Eppure non provava dolore. Undici. Il conteggio era ben oltre l’undici ormai. Con le braccia della minuta sgualdrina attorno ai fianchi, abbassai sconvolto lo sguardo. Vidi i suoi folti capelli neri. La sua schiena gonfiarsi e sgonfiarsi a ogni respiro. «Grazie» bisbigliò, schiacciando la guancia contro il mio petto. «Davvero tante, infinite, grazie…»
Flame è un personaggio dolente, ma non oscuro, c’è una spiegazione al suo utilizzo di una violenza che a tratti può sembrare cieca e insensata. L’avvertimento che porta inciso sulla pelle è per gli altri, a non avvicinarsi, a non toccarlo. La sua paura è di nuocere più che di ricevere del male. La sua disperazione è forse frutto della mancata connessione che sente con un mondo che non è mai stato in grado di parlare la sua lingua, o di udire il suo grido di aiuto.
Maddie è l’unica che può avvicinarlo, che può toccarlo, perché come Flame conosce la vera natura del male il loro stare insieme è giusto nella follia e nella violenza del mondo che li circonda.
La ferocia con cui lui la difende non dipende da un becero desiderio di possesso, ma dalla paura di perdere l’unico e forse l’ultimo contatto capace di tenerlo ancorato alla vita.
Nessuno si sarebbe avvicinato di nuovo a lei. Nessuno le avrebbe più fatto male. Se qualcuno avesse osato farlo, sarebbe morto. Sarebbe morto sotto le mie ..... di lame. Perché lei era mia. La minuta sgualdrina dai capelli neri di nome Maddie era mia.
La vita di entrambi è stata un susseguirsi di violenze e abusi, l’oscurità e il male che da sempre li avvolgono non hanno mai scalfito la purezza delle loro anime. Dentro sono ancora il bambino che non riusciva a comunicare col prossimo, che si rinchiudeva nel suo silenzio fatto di desideri e promesse infrante, che chiamava la madre dal buio di una cantina, mentre Maddy è ancora la bambina strappata alla sua famiglia, la Maledetta che guardava la vita scorrere fuori da una finestra che per lei poteva aprirsi solo nei sogni, che diventavano disegni su un album che nessuno avrebbe mai sfogliato.
Non volevo soccombere a quel ricordo. Non volevo tornare là. Non volevo la sua ..... di faccia nella mia testa. Ma quello che volevo io non contava un ...... Perché lui era sempre là. Arrivava sempre. Non mi lasciava mai in pace, ......
Un libro che affronta il tema degli abusi e delle violenze sui bambini in maniera ancora più cruda di quanto non fatto nei libri precedenti, lasciando comunque aperto uno spiraglio su un futuro possibile, non fatto di redenzione, perdono o case con gli steccati bianchi, perché questi personaggi non sarebbero in grado di gestirne una realtà come questa, ma fatta di un gruppo di persone che condivide con loro un passato, che accetta le loro diversità e li rende risorse per un futuro da costruire insieme. Uomini avvezzi alla violenza e all’uso delle armi, ma capaci di comprendere e amare aspetti di Flame che nemmeno la sua famiglia ha saputo e voluto accettare. Normalizzare una esistenza in un determinato ambiente la rende reale, personaggi come Flame o Maddie non funzionerebbero in un altro contesto perché troppo danneggiati per essere considerati “normali”, ma perfettamente a loro agio in questo ambiente che esalta le loro caratteristiche e allo stesso tempo funge loro da rifugio contro il mondo.
Dare a questi personaggi una redenzione è giusto solo per quello che concerne le violenze del loro passato, diversamente sarebbero snaturati, accettare la realtà che a volte la violenza è l’unica salvezza possibile, ammesso che rimanga circoscritta nei limiti della nostra coscienza.
Libri come questo vogliono portarci a conoscere realtà che spesso sono lontanissime dal nostro modo di vivere e pensare, questo non significa che avvallino i tipi di violenza, abuso o manifestazioni di razzismo che troviamo al loro interno. Manteniamo il giudizio di quanto leggiamo al lavoro di ricerca e sviluppo che questa autrice ha compiuto per narrarci di realtà dalla natura così terrificante e violenta ed evitiamo i falsi moralismi che ci inducono a classificare libri come questo con etichette che non meritano o a condannare chi li scrive in base a una supposta superiorità morale che non sappiamo bene da dove derivi.
Mi auspico davvero di vedere presto pubblicati gli altri volumi della serie e che veramente arrivi a questa autrice il sostegno del suo pubblico, quello vero, che la invogli a continuare lo sviluppo di questa serie.
L’incendio non si placava mai. Le fiamme bruciavano di continuo. Eppure con lei… Volevo stringerla di più.
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