Tess Owens è in un momento abbastanza complicato della sua vita: il suo matrimonio è in crisi da anni per colpa di un marito sleale e fedifrago che, non contento di tradirla continuamente, ora minaccia anche di farle perdere il posto da avvocato. Lo studio, di proprietà di due suoceri non proprio obiettivi, in cui per anni ha lavorato come brillante avvocato la accusa di condotta poco decorosa e minaccia di licenziarla, e infine il suo quasi ex marito mal si rassegna al fatto che la loro relazione è finita.
Tess decide quindi di fuggire da Cincinnati e rifugiarsi nella soleggiata Florida e precisamente a casa della sua migliore amica: Rachel Price e se il cognome vi è familiare è perché come me avete letto e amato il primo libro di questa serie, che racconta la storia della neonata famiglia Price formata da Rachel e i suoi tre (sì avete letto bene ho detto tre) mariti.
Un tempo ero sempre felice. Un tempo ridevo e amavo con passione. Un tempo ero sfrenata. Ero libera. Stavo cercando di ritrovare quella ragazza che ballava in mutande. Rachel mi stava aiutando a trovarla. Mi manca. Io mi manco.
Tess viene accolta di buon grado nella grande famiglia dei Rays, e mentre riflette su cosa farne del resto della sua vita decide di aiutare Ilmari, uno dei mariti di Rachel, ad organizzare la sua associazione no profit per la tutela delle tartarughe. Il suo proposito di tenersi tranquilla e fuori dai guai si scontra però con un colosso biondo di quasi due metri che risponde al nome di Ryan Langley, giocatore di hockey in forza ai Rays che, per un infortunio, si trova a dividere con lei vita e alloggio.
Avverto questo bisogno primordiale di rivendicare la mia proprietà. Il che è davvero ridicolo, perché io sono Ryan Langley. Il tipo divertente, che ha sempre un sorriso per tutti. L’unica competizione che bramo è quella sul ghiaccio o sulle piste di Mario Kart. Non me ne vado in giro a reclamare donne e combattere le attenzioni di altri uomini come una specie di zotico uomo delle caverne. Anche se in questo momento, con questa bellissima donna nuda in piedi di fronte a me, sarei persino disposto ad andare in cerca di una clava. Io Ryan. Tu bella. Fare fuoco e bambino.
L’attrazione tra i due è immediata e violenta, ma l’indisponibilità sentimentale di Rachel pone un grosso ostacolo all’evoluzione da “amici che si divertono” a “possibile relazione”.
Rachel per anni ha piegato la sua vita e le sue aspettative alle esigenze di un uomo, ora vuole solo riappropriarsi della sua vita, non è pronta a dare una definizione al suo rapporto con Ryan, anche vista la differenza di età che li separa, ma nonostante tutto il feeling tra loro è innegabile, e non solo dal punto di vista fisico.
Voglio… lei. Voglio la sua risata e le sue domande curiose. Voglio ascoltarla spiegarmi dell’organizzazione no-profit e di come costruire una base di donatori. Voglio i preliminari mentre parliamo del flagello ambientale dei geotubi e mettiamo a confronto le nostre storyline preferite di Sons of Anarchy. Voglio sentire l’odore di cocco dei suoi capelli sul mio cuscino. La verità è che mi sto struggendo pesantemente per questa donna, e da ciò che vedo e sento, lei si sta soltanto… struggendo. E non so come aiutarla. Non so come mettere un freno alle sue afflizioni. E lei non vuole darmi neanche un dannato indizio. Mi sta facendo impazzire.
Emily Rath ci riporta nel mondo dei Rays, che comincia ad assomigliare sempre più ad una famiglia, per i legami che ci sono tra i vari personaggi e per il senso di comunità che traspare quando leggi di loro, è un tornare a casa piacevole e divertente in questo libro che, come il precedente sa coniugare sport, momenti ad altra tensione erotica e divertimento in quanto i personaggi non mancano di spunti brillanti che rendono il libro una facile e piacevole lettura, quasi non accorgendoti delle oltre seicento pagine di lunghezza.
Come per la storia di Rachel, anche in quella di Tess si affrontano temi che invitano il lettore a mantenere una mentalità aperta per quello che concerne la sfera privata di una relazione, sui gusti e le abitudini che possono sì variare da coppia a coppia, ma che devono sempre essere consensuali e soprattutto condivisi allo scopo creare piacere e mai fastidio o imbarazzo.
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