Leggere in anteprima un libro è sempre una cosa emozionante. Se ci accostiamo anche il fatto che il libro in questione è di Carley Fortune, allora il connubio diventa davvero perfetto.
Immergersi nelle sue letture diventa sempre un’esperienza che ti lascia qualcosa dentro e dopo aver accettato questa lettura, sapevo che ne sarei uscita più ricca nell’anima. La stessa cosa che è successa con il suo primo libro “Un’estate dopo l’altra” – che vi consiglio assolutamente di recuperare se non lo avete ancora letto.
I due protagonisti, Fern e Will, si conoscono per caso quando hanno entrambi ventidue anni. Sono nel pieno della loro vita, quando non si è più piccoli da non sapere che farne, ma non ancora troppo adulti per essere sicuri di aver fatto scelte ponderate e sicure per il proprio futuro.
È stata mamma a salvarmi la vita, ma è stato lui ad aiutarmi a capire come viverla a modo mio.
Passano una sola giornata insieme. Ventiquattro ore in giro per la città di Toronto. Si confidano sogni nel cassetto e paure. Si regalano risate e segreti. Quel giorno diventa per tutti e due qualcosa di così importante da farsi una promessa – anche più di una – quella di rivedersi lo stesso giorno, ma dell’anno successivo, in un luogo ben preciso.
Non sa che il tempo passato con lui ha trasformato per me l’intera città. È come se avessimo lasciato un’impronta su tutti i posti che abbiamo visitato insieme, e come se nella mia memoria due Will e Fern ventiduenni vagassero ancora nel centro di Toronto in un loop permanente.
Ma si sa, tutto può cambiare in un anno. Figuriamoci dopo dieci anni quante cose possono cambiare; già perché, se è vero che Will non si è presentato quella mattina di giugno, dieci anni dopo il destino li ha riportati l’uno nella vita dell’altro.
Non mi lascerò risucchiare di nuovo dal vortice Will Baxter. Dev’esserci ancora un livido viola sul mio cuore dall’ultima volta che l’ho fatto.
Con la morte della madre Fern si vede costretta a tornare a casa, nel luogo in cui è cresciuta: Brookbanks Resort. L’albergo che i suoi nonni hanno comprato e gestito, tramandandolo alla loro figlia e che, ora, si vede costretta a mandare avanti proprio Fern. Non è quello che lei aveva scelto di fare nella sua vita, ma non può fallire, soprattutto per la madre; non sa nemmeno da dove iniziare a gestire quel posto, si sente inadeguata in quel luogo che in realtà l’ha vista crescere. A pochi giorni dal suo arrivo – e dalla morte della mamma – Will si presenta in albergo, come consulente d’impresa. È pronto ad aiutarla con quella sua nuova responsabilità, ma lei sarà pronta per averlo intorno?
Per due volte Will si è schiantato sul mio mondo come un meteorite, ed entrambe le volte mi sono sentita come svuotata. Con un grosso cratere dentro.
Potrà Fran lavorare al fianco di Will per un mese, mettendo da parte rancore, sentimenti e rabbia?
Will è una cassaforte senza chiave, e più passo del tempo con lui più vorrei aprirla.
Lotterà con sé stessa per perdersi e ritrovarsi.
«Ma siamo qui, Fern Brookbanks. Esattamente dove dobbiamo essere».
Questo libro non è solo un viaggio nel tempo. Si attraversa un passato e un presente fatto di mille colori e sfumature. Non si ferma solo davanti ad una classica storia d’amore, la Fortune, come sempre, è andata oltre: si è cimentata a relazionare un rapporto madre-figlia. Intreccia i vari avvenimenti e ricordi della madre di Fran con gli avvenimenti del presente della vita di sua figlia. Mette a confronto il cuore di una madre per una figlia cresciuta in solitudine, senza padre e con troppe responsabilità da affrontare sulle spalle. Evidenzia anche un altro tipo di rapporto, ma di questo non posso svelarvi nulla, dovrete solo scoprirlo leggendolo (in questo caso vi sottolineo di leggere attentamente anche i ringraziamenti e la nota dell’autrice, capirete ancora più cose della storia e delle scelte fatte per i suoi personaggi).
Vi lascio con una mia piccola considerazione e parentesi, fatta non appena ho sfogliato l’ultima pagina di questa meravigliosa storia: credo che la vita non sia scandita da quanto tempo si trascorra con una persona, ma il modo in cui lo si trascorre; d’altronde “la vita si misura in brividi”, così cantano i Negramaro, e non c’è cosa di più vera.
Nessun commento:
Posta un commento