Una vita rocambolesca, straordinaria, eternamente in bilico tra passione e guerra, quella di Napoleone Bonaparte. La sua leggenda nasce e cresce impetuosa, irrompendo sulla scena europea con un’irruenza che sconvolge i vecchi assetti e annuncia un’era di libertà, in un continuo azzardo dalle cadenze di un thriller.
Quando a Waterloo un messaggero gli annuncia la comparsa dei prussiani sul fianco, mentre sta per attaccare le truppe di Wellington di fronte, l’imperatore ripensa a tutte le volte in cui ha sfidato il destino, trasformando una sconfitta in una vittoria, un fallimento in un successo, una delusione in una gioia. Come a Marengo, dove il suo generale Desaix arriva proprio quando lui sta per abbandonare da sconfitto il campo e gli dice «Questa battaglia è persa, ma abbiamo ancora il tempo per vincerne un’altra». O in Russia, quando ormai circondato dalle forze dello zar, riesce a svincolarsi passando il ponte della Beresina. O con l’amatissima Giuseppina, di cui riesce a vincere l’iniziale indifferenza, creando un legame intenso e profondo che si mantiene tale oltre il divorzio per la ragion di Stato.
Anche a Waterloo, Napoleone ha un asso nella manica: il maresciallo Grouchy, su cui conta per scongiurare la minaccia prussiana. Decide quindi di passare comunque all’azione, certo che il suo subalterno arriverà in tempo. Anche la sua ultima battaglia ha i tratti del mito.
Una notevole raccolta di lettere private, ordini militari, bollettini e trascrizioni costituiscono la produzione di testi che fanno da base per questo nuovo volume sulla vita di uno dei personaggi storici più controversi di sempre.
L’ambizione spropositata di portare ovunque le idee della Rivoluzione, come segno di progresso, fanno di Napoleone Bonaparte uno dei personaggi che meglio riflettono fatti ed eventi di quell’epoca post 1799.
Al centro del suo secolo, Napoleone diventa un genio delle battaglie, delle idee, della pace e delle scelte fatte a prescindere da tutto e tutti.
Progressista e moderno, ma anche conservatore e moralista, è l’uomo giusto al momento giusto, dal Direttorio a Waterloo, nella profonda convinzione di essere superiore proprio per quell’ambizione di attuare grandi cose.
«Le sfide sono appena iniziate, e anzi si fanno sempre più impegnative, per chi ha uno sguardo di lungo respiro.»
Quello che si delinea è dunque un modernizzatore, convinto che i diritti civili vadano realizzati attraverso un apparato composto da funzionari, magistrati, insegnanti e, non ultima, la famiglia: seppur figlio della Rivoluzione, è pienamente consapevole della ineguaglianza sociale, e ne usa le debolezze per renderle strumenti di potere.
La sua vera e unica amante è il potere, che conquista sacrificando anche l’amore per le donne della sua vita, che Frediani ci descrive piuttosto come delle passioni, su cui la sua attenzione si focalizza solo momentaneamente.
La sconfitta finale è vissuta come unica e dignitosa: Napoleone, consapevole della fine, accoglie la nascita del suo stesso mito, come uno spettatore, osservando con distacco il rimpianto generale.
Andrea Frediani, narratore storico e autore sempre attento all’approfondimento psicologico dei protagonisti, presenta dunque un volume a tutto tondo su una delle figure più controverse e affascinanti del panorama storico ottocentesco, senza mai cadere nell’eccesso della narrazione didascalica o buonista, ma con il consueto stile asciutto, oggettivo e accattivante, che rende la lettura notevole e accattivante.
«La storia procede su strade prevedibili finché un evento o un personaggio non la fa sbandare: è allora che le condizioni cambiano, ponendo le basi per l’immissione di nuova linfa, che fa ripartire le civiltà allontanandone la decadenza.»
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