mercoledì 27 dicembre 2023

Recensione a "Maledetto il giorno che ci ha fatto incontrare" di Sarah Hogle

 


Genere: Commedia Romantica
Editore: Always Publishing
Data d'uscita: 12 Dicembre 2023
Pagine: 355
Prezzo: eBook 4,99 - cartaceo 14,15

 
 
 
 

 

Naomi Westfield ha un fidanzato perfetto: Nicholas Rose è il tipo d’uomo che le tiene la porta aperta, si ricorda cosa preferisce ordinare al ristorante e proviene da una famiglia altolocata che sarebbe il sogno di ogni futura sposa. Nicholas e Naomi non sanno nemmeno cosa significhi litigare, sono troppo impegnati a organizzare il loro sontuoso matrimonio.

E in questo quadro idilliaco, Naomi è innegabilmente, inesorabilmente stufa del suo fidanzato, del suo atteggiamento da figlio perfetto nei confronti della madre assillante e di tanti altri aspetti che la convivenza ha evidenziato.
Il matrimonio è ormai l'ultimo dei suoi pensieri, vorrebbe tirarsi fuori da quello che si prospetta essere l’evento dell’anno ma potrebbe esserci un intoppo: è proprio la futura suocera a pagare e organizzare le nozze e chi dei due fidanzati dovesse mandare a monte dovrà coprirne le spese.

Non le rimane quindi che giocare d’astuzia e far sì che sia Nicholas a lasciarla! In un susseguirsi di scherzi, sabotaggi e piccole vendette, Naomi mette in atto il suo piano e dà inizio a una vera e propria guerra silenziosa... per accorgersi che nemmeno il fidanzato è così felice del loro rapporto e così sicuro di volerla sposare. Anzi, forse anche lui sta tentando il tutto per tutto per farsi mollare!

Incastrati in un vortice di pessima comunicazione, suocere moleste e ripicche, Naomi e Nicholas si troveranno vicini come non accadeva da tempo. E se tanto hanno maledetto il giorno in cui si sono incontrati, tanto potrebbero ringraziare quello in cui sono stati costretti a riavvicinarsi. Perché, nel momento in cui smettono di nascondere le loro reali emozioni e il loro carattere, rischiano di scoprire che la persona che hanno a fianco è la migliore che abbiano mai incontrato.

 
 
 
 
 
 
 

 

Ci sono delle ferite. Le sento addosso, come pugnalate: la distanza che abbiamo permesso si creasse, rovinando quello che avrebbe dovuto essere l’anno più bello della nostra vita. L’anello che mi fa sentire un’impostora perché è così enorme. Per quanto possa sembrare ridicolo, nella mia testa mi ha regalato questo diamante per dirmi ti amo tanto COSÌ!; ma come poteva amarmi tanto COSÌ, se ancora non ci conoscevamo davvero? Se ancora non avevamo mai litigato e non vivevamo insieme e tutto filava a gonfie vele? Troppo bello per essere vero.

 

Cari Magnetici, raramente mi capita di iniziare un libro e trovare fastidiosamente antipatici entrambi i personaggi, solitamente almeno uno dei due si salva. In questo caso no: Naomi si presenta come petulante e infantile, Nicholas invece il classico perfettino cocco di mamma che nessuna di noi si augurerebbe mai di incontrare. Con questi presupposti mi sono detta: dove andremo a finire con questi due? 

 

Nicholas e io siamo la perfetta esemplificazione di quanto sia pericoloso tenere imbottigliate le frustrazioni. Abbiamo fatto silenziosamente violenza ai nostri stessi sentimenti confinandoli in spazi minuscoli con pochissimo ossigeno e lasciando che fermentassero fino a trasformarsi in un’orribile sostanza incompatibile con l’amore. Abbiamo sentito il vetro tremare a causa della pressione crescente ma abbiamo continuato a soffrire con un sorriso. Guardo la sua stupida faccia soddisfatta e BOOM. La bottiglia esplode in schegge che hanno la forma di urla senza senso.

 

Nicholas e Naomi sono intrappolati in un rapporto in via di deragliamento, vittime di loro stessi e di una storia in cui non sono più loro le voci narranti. Sono due persone che fisicamente stanno insieme, vivono insieme, dormono insieme, ma le cui menti sono su due piani di esistenza distinti. La mancanza totale di comunicazione tra loro li ha portati su un binario morto fatto di obblighi e inviti per un matrimonio che forse non verrà mai celebrato.

 

Mi sforzo di ricordare come sono finita a condividere il mio spazio vitale con questo essere umano. Rammento uno sfrigolio nelle vene, il click di due calamite. Risate. Speranza. Gli inizi sono così scintillanti, così facili. Puoi immaginare l’altra persona come la vuoi. Puoi completare quello che non sai di lei con tutte le qualità che ti piacciono. Puoi dipingerla come un sogno di cui non sarà mai all’altezza.

 

La storia parte dalla fine o, meglio, quella che potenzialmente potrebbe essere la fine di un rapporto iniziato, come tutti sotto i migliori auspici e che si ritrova a fare i conti con il tempo e la disillusione e il comprendere che, quello che idealizziamo di una persona all’inizio di un rapporto, potrebbe non rappresentare tutta la verità.

Sia Naomi che Nicholas si trovano a fare i conti con aspetti dell’altro che non avevano preventivato e quando lei arriva a compilare una lista di pregi di lui da ripetere come un mantra nei momenti più neri, quando si rende conto di amarlo al 18% e soprattutto quando entrambi si rendono conto che il loro rapporto è in crisi, allora iniziano i guai, i dispetti, le ripicche. Una guerra alla “Come farsi lasciare in dieci giorni” perché chi molla perde e nessuno dei due vuole ammettere la sconfitta e soprattutto accollarsi i costi del mancato matrimonio.

 

La guerra non è finita. Sta cercando di gettarmi fumo negli occhi, però io so che in realtà ci siamo solo trasferiti su un altro campo di battaglia. E non ho più intenzione di dire a me stessa quello che mi sto ripetendo da mesi: potrebbe andare peggio. Ecco quello che ho fatto. Ho continuato a stare con lui con la scusa che avrebbe potuto andarmi peggio. Guarda quella. Guarda quello. Guarda quelli. Sono soli, non hanno nessuno. Il loro rapporto è orribile. Sono così infelici. Potrebbe andarmi peggio. Potrei esserci io al loro posto. Solo che ci sono davvero. Perché anche io sono infelice.

 

La cosa che ho amato di più in questo libro è che ci mette davanti alla realtà di come un rapporto può finire, o venire salvato. Ci perdiamo nei romanzi dove il lieto fine è una certezza perché spesso nella vita reale non lo è. Un rapporto supera la prova del tempo se entrambe le parti sono pronte a riconoscerne pregi e difetti. Passato l’innamoramento iniziale la vita, la quotidianità e l’abitudine prendono il sopravvento, a volte certi rapporti sopravvivono solo per il fatto che sono talmente parte della nostra vita da non saperci immaginare senza. E forse non c’è nemmeno più amore in questo, non c’è voglia di condividere, manca la comunicazione. L’altro diventa una abitudine, un accessorio che indossiamo ogni giorno.

 

«Hai smesso di vedermi, Naomi. Hai smesso di desiderarmi. Un giorno di questi scoprirai che so capire quando cominci a disconnetterti ed è una delle esperienze più dolorose che io abbia mai vissuto. Succede di continuo. Sempre. Cerco di riportarti indietro ogni volta che ti allontani e ti rintani nella tua testa, dove non posso entrare.»

 

Questo romanzo ha il pregio di strapparci più di una riflessione e molto più di qualche risata. L’autrice ha saputo davvero portarci all’interno di questa relazione: i personaggi che partono con certe connotazioni non proprio positive piano piano si svelano, e non solo al lettore. Tutto il racconto è una scoperta del loro vero io, dei loro veri sentimenti: Nicholas e Naomi si perdono e si ritrovano, innamorandosi di nuovo, ma di persone totalmente diverse, eppure pur sempre di loro stessi. Quando cessa la paura del giudizio dell’altro, quando le pressioni interne ed esterne si allentano è allora che inizia il loro viaggio di riscoperta di sé stessi e del partner. I momenti di tensione ci sono e sono reali perché le motivazioni alla base sono valide: ognuno dei due ha motivi di risentimento nei confronti dell’altro, ognuno di loro ha subito e fatto dei torti, il dolore che provano è reale anche per chi legge. La cosa che si comprende da subito è che il lieto fine non è affatto scontato.

 

«Non mi hai ancora detto che mi ami.» «Non è vero.» «Invece sì.» «Te lo dico di continuo, solo in modo molto, molto silenzioso. Te lo dico quando sei in un’altra stanza, o dopo che abbiamo messo giù il telefono. Te lo dico quando hai gli auricolari. Te lo dico dopo che hai chiuso la porta. Te lo dico nella mia testa ogni volta che mi guardi.» 

 

Nonostante il tema sia di una certa importanza l’autrice riesce ad incastonarlo in un racconto pieno di spunti brillanti e divertenti e questo l’ho davvero amato perché non è facile coniugare umorismo e riflessione senza eccedere da una parte o dall’altra. Il troppo umorismo avrebbe banalizzato il tema che si voleva trattare, mentre il contrario avrebbe reso la storia davvero troppo pesante da leggere, l’equilibrio che l’autrice ha dato, dà vita a un qualcosa che davvero arriverete ad amare.

 
 


 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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