Crystal Chen ha dichiarato guerra agli stereotipi tossici sull’aspetto fisico. È fiera delle sue curve, e niente, nemmeno la crudeltà gratuita degli haters in rete, potrà impedirle di mostrarsi alle migliaia di follower che la seguono mentre si allena in palestra. Negli ultimi mesi il sostegno di chi ha trovato ispirazione nel suo messaggio l’ha incoraggiata a creare contenuti a tema fitness sempre nuovi e stimolanti. Complice anche una delusione sentimentale che l’ha spinta a guardare con diffidenza il genere maschile, Crystal trascorre le giornate nel suo regno di pace e serenità: la palestra. L’unico problema è che ultimamente qualcuno sembra divertirsi a provocarla, tanto per cominciare rubandole la macchina per gli squat. Quel qualcuno è Scott Ritchie, un pompiere sexy entrato nella sua vita a sirene spiegate con l’unico proposito di irritarla. Per uno scherzo del destino poi le strade di Crystal e Scott sono destinate a incrociarsi sempre più spesso. E chissà che l’escalation di dispetti non si trasformi nella più bizzarra delle frecce di Cupido...
Cari i miei lettori, mettetevi seduti, perché questa settimana ho letto per voi in anteprima un libro stupendo… “Quanto Ti Odio, Amore Mio” di Amy Lea, edito da Newton Compton Editori.
Dire STUPENDO è superficiale.
Ma come dico sempre, cominciamo dall’inizio.
Crystal Chan è una ragazza variegata, come le piace definirsi: il papà cinese e la mamma irlandese. Il suo fisico morbido non è come lo stereotipo che la società ha idealizzato, ma ha fatto di questo il suo lavoro.
Il suo profilo Instagram grida da ogni parte, post e foto comprese, la body positive. Con milioni e milioni di followers è diventata la personal trainer dei suoi seguaci, nonché una guru del fitness e, allo stesso tempo, cerca di aiutare chi non ama il proprio corpo.
“La parte peggiore dell’allenamento è indossare il reggiseno sportivo.”
Ovviamente non poteva mancare il figaccione della situazione: Scott McCarthy.
Il vigile del fuoco, pronto a spegnere ogni bollore, anche se la loro storia inizia tutta in salita tra dispetti e parole di troppo messe al posto sbagliato. Un Hate to Love, senza dubbio!
“Quando mi avvicino, mi lancia un sorriso da urlo. «Si è persa, signora?». Trasuda fascino da ogni poro e probabilmente fa cadere le mutande alla maggior parte delle donne con il dono della vista.”
Non posso dirvi molto di più di questa storia, farei un mega spoiler e vi toglierei il gusto di rimanere a bocca aperta per il modo in cui la vita si diverte a giocare intrecciando gli avvenimenti casuali dei protagonisti.
Credo però che, in realtà, la storia dei due protagonisti, sia un contorno a quello che davvero è la tematica profonda del libro.
La protagonista, Crystal, ti trasporta in un mondo che si continua a scoprire giorno dopo giorno: il web. Ci accompagna in questo universo parallelo, risaltando quello che di buono ti offre: la popolarità, conoscere persone con la tua medesima passione confrontandosi per le stesse; esiste però il rovescio della medaglia ossia gli Haters.
Tutte quelle persone che dietro uno schermo si permettono di esprimere, senza filtri, la loro cattiveria, il loro pensiero crudele, senza riflettere che dall’altra parte ci sia un essere umano con un certo bagaglio di sensibilità, la cui reazione è ugualmente proporzionata al proprio vissuto.
Non ci si ferma mai a pensare che ognuno di noi ha una certa sensibilità e che, con le parole, si possa fare più male di ogni pugno sferrato, e affrontare la cattiveria spesso è la parte più difficile, perché le parole entrano dentro, riecheggiano nell’anima, mentre un pugno guarisce col tempo. Il graffio si rimargina, il dolore, invece, rimane lì, sepolto nei meandri del nostro essere e si alimenta con tutto quello che abbiamo intorno, compresi proprio gli Haters.
“Il vostro valore non ha a che fare solo col peso o col vostro livello di forma fisica. Si basa anche sul benessere mentale, fisico e dell’anima. Se c’è una cosa che ho imparato attraverso la mia esperienza nel fitness è che negatività attrae negatività. Eliminate ciò che è tossico dalla vostra vita. Non permettete agli altri di mettervi in una posizione di inferiorità. Mantenete il controllo della vostra vita e non abbiate paura di mettere al proprio posto le persone, se necessario.”
Ci sono due alternative, come anche la scrittrice sottolinea, chiudere tutto e fregarsene, o reagire e agire. Quest’ultima però non è mai la strada migliore, in primis per sé stessi. Spesso anche per chi si ha intorno, cadendo allo stesso livello di quei leoni di tastiera che si schermano dietro un mondo virtuale.
Okay, okay, mi fermo. Sto trasformando la recensione in una lezione di vita, ma, devo ammetterlo, la scrittrice è quello che, in fondo, vuole comunicarci. Bisogna, quindi, leggere tra le righe del libro, carpire davvero quello che Crystal e Scott hanno attraversato prima di vedere l’arcobaleno.
Una grandissima lezione di vita.
Bravissima la scrittrice Amy Lea che con la sua penna ha toccato temi importanti, e ancora troppo acerbi per molti, con una maestria ed educazione impeccabile; con quel pizzico di ironia che fa da cornice e non è mai fuori luogo.
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