Shelley Linley è stufa di avere a che fare con clienti squilibrati. Un altro burlone ha fatto domanda alla sua agenzia di incontri, dicendo di essere un vampiro e vuole l’aiuto di Shelley per trovare una moglie.
Malgrado tutto, quando decide di incontrarlo per una seconda intervista, Shelley scopre che lui non ha idea di quello che vogliono le donne.
Peccato perché è super sexy, divertente e ha molti amici single a cui potrebbe consigliare la sua attività, anche se dice che sono lupi mannari e demoni.
Se solo riuscisse ad ignorare le sue allucinazioni, potrebbe sicuramente aiutarlo ad incontrare qualcuno.
Tutto precipita quando l’algoritmo del programma di incontri afferma che è proprio lei la sua compagna ideale e questo la mette davanti a due possibilità, dare una possibilità a quel vampiro affascinante o scappare a gambe levate.
Credo sia normale, per chi legge molto, considerare i libri come delle medicine. E come quando assumiamo medicine, non è che andiamo a caso, ma leggiamo attentamente le posologie e le eventuali indicazioni terapeutiche. Alla stregua degli antidolorifici, è facile imbattersi in un’ampia scelta di romanzi che hanno l’unico scopo di intrattenere e strappare qualche risata; quando ci riescono, abbiamo investito bene sia i soldi sia il nostro tempo, quando non lo fanno li lasciamo andare allegramente con una pacca sulla spalla e un laconico “Ci hai provato”.
“Il Vampiro cerca Moglie” ci prova decisamente, se poi ci riesce lo lascio giudicare a voi. È il primo volume di una serie, in cui i protagonisti sono Shelley, titolare di un’agenzia di appuntamenti, e Theodore Landry, aspirante candidato in cerca di moglie. Bellissimo, educato, elegante e con un’unica caratteristica tanto discutibile quanto improbabile, almeno per lei: Theo è convinto di avere centoventisei anni e di essere un vampiro. Ex modello, attore, più di mille fidanzate all’attivo, un’arte amatoria di alto livello dopo circa un secolo di esperienza e, ovviamente, un piccolo problema legato allo sterminio della propria famiglia appena trasformato. Ma ormai se lo è lasciato alle spalle e l’unico scopo che adesso lo anima è trovare finalmente quella metà che sente di meritare e con cui passare, possibilmente, la lunghissima vita che lo attende. La sua domanda arriva sulla scrivania di Shelley insieme alle altre, ma né lei né la sua assistente Kim riescono a credere a quanto leggono, nonostante alle stranezze siano ormai abituate.
Motivo dell’adesione: Sto cercando di trovare una moglie ormai da diversi anni. Sono estremamente bello e ho un vasto intelletto, data la mia lunga permanenza sulla Terra. Sfortunatamente, quando parlo del fatto che la mia ragazza dovrebbe trasformarsi in un vampiro ed essere mia moglie per il resto dell’eternità, loro se ne vanno, e di solito piuttosto rapidamente. Quindi, visti i tempi moderni, ho deciso di provare la vostra agenzia di appuntamenti. Il vostro slogan promette di trovare il “tuo partner ideale”. Preferibilmente, il mio partner ideale sarebbe una vampira come me, senza battito cardiaco. Ma se non aveste degli iscritti con queste caratteristiche, basterebbe una bella donna umana disposta a venire trasformata.
Nonostante le preferenze per la propria specie, ovviamente la situazione precipita. Dopo un imbarazzante incontro conoscitivo con Shelley, volto a discutere le risposte che lui ha dato al questionario, e un altro altrettanto imbarazzante risultato dell’algoritmo dell’agenzia che li accoppia, i due escono insieme e la ragazza è costretta ad accettare la realtà per quella che è. Forse la tranquilla cittadina di Withernsea non è poi così normale, se voci di creature straordinarie iniziano a rincorrersi, e la posta elettronica si riempie di candidature di mutaforma, demoni e maghi in cerca della propria metà. Scendere a patti col fatto che il mondo “reale” non sia che una parte dell’universo in cui vive, non è immediato, ma nemmeno fonte di traumi in un romanzo che, ricordiamolo, è essenzialmente una breve commedia. Godibile nello svolgimento, manca ovviamente della profondità di altri libri dove il mondo nascosto si scontra con quello in superficie, con tutte le dinamiche complesse che ne possono derivare. Se i livelli di lettura sono dunque tutto sommato superficiali, niente toglie che il libro scorra in modo piacevole, ironico e curioso. I rimandi a Lucifer e True Blood sono divertenti e azzeccati, perché numerose sono le specie coinvolte, pur non risultando un guazzabuglio incomprensibile. Veniamo a sapere che le origini di Shelley non sono proprio quelle che lei crede e che le sue amiche, Ebony in testa, forse hanno qualcosa da nascondere. Lei, insieme a Jax, Kim e le allegre Imprenditrici che se la spassano con le loro colleghe come amano definirsi, si trovano adesso davanti a un bivio; accettare il cambiamento irreversibile che sta spostando l’asse delle loro esistenze, oppure, nel caso della protagonista, ignorare Theo e i sogni dove una donna dai lunghi capelli neri e una ciocca bianca prova a raggiungerla per svelarle elementi del suo passato che sono diventati decisivi. In tutto questo, cosa succede se qualcuno dei piani bassi inizia a trovare irritante che le creature sovrannaturali si innamorino e cerchino stabilità, quando è molto più conveniente che siano depresse e rabbiose? Lei non fa testo, perché è l’unica che si autoesclude dall’equazione.
Ero fantastica nel mio lavoro e avevo una delle agenzie di appuntamenti di maggior successo in Inghilterra. L’ironia era che l’unica persona a cui non ero riuscita a trovare la perfetta metà ero io.
L’escamotage dell’Agenzia, e il fatto che alcuni personaggi secondari già ci hanno strizzato l’occhio, apre la possibilità a numerosi spin off, che in effetti ci sono. Personalmente sono incuriosita dalla storia di Kim (terzo volume della serie Supernatural Dating Agency), perché è uno dei personaggi che ho trovato più divertenti in assoluto: la schiettezza e la propensione a cercare di continuo nuovi partner si innestano perfettamente nel ritmo di una storia leggera, con risate strappate soprattutto grazie a lei. Altra menzione d’onore, per lo stile e ovviamente per la lingua tagliente, va ad una certa Lucy Fir, di cui non voglio parlare più di tanto perché altrimenti vi toglierei il gusto di scoprirla. Vi dirò solo che ha decisamente un ruolo di tutto rispetto in un altro tipo di Agenzia e un modo di fare recruiting abbastanza particolare (e impopolare se vogliamo). E quindi Amici Magnetici, cosa dire di più? Se cercate, appunto, la medicina per un paio d’ore di relax senza pretese, allora leggetelo. La leggerezza è necessaria, soprattutto in questi tempi, e anche se non è il genere di romanzo che preferisco, gli riconosco il merito di avermi strappato qualche sorriso.
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