mercoledì 16 agosto 2023

Recensione a "Gente del Sud. Storia di una famiglia" di Raffaello Mastrolonardo

 


Genere: Narrativa Storica
Editore: Tre60
Data d'uscita: 11 Ottobre 2018
Pagine: 795
Prezzo: eBook 6,99 - cartaceo flessibile 15,20
cartaceo rigido 22,00

 
 
 
 

 
Agosto 1895, è tornato il colera. Romualdo Parlante, medico spaventato dalla virulenza del male, impone a sua moglie Palma, incinta del quarto figlio, di tornare immediatamente con gli altri bambini, nel loro paese d’origine in Puglia, dove troveranno rifugio in casa dei genitori di lui: Bastiano e Checchina. 
È così che la luce della letteratura si accende sulla
famiglia Parlante, protagonista di questo romanzo fluviale, che grazie all’intraprendenza del patriarca Bastiano sta emergendo dall’oscurità della storia, ritagliandosi  un posto sul piccolo, assolato e povero palcoscenico di quella terra insieme dura e ricca che è la Puglia. 
La storia degli uomini e delle donne della famiglia: Aniello, Costanzo e soprattutto Cipriano, il bambino che Palma portava in grembo fuggendo da Napoli, Vincenzina, Gelica, Reginella… La storia dei Parlante s’intreccia con quella tumultuosa dell’Italia: gli
anni Dieci del ‘900; l’avventura coloniale e la prima guerra mondiale, in cui i giovani maschi della famiglia si gettano con slancio; gli anni dei primi, duri scontri sociali e poi l’avvento del fascismo; l’apertura al nuovo e le avvisaglie della modernità; la tragedia della seconda guerra mondiale e la fine di un mondo; poi la ricostruzione e il boom economico; i giorni nostri: un secolo intero carico di novità, sfide e  drammi che i Parlante affronteranno sempre con coraggio, determinazione, ambizione.
Frutto di anni di lavoro,
Gente del Sud racconta le molte incarnazioni che l’amore assume nella vita: l’amore appassionato, capace di superare ogni ostacolo e convenzione, l’amore per la propria sposa o il proprio sposo, per i figli, per la propria terra, per la «roba», per il proprio Paese e le proprie idee.
 
 
 
 
 
 
 

 «… ero rimasto solo io, ultimo rappresentante d’una genia da cui ero fuggito e che adesso mi chiamava. Perché? Cosa voleva da me quella gente?»

È questa la domanda che si pone il protagonista davanti a quella libreria immensa lasciata in eredità dallo zio.
E in quella libreria l’autore stesso ci svela di aver trovato lettere, manoscritti, ordini di acquisto e atti notarili, e soprattutto fotografie, da cui ha ricostruito la storia della sua famiglia.
Una famiglia, la Pallante, che ha sempre amato quella terra così particolare da una parte e dall’altra, invece, l’ha respinta ora dedicandosi agli studi di medicina, ora allo studio delle lettere classiche.
In un racconto che parte dal momento dell’Unità d’Italia per arrivare ai giorni nostri, i Pallante ci mostrano l’amore per le radici, per la famiglia, per i figli e nipoti, parallelamente alle lotte, umiliazioni e processi per arrivare a farsi spazio nella vita.
 
«… la strana storia di quella famiglia che per decenni aveva cercato di raggiungere un rango nella borghesia di provincia venendone sempre ricacciata indietro.»
 
La determinazione del capostipite Bastiano nel voler essere parte di quella sorta di nuovo mondo si accompagna alla dedizione per quella sposa che sarà per lui una vera e propria compagna di vita; lui che nella vita ha sì cercato la ricchezza, ma per potersi considerare all’altezza di quei signori che aveva sempre ammirato.
E così per Aniello, che in quel figlio che parte per la guerra, vede il riscatto di una vita in ombra, o per Cipriano, che porta il peso di quel nome e l’impegno di portarlo a testa alta.
Attraverso più di un secolo, i Pallante portano attraverso la storia dell’Italia, quella delle due guerre mondiali e della dittatura e della Repubblica poi, raccontandoci l’ostinazione, la lotta, l’attaccamento alla terra, quando questa tradiva con i parassiti che distruggevano il raccolto, e gli amori, in quei matrimoni che per alcuni di loro si trasformeranno in una rovina morale e materiale.
Le figure femminili sono infatti descritte con attenzione, mai banalizzando il ruolo della donna in quel mondo rurale o in quegli anni terribili post Armistizio, creando un collante che rivela il cambiamento sociale e morale di una nazione lasciata in balìa di se stessa.
Le descrizioni del territorio sono precise e mai ridondanti, portandoci a scoprire una parte della Puglia con le sue coltivazioni di lenticchie spesso dimenticata, e che sicuramente spinge il lettore a voler scoprire di più.
Il libro è corposo nelle quasi ottocento pagine, e in alcuni passaggi si resta quasi indietro rispetto anche agli inserimenti storici: la bravura dell’autore è stata però quella di dare uguale spazio a tutti i protagonisti, anche ai bambini, in modo da creare un quadro complessivo capace di tenere le fila della storia.
Una storia diversissima da altre lette sulle saghe familiari (questa è anche precedente per anno di pubblicazione) e che riesce a piacere per il rispetto e l’attenzione con cui l’autore ha voluto raccontare la sua famiglia, ben rappresentata nella bellissima e pertinente copertina.
 
«Una febbre d’amore per questa terra che ho a lungo ignorato o tentato di dimenticare, infatuato di un altro mondo e di un’altra vita.»
 



 
 
 
 
 
 
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