sabato 26 agosto 2023

Recensione a "Comandante" di Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi

 


Genere: Narrativa
Editore: Bompiani
Data d'uscita: 23 Gennaio 2023
Pagine: 153
Prezzo: eBook 9,99 - cartaceo 15,20

 
 
 
 

 
“Si dicono tante cose di lui, che era a bordo del Malaspina quando ha affondato la British Fame, che è un mago, un fachiro, un ipnotizzatore, che non dorme mai”: questo sanno del loro Comandante gli uomini che all’alba del 28 settembre 1940 si imbarcano sul sommergibile Cappellini per andare alla guerra. Sanno anche che il Comandante potrebbe rimanere a terra, al riparo, perché un incidente lo ha condannato a vivere in un busto d’acciaio che gli toglie il fiato. E invece lui, Salvatore Todaro, è lì, pronto a guidarli al di là delle mine che rendono Gibilterra una trappola, a combattere per l’Italia nell’oceano aperto, e “quando lui è sicuro, ti senti sicuro”. 

Marcon, aiutante di bordo, il volto sfigurato dall’acetilene e quell’accento venexian che piace tanto al Comandante. Schiassi, il marconista, che con l’idrofono ausculta le profondità. Stumpo, il motorista-corallaro, capace di riconoscere i polpi femmina. Stiepovich, il tenente di Trieste che ha portato con sé il violino. Giggino, il cambusiere, che ancora non sa quanto scaldano il cuore le patatine fritte... Sono le loro voci a raccontare la sorda monotonia delle ore in immersione e il momento cruciale in cui, lungo la linea immobile dell’orizzonte, si profila la sagoma di un mercantile a luci spente. Bisogna affondarlo, sfidare la morte propria e quella dei nemici: è allora che il Comandante prende una decisione fatale, capace di rischiarare la notte.
Perché i corpi che galleggiano nel mare nero per lui non sono nemici, sono naufraghi. Raccontando e restituendo al nostro legittimo orgoglio uno degli episodi meno conosciuti e più luminosi dell’ultima guerra, Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi denunciano la barbarie di ogni conflitto e celebrano la grandezza dei valori dell’umanità quando ci sono donne e uomini pronti ad affermarli nonostante tutto.
 
 
 
 
 
 
 

La scoperta che da questo libro sarà presentato al prossimo Festival del Cinema di Venezia un film mi ha spinto a scriverne, cari Lettori Magnetici, visto che lo avevo iniziato tra le mie letture e personali e, da sempre, sono curiosa sugli adattamenti cinematografici.
I riferimenti agli eroi nascosti della seconda guerra mondiale nei nostri libri di storia sono praticamente introvabili: dall’aereonautica alla marina, tantissimi sono stati gli uomini invisibili che hanno sacrificato la loro vita per il nostro paese, trascinato in un conflitto suicida dalla follia dittatoriale.
La storia di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini, è una di queste ed è particolare proprio perché ambientata in un luogo così peculiare: chiuso, con un’aria definita “malaria”, con l’odore di gasolio su tutto, con poca acqua per lavarsi, è dove si muovono i protagonisti di questa incredibile vicenda.
In quell’alba del 28 settembre 1940, gli uomini che si imbarcano con Todaro, sanno che stanno andando alla guerra, sanno anche che il Comandante potrebbe rimanere a terra, perché un incidente lo ha condannato a vivere in un busto d’acciaio che gli toglie il fiato: e invece lui è lì, pronto a guidarli.

«Qui, questi ragazzi hanno in corpo più terrore che sangue ma non si lamentano, trasformano la debolezza in forza devastante e adesso, tesi come sono nell’attesa di qualcosa, potrebbero forar lo scafo di un cacciatorpediniere con un ‘unghia. Sono pronti. E inermi.»

Il tempo, lì in quello spazio così stretto dove è inevitabile toccarsi, ci viene raccontato dalle voci così diverse di questi ragazzi: Marcon, l’aiutante di bordo, dal volto sfigurato e dall’accento veneziano; Schiassi, il marconista, che con l’idrofono ausculta le profondità; Stiepovich, il tenente che pensa che in futuro le macchine saranno intelligenti e in grado di consigliarci.
E sempre loro ci raccontano la sfida verso la nave dei nemici e la decisione di Todaro di salvare quei corpi, non più nemici, ma naufraghi.

«Io sono di nuovo pronto a colpire e affondare tutti i nemici che incontrerò sul mio cammino e a ridiventare invulnerabile quando salverò la loro vita.»

Anche se a tratti il libro ha più un taglio da racconto breve, riesce però a trasmettere quei sentimenti di impotenza, di decisioni intuitive e di coraggio che caratterizzano la storia, simile a ciò che abbiamo visto anche in tempi recentissimi per il naufragio dell’isola del Giglio.
E dunque vedremo se l’adattamento cinematografico sarà capace di trasmettere il coraggio e la partecipazione che si trovano in queste pagine, perché davvero non resti indimenticato il sacrifico di chi ha contribuito con la propria vita a far nascere il nostro paese “libero”.
 

 

 

 
 
 
 
 
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