Rivisitazione in chiave moderna della fiaba di Cappuccetto Rosso
Wolf Lennox, conte di Blackwood e potente magnate della Lennox Industry, è uno scozzese dall’animo arido. Cinico e arrogante, si divide tra Edimburgo, Londra e New York, gestendo la vita privata come gli affari. Solo due cose per lui sono più importanti del titolo e del potere: la famiglia e il castello di Blackwood, la sua casa.
Rose McGregor è una giovane donna al servizio dei Lennox. Rimasta presto orfana, vive grazie alla generosità della nobile famiglia, che le ha dato un lavoro e un tetto sulla testa. Diciannovenne pura e ingenua, fin da bambina custodisce un segreto. L’amore per un uomo di quattordici anni più vecchio, fratello maggiore della sua migliore amica e primogenito del duca di Highfield: Wolf Lennox. Tanto irraggiungibile che ignora persino il suo nome.
Ma quando, finalmente, la nota, ha inizio la caccia.
Lui la desidera.
Ha fame di lei.
Nel bosco di Blackwood e fra i sentieri pericolosi in cui è condotta, Rose scoprirà che l’amore non è un sogno puro, limpido, casto. Piuttosto, somiglia agli occhi neri di un uomo che, di lei, non ha esitato a divorare anche l’anima.
“Non puoi salvare una preda che non vede l’ora di essere mangiata.»
Primo volume della nuova serie "The Blackwood Castel", rappresenta un retelling della storia di Cappuccetto Rosso: protagonista della storia è Wolf Lennox, cinico e spietato uomo d’affari oltre che conte ed erede del castello di Blackwood. Un uomo arido e arrogante sia nel lavoro che nella vita privata che ha a cuore una sola cosa: il prestigio e il benessere della sua famiglia.
Wolf sorrise, divertito, nel constatare che quella deliziosa creatura, profumata di fragola e innocenza, aveva una mente brillante. L’acume che aveva mostrato nella semplice e lineare esposizione del suo pensiero lo aveva sorpreso. Era giovane, molto giovane. Una bambina. Intelligente, istruita, sensibile. Devota alla famiglia.
Rose McGregor è un’orfana cresciuta a castello grazie alla benevolenza del vecchio conte, lavora nell’impresa della famiglia Blackwood e nella sua giovane vita ha una sola certezza: l’amore che prova verso Wolf.
Wolf Lennox, Conte di Blackwood, primogenito del duca, la stava guardando e lei, in risposta, aveva
smesso di respirare. I lineamenti duri, lo sguardo severo, un accenno di barba scura, il corpo alto e
possente, l’eleganza innata e il carisma incantatore non mancavano di stregarla. Era una stupida.
Invisibile per quelli come lui, eppure… la stava osservando. Intensamente.
Rose è consapevole che Wolf non sa nemmeno che lei esista, ignora il suo nome e tutto quello che la riguarda, ma le cose stanno per cambiare e nel momento in cui il conte la nota la caccia ha inizio! Purtroppo per lei scoprirà che l’amore che ha sempre idealizzato non esiste, e che dovrà trovare un modo per arrivare al cuore di Wolf… ammesso che lui un cuore lo abbia ancora.
Non ci furono parole e mai– si disse, completamente piegata alla sua forza − ci sarebbero state con Wolf
Lennox. La verità era tanto scomoda quanto lampante: lui era un lupo e lei la sua preda.
Due cose ho amato in questo libro sopra ogni altra cosa: la prima è l’ambientazione, amo la Scozia, l’ho visitata diverse volte e in questo libro ne ho ritrovato un pezzetto nella descrizione dei paesaggi, dei boschi, delle scogliere e nella magia in cui questa terra sembra sia immersa. La seconda è il protagonista, Wolf, amo come rimanga costantemente fedele a se stesso per tutta la durata della storia, come non perda mai la sua connotazione, nemmeno quando si innamora di Rose. L’amore lo ingentilisce, ma non lo snatura, non diventa improvvisamente un personaggio totalmente positivo, resta comunque in possesso di tutti i suoi lati oscuri (e non ha paura di usarli).
Tra i due personaggi il divario sia sociale che di età è ben rappresentato, e volutamente non si fa nulla per colmarlo. Rose dovrà accettare il lupo per quello che è o non accettarlo affatto.
I personaggi secondari già delineano quali potrebbero essere gli sviluppi dei prossimi volumi della serie creando molta aspettativa.
Rose lo guardò un’ultima volta. Contrariamente alle sue parole, la stava osservando con l’espressione di chi non protegge ma attacca senza rimorso. Un brivido le corse lungo la schiena. Non era desiderio, non solo.
Era istinto di sopravvivenza. Ricordò le parole della duchessa madre: “Certi uomini non hanno bisogno della forza per strapparti via quello che vogliono, inclusa l’anima”. E allora capì. Doveva stargli alla larga.
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