Genere: Music Romance
Editore: Words Edizioni
Data d'uscita: 25 Agosto 2021
Pagine: 289
Prezzo: e-book 1,99
Dopo sei mesi a Las Vegas, passati a collezionare cactus e a ballare burlesque, Engie ha finalmente accettato che il suo cuore ha bisogno di Derek per ricominciare a battere. Lui, però, sembra aver rinunciato ad aspettarla ed è andato avanti: un nuovo album, un nuovo tour promozionale, nuove avventure sentimentali che si susseguono in modo quasi ossessivo. Ma Engie non ha intenzione di arrendersi e, spalleggiata dalla migliore amica di sempre, Brenda “Brownie” Brandi, decide di tornare a Las Vegas e affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Impegnata in un’ardua missione di riconquista, la ballerina si trova ad accettare una proposta pericolosa quanto allettante: partecipare al tour estivo dei Queens of Hearts con la sua compagnia di ballo. Una vicinanza pericolosa, un viaggio a tappe attraverso gli Stati Uniti tra turbolenti scontri e sensuali schermaglie, che tra uno show e l’altro potrebbero permettere a Engie di tornare a essere, una volta per tutte, la regina del cuore di Derek.
1. Sono io quello che ha aggiunto un altro anno al cumulo che porto sulla schiena. Quello che ha trascorso l’ennesimo Natale da scapolo, fingendo che questa condizione si addica al suo spirito indomabile, libero e ribelle. Quello che dormiva con due biglietti per Monaco sotto il cuscino. Quello che non ha niente da festeggiare se non l’inaspettato successo di un album pregno di sangue, guerra, rabbia, desiderio. Un album che vorrei aver scritto io, ma che, in realtà, ha scritto una ragazza svenutami tra le braccia, ubriaca, una notte di tanto, troppo tempo fa. Pensavo di aver costretto il suo nome a giacere sotto chili di rancore e di odio, eppure eccolo che torna a rimbalzarmi tra le pareti del cranio, pazzo di gioia per aver trovato uno spiraglio di libertà dalla prigione che gli avevo costruito attorno. Engie Porter. Un sogno, una realtà, un incubo. E poi… di nuovo realtà.
2. So come finisce, so come deve finire, e decido di abbandonare ogni vano tentativo di resistenza, concedendomi alle sue mani arrabbiate. Si spinge in me, rinunciando a ogni delicatezza, a ogni moina, facendomi assaggiare una sferzata di rancore che brucia e mi arrossa le guance. Mi sbatte contro lo specchio, incurante dei miei singulti e delle mie grida sorde. Mi defrauda dell’identità che trovavo esclusivamente nelle sue iridi azzurre. Mi tratta come se non fossi io, come se non fossi Engie. Tuttavia, sul fondo della bottiglia consumata dall’avidità, vi è ancora della tenerezza sopravvissuta: nel modo in cui mi toglie i capelli dal viso paonazzo, nella premura con cui osserva i lividi che mi sta lasciando sulle cosce candide, nella generosità della sua lingua tra le mie carni più intime. Per quanto lui non mi voglia, mi sta cercando. Per quanto io non lo veda, lo sto sentendo.
3. «Ti ho riportato il piatto.» «Sì, lo vedo.» Me lo porge, mentre le sopracciglia si aggrottano, fosche. «Grazie.» Ho la gola secca, riarsa. «Non c’era così fretta.» Sento la porcellana liscia contro i polpastrelli e affido alla sensazione l’arduo compito di distrarmi dal richiamo selvaggio dello sguardo di Kay. Sembra che il mio respiro si raccolga in nuvole di eccitazione, che aleggiano tra noi oscurando la razionalità. «È tardi, potevi restituirlo domani. Potevi tenertelo, potevi infilartelo…» Mi afferra per i fianchi, sollevandomi dagli scalini e posandomi a terra, con dolce smania di possesso. So che dovrei controllare il tremore delle labbra, perciò le mordo, stendo un braccio e mi chiudo la porta alle spalle, senza abbandonare l’osservazione concentrata e accurata del suo collo. La pelle lucida è attraversata da una fitta ramificazione pulsante di vene e tendini, dediti a rincorrersi, intrecciarsi, abbandonarsi, ricongiungersi, fondersi, come una pianura rigogliosa solcata da fiumi carichi di vita. Sono morbide colline ribollenti, che si agitano sotto una superficie apparentemente calma e a malapena in grado di custodire i propri segreti turbamenti. Sono bocche fumanti di vulcano, su cui vorrei posare le labbra per succhiarne fuori l’anima rovente. Sono crudeli tentazioni che infettano con il loro palpitare. Mi affido a queste chiacchiere mute per capire cosa voglia Kay, cosa desideri farne di me stanotte, prima che il sole torni a torturare o che la tempesta sopraggiunga a liberare.
4. Mi accorgo a malapena dello scalpiccio al di là della porta e del borbottio discreto che ne preannuncia l’apertura. Tutto ciò che mi si concede di sentire è la lama di due pugnali azzurri che trafiggono la pioggia, la carne, il cuore, l’alito d’anima nel quale ho conservato, intatto, l’amore. «Sembra che io non riesca a sfuggirti stanotte dichiara Kay, funereo. «Stanotte?» Alzo un sopracciglio e mi stringo nelle spalle. «Non è nel tuo interesse entrare.» Avverto il crepitio del fuoco attraverso la parete fredda e impenetrabile del ghiaccio. Un’eco lontana ma crescente, che seduce all’ascolto e alla speranza pur mettendo in all’erta l’indole fisiologica alla sopravvivenza. «Non è nel tuo interesse farmi restare qui fuori.» Gli occhi di Kay si socchiudono, le vene frementi sotto di essi, senza bisogno di viaggiare oltre lungo il tessuto trasparente della mia camicia, che provo ad allungare lungo i fianchi, ottenendo come unico risultato quello di lacerare la scollatura e di far saltare i bottoni tesi sopra il reggiseno. Con uno sbuffo rassegnato e uno scatto impulsivo, lui mi afferra il polso e mi trascina sul bus, relegando la tempesta oltre la porta. Forse.
Milanese, classe 1991, l’altra metà di una ragazza ossessionata dai libri e che dei libri ha fatto il proprio lavoro, dopo una laurea in Comunicazione interculturale, una specialistica in Editoria e un master. Alba colleziona maialini rosa di ogni tipo e dimensione, venera i gatti, Cristina d’Avena, le torte al cioccolato, e ha un passato da ballerina, pallavolista e pattinatrice su ghiaccio. Su di sé le piace raccontare molte storie, ma ce n’è una che considera l’incipit perfetto del romanzo della sua vita: quando è nata, a metà aprile, in primavera, una nevicata imprevista ha incollato gli sguardi al cielo. Un benvenuto che l’ha sempre fatta sentire un po’ speciale. Si considera un’imbranata cronica e un’eterna bambina che non si sforza nemmeno un po’ di crescere. D’altronde, e non potrebbe essere altrimenti, la sua fiaba preferita è Peter Pan. La ragione per cui ha cominciato a scrivere? L’Isola che non c’è esiste, e si nasconde in quel ponte di parole teso tra fantasia e realtà che lei ama creare e ricreare, per divertirsi, per giocare. Stars – Il Re di Picche è il primo volume di questa serie di music romance, che ora si arricchisce con Rain – La Regina di Cuori.
#1 Stars: Il Re di Picche #1
#2 Rain: La Regina di Cuori #2
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