martedì 1 giugno 2021

Segnalazione a "Letteratura e cucina" di Mariella Di Mauro


Genere: Saggistica
Editore: Algra Editore
Pagine: 76
Prezzo: cartaceo flessibile 8,00



Il testo “Letteratura e Cucina” narra, in forma semplice e coinvolgente, l’evolversi della storia degli alimenti seguendo, di pari passo, evoluzione umana, nei vari punti della terra. Si parte dalla preistoria, quindi dalla scoperta degli alimenti per sopravvivere, per arrivare, via via lungo i secoli, alla raffinatezza della cucina, al modo di apparecchiare, di servire i commensali, del galateo a tavola e alla ricercatezza degli utensili necessari per un pasto secondo i dettami delle regole di ogni tempo.


“Il pomodoro fu portato in Spagna dalle Americhe ad inizio del ‘500, ma, forse proprio perché era una pianta nuova, che colpiva ma anche sconcertava per la forma e per il colore rosso acceso, all’inizio non fu accettata . I primi pomodori erano presumibilmente piuttosto piccoli, tanto è vero che venivano scambiati per grosse ciliegie L’Italia fu il primo paese europeo, dopo la Spagna, a conoscerlo grazie agli stretti rapporti esistenti tra i Borbone e l’Italia. La Sicilia usa il termine Pumudammuri, di derivazione dal francese Pomme d’amour, fu la prima regione italiana che conobbe la nuova pianta, grazie alla diretta influenza spagnola, infatti, da questa regione provengono le ricette italiane più antiche a base di pomodoro, soprattutto sughi e conserve essiccate. A Napoli verrà chiamato Pommarola. La diffusione del pomodoro nel nostro Paese, fu tuttavia assai lenta, la diffidenza ne mortificò a lungo le potenzialità gastronomiche. Furono le classi popolari che cominciarono a degustarlo per prime, friggendolo nell’olio con sale e pepe, allo stesso modo delle melanzane e dei funghi. Sulle tavole dei ricchi, ancora nella meta del ‘600, il pomodoro compariva soltanto come elemento di decoro.  I primi a coltivare in maniera sistematica il pomodoro in Italia furono i siciliani, che seppero apportare anche sostanziali modifiche nella coltivazione, facendo tesoro del bagaglio di conoscenza e di esperienza accumulato grazie alle colture di melanzane. Nuove tecniche e padronanza del terreno permisero, in seguito, di ottenere frutti più grandi e saporiti. I siciliani introdussero anche la lavorazione del pomodoro unito ad altri vegetali e ingredienti come il basilico e l'aglio, l'olio di oliva e il formaggio: nacquero così i primi sughi e passati, sviluppando l'idea di usare il pomodoro come condimento per insaporire il pane o per arricchire le erbe cotte.”


Mariella Di Mauro acese, dalla nascita, insegnante al Ferraris di Acireale, giornalista e scrittrice, innamorata della propria terra e in particolare della Sicilia e della sua cultura. Laurea in Pedagogia, laurea in Teologia. Ha collaborato con diverse riviste locali e attualmente con Akisregale, La voce dell’Jonio, Mobmagazine.it. Docente presso l’Università popolare G. Cristaldi. Nel 2013 ha pubblicato il libro “Storie di ordinaria borghesia”. Nel 2017 il romanzo “Mettiti la giacca buona” Nel 2019 ha pubblicato “Hotel Trinacria”. Ha pubblicato “L’avventura di Roger” un racconto, illustrato per bambini e “Il Viaggio di Pallino” due racconti per ragazzi..

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