Genere: Fiction
Editore: Einaudi Editore
Data d'uscita: 14 Febbraio 2017
Pagine: 163
Prezzo: e-book 8,99 cartaceo rigida 14,87 cartaceo flessibile 10,20
«Ero l'Arminuta, la
ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La
parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro
che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una
certezza».
- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato
scoraggiata. - Ne ho due. Una è tua madre.
Ciao a tutti amici del blog! Oggi ho l'onore di recensire un bellissimo libro di Donatella Di Pietrantonio.
"L'Arminuta" è "la ritornata", la ragazzina che, a 13 anni, lascia la casa in cui ha abitato fino a quel momento per ricongiungersi ai suoi veri genitori. Ma perchè? Perchè "l'altra sua mamma" non la vuole più? Dove ha sbagliato? Cosa è successo di così grave per costringerla a cambiare casa, cambiare vita e conoscere una nuova mamma, un nuovo papà e nuovi fratelli?
L'Arminuta dovrà capovolgere le sue abitudini, dimenticarsi del buon cibo e di una camera tutta per sè, dovrà imparare a essere veloce a tavola se vuole mangiare, dovrà abituarsi agli scherzi dei fratelli maschi, a dormire con una sorellina che bagna il letto tutte le sere e a un bambino piccolo che piange in continuazione.
"L'ultimo quarto di luna si è affacciato alla finestra aperta e l'ha attraversata. Sono rimaste le stelle a strascico e la minima fortuna di avere il cielo sgombro di case, da quella parte. Domani vediamo aveva detto il padre, ma poi si è dimenticato. Io e Adriana non gli abbiamo chiesto niente. Ogni sera mi prestava una pianta del piede da tenere sulla guancia. Non avevo altro in quel buio popolato di fiati."
Per non parlare delle attenzioni imbarazzanti del fratello grande Vincenzo, di cui lei ha timore e desiderio.
E la madre? Chi è quella donna che grida in continuazione, che impartisce ordini a tutti i figli e non emana neanche un po' il calore affettuoso e rassicurante che una madre dovrebbe mostrare ai propri bambini?
La protagonista continua ad aspettare che la sua vecchia famiglia torni a prenderla. Li pensa, li sogna, li cerca e continua a torturarsi chiedendosi il motivo di tutto questo. Cerca comprensione o anche solo uno sguardo dolce dalla nuova madre, ma non trovandolo, ripone tutte le sue speranze in Adriana, la sorellina così spontanea, genuina e bisognosa di affetto. Il legame che si crea tra le due è quasi commovente.
La storia procede e l'Arminuta cresce, acquista consapevolezza e va avanti per la sua strada, portandosi sempre dentro quel dolore che solo la mancanza di una vera madre può dare.
"Nel tempo ho
perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia
una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un
luogo persistente che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un
paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che
lascia."
La storia dell'Arminuta è una storia che procede delicata ma allo stesso tempo riesce a toccarci dentro, quasi con prepotenza. È una storia importante di vita e di realtà, la realtà che a volte fa male ma ci accompagna per tutta la vita.
E quando arriverete all'ultima pagina farete come me, ne cercherete altre ancora perché non sarete mai pronti a credere che questo libro sia già finito.
"Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduto col suo latte ancora sulla lingua, l'altra mi aveva restituita a 13 anni. Non sapevo più da chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso."
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