sabato 20 aprile 2019

Recensione a "L'Arminauta" di Donatella Di Pietrantonio



Genere: Fiction
Editore: Einaudi Editore
Data d'uscita: 14 Febbraio 2017
Pagine: 163
Prezzo: e-book 8,99 cartaceo rigida 14,87 cartaceo flessibile 10,20




«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».


- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato scoraggiata. - Ne ho due. Una è tua madre.

Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.




Ciao a tutti amici del blog! Oggi ho l'onore di recensire un bellissimo libro di Donatella Di Pietrantonio.
"L'Arminuta" è "la ritornata", la ragazzina che, a 13 anni, lascia la casa in cui ha abitato fino a quel momento per ricongiungersi ai suoi veri genitori. Ma perchè? Perchè "l'altra sua mamma" non la vuole più? Dove ha sbagliato? Cosa è successo di così grave per costringerla a cambiare casa, cambiare vita e conoscere una nuova mamma, un nuovo papà e nuovi fratelli?
L'Arminuta dovrà capovolgere le sue abitudini, dimenticarsi del buon cibo e di una camera tutta per sè, dovrà imparare a essere veloce a tavola se vuole mangiare, dovrà abituarsi agli scherzi dei fratelli maschi, a dormire con una sorellina che bagna il letto tutte le sere e a un bambino piccolo che piange in continuazione.

"L'ultimo  quarto di luna si è affacciato alla finestra aperta e l'ha attraversata. Sono rimaste le stelle a strascico e la minima fortuna di avere il cielo sgombro di case, da quella parte. Domani vediamo aveva detto il padre, ma poi si è dimenticato. Io e Adriana non gli abbiamo chiesto niente. Ogni sera mi prestava una pianta del piede da tenere sulla guancia. Non avevo altro in quel buio popolato di fiati."

Per non parlare delle attenzioni imbarazzanti del fratello grande Vincenzo, di cui lei ha timore e desiderio.
E la madre? Chi è quella donna che grida in continuazione, che impartisce ordini a tutti i figli e non emana neanche un po' il calore affettuoso e rassicurante che una madre dovrebbe mostrare ai propri bambini?
La protagonista continua ad aspettare che la sua vecchia famiglia torni a prenderla. Li pensa, li sogna, li cerca e continua a torturarsi chiedendosi il motivo di tutto questo. Cerca comprensione o anche solo uno sguardo dolce dalla nuova madre, ma non trovandolo, ripone tutte le sue speranze in Adriana, la sorellina così spontanea, genuina e bisognosa di affetto. Il legame che si crea tra le due è quasi commovente.
La storia procede e l'Arminuta cresce, acquista consapevolezza e va avanti per la sua strada, portandosi sempre dentro quel dolore che solo la mancanza di una vera madre può dare.

"Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un luogo persistente che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia."


La storia dell'Arminuta è una storia che procede delicata ma allo stesso tempo riesce a toccarci dentro, quasi con prepotenza. È una storia importante di vita e di realtà, la realtà che a volte fa male ma ci accompagna per tutta la vita.
E quando arriverete all'ultima pagina farete come me, ne cercherete altre ancora perché non sarete mai pronti a credere che questo libro sia già finito.

"Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduto col suo latte ancora sulla lingua, l'altra mi aveva restituita a 13 anni. Non sapevo più da chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso."

Libro acquistato

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