Autore: Samantha M.
Titolo: The Crazy Wolf
Genere: Fantasy M/M - Romance - Lupi
Editore: Self publishing
Pagine: 300
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo: 3,70
Io sono Furio, ma per il mondo sono soltanto il Lupo Pazzo.
La mia temibile fama è seconda solo alla mia bravura nei “lavoretti
difficili” che svolgo per il Lord del Feudo di Gallanster e, per questo, mi
sono meritato il soprannome di Macellaio, se capite cosa intendo.
Non piaccio a nessuno per via di una mia piccola peculiarità: parlo da
solo, o così può sembrare…
Sono stato considerato pazzo sin da bambino, ma a me e alla mia fiera non è
mai interessato ciò che pensano gli altri, almeno finché i miei occhi, spaiati
dalla nascita, incrociano quelli di Daniel, quel sexy e dolce bocconcino del
mio compagno predestinato.
Sarà mio. A qualunque costo.
Lo rinchiuderò e lo incatenerò. Sarò un mostro ai suoi occhi, ma non
importa. Che mi odi pure, tanto lui mi appartiene.
Avvertenze: dubbio consenso, torture,
violenza fisica di vario tipo.
Samantha M.
è una mamma con la passione per la lettura e per i suoi due figli. Quando
andava a scuola, però, evitava i libri come la peste ma ora, se non legge
almeno trecento pagine alla settimana, si sente male. Adora le storie d’amore,
le lunghe saghe e talvolta si concede qualche manga giapponese.
Vive in un
piccolo paesino un po’ fuori dal mondo, nel Nord Italia, ma non scambierebbe le
sue adorate montagne neanche con la spiaggia più bella del mondo.
Scrive per
passione, e spera sempre che i suoi libri vi piacciano e vi appassionino, e che
vi facciano affezionare ai protagonisti come capita a lei.
“Furio
Attraversare
la città per raggiungere il palazzo del Lord con un carretto pieno di pezzi
umani non fu affatto una passeggiata piacevole.
Benché ogni
singola parte di Begum fosse accuratamente chiusa dentro un sacco e avessi
coperto il tutto con un’ulteriore coperta, il puzzo della carne che iniziava a
marcire era tanto pesante da far voltare ogni singolo cittadino che incontravo
per strada.
Persino il
mio naso stava iniziando a risentirne, rimanendo stordito. Sperai solo che un
bagno bastasse a togliermi quell’olezzo di dosso, perché l’ultima cosa che
volevo, dopo essermi presentato al ragazzo coperto di sangue, era scoparlo
puzzando di cadavere.”
“Daniel
Il suo
pollice mi scivolò sul labbro inferiore, ridisegnandolo con una calma
corroborante. D’istinto dischiusi la bocca. Desiderarlo era più forte di me, in
fondo, era il mio compagno, ma quando si avvicinò trovai il coraggio di posargli
le mani sul torace per fermarlo.
«Voglio solo
baciarti.»
Era così
vicino che potevo sentire il calore del suo corpo, annusare il suo odore virile
e inebriante.
Riprese la
sua avanzata e andai nel panico, perché lo volevo ma ne avevo comunque paura.
«P-perché mi
tieni legato?»
Lui si
bloccò, inchiodandomi con lo sguardo. «Perché fuggiresti.»
«Sei il mio
compagno, non lo farei» ribattei.
Certo, avrei
messo una certa distanza tra noi e ci sarebbe voluto del tempo prima che si
guadagnasse la mia fiducia, ma se la Dea mi aveva scelto per lui c’era un
motivo.
«Tutti
fuggono da me» ringhiò, ma più che rabbia mi sembrò di sentire dolore nella sua
voce. «Adesso taci.»
La sua bocca
si impossessò della mia con irruenza, il suo braccio mi avvolse la vita e mi tirò
a sé senza alcuno sforzo, facendomi finire disteso sulla paglia, sotto il suo
corpo possente.
Provai a
spingerlo via, ma la sua lingua mi soggiogò con una tale maestria da farmi
dimenticare ogni cosa: la catena che mi impediva di fuggire, il muro imbrattato
con il sangue delle sue vittime alle mie spalle, la sete e la fame che avevo
patito in quella lunga giornata. Tutto sparì, rimase soltanto il bruciante
desiderio per quel lupo pazzo e feroce.
Gemetti,
rispondendo al suo bacio possessivo. Le mie mani corsero dietro il suo collo e
si intrufolarono nei suoi capelli bagnati.
Ringhiò di
piacere quando glieli tirai e strusciò il suo inguine rigonfio contro il mio.
Era duro come la roccia.
Con uno
schiocco osceno si staccò dalle mie labbra e mi rivolse uno sguardo colmo di
lussuria.
«Ora voglio
molto più di un cazzo di bacio» grugnì.”
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