venerdì 6 luglio 2018

Recensione a "Memento" di Laura Pellegrini






Genere: Contemporary Dark/Suspence
Editore: Self publishing
Data d'uscita: 7 luglio 2018



Berlino, novembre 1989
Un bambino della Germania dell’Est vede cadere davanti ai propri occhi il muro che divide la città, lo stesso giorno in cui assisterà alla caduta della propria famiglia.
Costanza, febbraio 1994
Un intero quartiere viene dato alle fiamme. Un uomo ha dato vita alla propria vendetta uccidendo ogni singola persona, tranne una. La colonna di fumo nero si staglia su di un cielo azzurro mentre gli occhi chiari di una bambina piangono lacrime inconsolabili.
Berlino, oggi.
Un fucile di precisione, il tetto di un palazzo, una falce di luna che galleggia nel cielo scuro. È notte e fa freddo. Dikran Petrosyan, per tutti Eis, è un sicario, è la mano stessa della morte e non sbaglia mai. Ma ciò che Dikran non sa è che è un uomo braccato. Qualcuno vuole la sua vita, lo stesso qualcuno che vuole vendetta.
Una partita a carte giocata con la morte stessa. Nessun amico, solo nemici e due anime perse che si incontrano tra un passato e un presente che si mescolano in un unico destino.
 Può un uomo solo rovesciare le sorti dell’intera Europa? Può il desiderio di vendetta essere superiore a quello dell’amore?
Memento, il nuovo romanzo di Laura Pellegrini.
Si consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole a causa di scene forti.
 Leggi sempre con la testa.









Salve, magnetici. Oggi vi parlo dell’ultimo libro di Laura Pellegrini, “Memento”. 
È una storia forte, carica di emozioni, suspense e adrenalina, dove nulla è lasciato al caso, ma ogni tassello che leggerete servirà per farvi capire la storia contorta e fuori dal normale che i due protagonisti vivono.
Dikran Petrosyan, per tutti Eis, è un sicario. Per lui uccidere è un lavoro e lo fa senza scrupoli, ma sotto una corazza all’apparenza spessa e dura, nascosto dietro la freddezza di quasi tutti i suoi comportamenti, c’è comunque un uomo fatto di carne e sentimenti con un passato difficile anche solo da ricordare.

“Ciò che imparai in quel cunicolo del cazzo fu la vita… Una vita che, mio malgrado, da anni oramai, si era ridotta al solo ritmico battito di cuore alternato al respiro.”

Ma essere normale a Eis non è stato mai concesso, lui non è nato per essere un uomo come qualsiasi altro. Lui è nato per soffrire, per uccidere, per rispettare le leggi di un ambiente rigido e spietato. Un uomo costretto a diventare una lastra di ghiaccio pur di sopravvivere…
È un uomo che non ammette errori, che trascina nel buio e non lascia altro che sangue alle proprie spalle, ma ha anche delle regole alle quali non contravvenire per rispetto di se stesso.

Tu sarai la notte che sorge violenta. Sarai la mano che strangola lenta...



“Tu sarai la notte che sorge violenta. Sarai la mano che strangola lenta…”

E quando Eis uccide lo fa con una tale naturalezza da lasciare spiazzati.

Lungo il percorso di questa storia, Eis si imbatterà in una donna che è la follia fatta persona. Un’assassina spietata, ma con una mente folle, sadica, spaventosa, capace di far tremare chiunque la incontri lungo la propria strada. E anche quando lei mostra le proprie debolezze, anche quando si rende umana, riesce comunque a incutere timore, perché la follia sprigionata dai suoi occhi è qualcosa di inspiegabile.


“Vorrei dirle di non fidarsi di me, che sono un mostro esattamente come lei.”

Il rapporto tra i due è talmente viscerale, da lasciare interdetti. Il loro modo di volersi, di desiderarsi e di prendersi lascia senza fiato perché va oltre un sentimento, un’emozione. È molto più profondo, più radicato in due anime così bisognose di trovare sicurezza e stabilità nel loro caos sporco di sangue e travolge anche il lettore.
Due personaggi che bramano l’amore. Quello che sconvolge e lascia senza respiro, quello che ti fa desiderare magari una vita normale. Ma loro sono consapevoli di non essere normali, e si accettano ancora di più proprio per questo.


“Siamo entrambi perdenti in questa lotta che invece di allontanarci ci avvicina, invece di separarci ci unisce. Pazzi, siamo questo. Siamo folli.”

Entrambi i personaggi restano in luce per tutta la narrazione e via via si prosegue con la lettura, più ti entrano dentro e ti sbaragliano, rendendoti desideroso di leggere sempre di più, di scovare quel momento speciale tra di loro che si nasconde anche dietro una sparatoria o una lotta a mani nude, perché di questo è fatto il loro mondo. Il sangue non fa paura, un proiettile o un coltello neppure, né tantomeno il dolore quanto invece fa paura l’idea di perdersi nello sguardo di un’altra persona che fa vacillare tutte le proprie certezze e ti fa battere il cuore in un modo in cui non hai mai provato.

«A volte sembri pura. Folle, no? Tu uccidi la gente, come io uccido la gente. È una sensazione sbagliata questa.»
«Non del tutto.»
Le sfioro la guancia con un dito, poi infilo la mano tra i suoi capelli. «Siamo anime perse… Perse.»
«Perse sì, ma non sole.»
Deglutisco le sue parole percependo una fitta trapassarmi il petto.


Questo è Memento.
È un amore tra due esseri allo stato puro, quello carnale, essenziale e vitale. Due esseri che si dimostrano esattamente per quello che sono, senza timore di non essere capiti dall’altro e ti trasmettono la certezza che due protagonisti non potrebbero essere più perfetti l’uno per l’altra, nell’intrigato garbuglio che sono le loro vite.

“Ti ferirò, ti strazierò e allora di te cosa rimarrà?”

Seppur io non abbia amato la parte della narrazione in terza persona, ma semplicemente perché non è di mio gusto, quest’ultima storia scritta da Laura mi ha lasciato senza fiato e alla fine mi sono ritrovata ad avere ogni singolo tassello del puzzle chiaro in testa.
Un grande in bocca al lupo a Laura Pellegrini per questo suo nuovo lavoro. Se volete immergervi in una storia fuori dal comune, capace di stringere a ogni pagina un cappio al collo (perché ogni pagina vi terrà in pugno, ve lo assicuro) per poi farvi respirare subito dopo a pieni polmoni, vi consiglio la lettura di Memento.



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