Genere: Romance
Charlotte Cunningham è giovane, testarda e con le idee fin troppo chiare su come rimettere in piedi la proprietà. Restauratrice di talento, Charlotte non si lascia intimidire da Burke né dalle sue resistenze.
Tra battibecchi e scintille, trovare un compromesso sembra impossibile… finché non si lasciano travolgere da un accordo tanto semplice quanto rischioso: una relazione senza impegni, solo per sfogare la tensione.
Ma ci sono cose che non si possono controllare. E tra un muro da abbattere e un tetto da sistemare, anche i cuori iniziano a cedere. Perché certi progetti finiscono per durare più del previsto… soprattutto quando l’amore ci mette lo zampino.
«”Fare cose difficili quando non vuoi, ti renderà la versione migliore di te stesso.»
Ed è un pò questo quello di cui cerca di convincersi Burke Barret, visto che ha dovuto lasciare il football quando non voleva e non come voleva.
Non ci sono più partite, coppe e vittorie da inseguire, ma una casa: una vecchia, semidistrutta e malandata proprietà nel nord Michigan, che gli tocca in eredità dal suo migliore amico.
Ed è da quella casa, con i suoi gradini rotti, le sue piastrelle improbabili, i buchi nell’intonaco e quella restauratrice, strana e assillante, che lui riparte: i migliori piani vanno definiti, ma stavolta i piani andranno modificati.
«Il mio problema era che mi sforzavo di tenere le cose separate in angoli ordinati del cervello, così che non si mescolassero alla cosa gigantesca che occupava quasi tutto lo spazio.»
C’è una nuova responsabilità, dove lui non sa come e cosa fare, dove le difficoltà non si risolvono semplicemente gettando via gli oggetti, e dove Charlotte gli mostra, passo dopo passo, come procedere.
I loro, più che battibecchi, sono veri e proprio punti di vista diversi, legati dal filo invisibile degli amici che hanno lasciato la casa in eredità; un legame che va oltre il semplice valore economico o l’attaccamento ai ricordi, un legame che porterà Burke e Charlotte a vedere le loro differenze, a trovare un nuovo piano, con i loro ritmi e i loro tempi.
C’è tanto in questa storia e nei suoi personaggi, nel tratto narrativo tipico della Sorensen, che non lascia nulla al caso o senza un corollario di coprotagonisti che ci portano con loro nella vicenda.
Per questo capiamo la scelta di lasciare la casa a Burke come quella della piccola Mira a Liam, perché è Burke quello che raccoglie i frammenti, quello capace di confidenze inaspettate e di legami familiari profondi, quello in grado di capire che le sue ferite possono essere perdonate solo da se stesso.
«Era una tempesta perfetta: terrorizzava ed esaltava.»
Una bellissima storia, che ci è piaciuta anche per tutti i risvolti storici che toccano l’edificio, con le particolarità architettoniche e normative degli USA di cui non si parla spesso, e che dà a questo romance un tocco di unicità.
Infine, dobbiamo sicuramente fare un cenno di risalto alla CE, che ha portato una nuova serie di quest’autrice, che solitamente pubblica in self, facendo un ottimo lavoro di traduzione che siamo certi non resterà unico.







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