Nome: Sophie. Età: 25 anni.
In cerca di: un finto fidanzato.
Primo appuntamento perfetto: al matrimonio di mia sorella, per far morire di invidia tutti i parenti.
Chi lo dice che essere single sia un difetto?
Sophie lo sa bene. Eppure, per far contente tutte le persone che ha intorno, finisce per cercare su una chat di appuntamenti il ragazzo perfetto da presentare alle amiche e alla sua famiglia.
L’imminente matrimonio di sua sorella la mette nella condizione di trovare al più presto qualcuno con cui sostituire quel “Sophie +1” con un nome vero, un uomo in carne e ossa.
Inizia così una serie di appuntamenti alla ricerca del candidato ideale per l’evento… ed è così che arriva Harry: più grande di lei, divorziato da poco, decisamente fuori dagli schemi.
Sophie e Harry non potrebbero essere più diversi un po’ come il giorno e la notte ma questo non impedisce ai due di costruire una bellissima amicizia.
C’è però un segreto che Sophie tiene nascosto: cura, in forma anonima, una rubrica dedicata ai suoi appuntamenti disastrosi, in cui racconta tutto ciò che le succede di strano e non durante le sue uscite o relazioni lampo.
Non voglio svelarvi troppo della trama, ma vorrei condividere con voi, cari Magnetici, alcune considerazioni.
Beth Reekles, l’autrice, è anche la “madre” di The Kissing Booth. Chi non ha letto il libro o almeno visto i film? Io, per esempio, ho letto il primo romanzo e poi visto i film: ricordo che la sua scrittura mi era sembrata scorrevole e divertente.
In Faking It, però, ho percepito una scrittura meno fluida e incisiva. Mi spiego: la percentuale di dialoghi è molto bassa, intorno al 10-20%. Questo significa che il romanzo è estremamente descrittivo, anche in passaggi dove un buon dialogo avrebbe fatto vivere davvero le emozioni.
Descrivere le scene invece di farle accadere tramite dialoghi rallenta la lettura e ne spezza il ritmo, rendendo difficile l’immersione nel racconto.
Purtroppo non ho provato una forte empatia con la storia; non sono riuscita a entrare completamente nel mondo dei personaggi, nonostante il potenziale ci fosse tutto.
C’è però un punto a favore: l’evoluzione del personaggio femminile. Sophie cresce, affronta una certa situazione e matura, questo l’ho apprezzato davvero.
La fine, però… no, non ci siamo.
Avrei preferito un epilogo vero e proprio. Mi è mancato quel qualcosa in più, quel quid che rende autentico un romanzo rosa. Questo, invece, mi è sembrato un rosa un po’ sbiadito. Ed è un peccato.
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