lunedì 13 maggio 2024

Recensione a "Fidati di me. Kulti" di Mariana Zapata

 


Genere: Romance
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 23 Aprile 2024
Pagine: 591
Prezzo: eBook 1,99 - cartaceo 12,26

 
 
 
 
 
 A ventisette anni, però, Sal ha accettato che la realtà prendesse il sopravvento sulle improbabili fantasticherie di un tempo, ormai relegate in un passato lontano. O almeno così credeva, perché Reiner Kulti è appena piombato nella sua vita, e questa volta in carne e ossa o, meglio, in scarpini e fischietto: sarà il nuovo allenatore della sua squadra. Sembra un sogno che si realizza. Eh, già, sembra, perché la tensione tra i due non tarda ad arrivare... ed è tanto travolgente quanto proibita.
Giorno dopo giorno, il rapporto tra il mister e la sua giocatrice si trasforma in un estenuante pressing, in cui si alternano rivalità, odio, risate, tregue. Così, tra un battibecco e l’altro, Sal e Reiner vedono nascere tra loro un’amicizia speciale, che si fa via via più appassionata. Entrambi hanno paura di subire un gol, entrambi temono quel che potrebbe succedere se infrangessero le regole... Chi vincerà la partita?
 
 
 
 
 

Avevo sette anni la prima volta che vidi Reiner Kulti in televisione.

Ricordavo il momento preciso in cui era comparso sullo schermo. Era la semifinale dell’Altus Cup, torneo che si svolgeva ogni tre anni e durante il quale tutte le nazionali di calcio del mondo si eliminavano l’un l’altra in una serie di turni di qualificazione. Era l’evento sportivo più seguito sulla faccia della Terra. E perché non avrebbe dovuto? Il calcio, o “gioco del pallone”, o ancora futbol, nei Paesi di lingua spagnola, era lo sport più praticato in tutti i continenti abitati.

 

È necessaria una premessa, Amici Magnetici, così potrete capire la passione con cui parlerò di questo libro. Io adoro Mariana Zapata e ho letto tutto quello che finora è stato pubblicato in italiano. Amo così tanto il suo modo di scrivere che, dopo aver letto Kulti, ho passato un’intera settimana tra riletture e nuove scoperte, avendo all’attivo solo tre dei suoi libri. Mi sono lasciata trascinare dallo stile impagabile, dalle protagoniste forti e determinate, dai personaggi maschili sempre sopra le righe e dal corollario di splendidi comprimari che riesce a creare. Parlare di Kulti senza parlare di tutti gli altri romanzi sarebbe quasi un  torto, anche se aspettavo da tempo la pubblicazione di questo ennesimo sport romance, dove il cuore pulsante è il calcio e la passione che ruota intorno a esso. Salomè Casillas è una ventisettenne che gioca nella WPL per la  squadra delle Houston Pipers e la sua vita è orientata da sempre intorno al magico mondo dove un pallone e un campo verde la fanno da padroni, insieme alla fatica, all’impegno costante, e alla volontà di rendere orgoglioso soprattutto il padre, il suo più grande tifoso. Accanto al calcio, un lavoro come paesaggista con l’amico di sempre Marc, nessuna relazione amorosa e un legame strettissimo con alcune delle sue compagne di squadra. Sal è determinata, razionale e feroce nel perseguire i propri obiettivi, eppure ricorda emozionata il momento preciso in cui la sua vita ha subìto una svolta; era una bambina quando, durante una partita dell’Altus Cup in televisione, ha posato per la prima volta lo sguardo su un diciannovenne tedesco, bellissimo e inarrivabile.

 

Quel ragazzo che non aveva mai giocato in un incontro simile aveva compiuto un’impresa che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui. Fu uno di quei momenti che hanno il potere di sollevare lo spirito di una persona. Certo, non eri stato tu a compiere qualcosa di speciale, ma ti faceva sentire come se fossi stato tu a farlo. Ti dava l’impressione di poter fare anche tu qualunque cosa perché c’era riuscito lui. Ti ricordava che nulla era impossibile.

Qual era stato il momento in cui avevo deciso di seguire questo sogno fatto di erba, due porte e un solo pallone a pentagoni bianchi e neri? Proprio quello. Quel gol aveva cambiato tutto. Era stato quello il momento in cui avevo deciso che volevo essere come quel ragazzo, l’eroe.

 

Dopo dieci anni di amore platonico e letterine indirizzate al suo club ne trascorrono altri dieci in cui, dopo il matrimonio di lui con un’attrice, Sal ha ormai accantonato quel sentimento totalizzante e infantile, ma non quello che lui le ha involontariamente donato: il calcio è la sua vita e nulla, nemmeno l’odioso presidente della squadra Cordero, può mettersi tra lei e i suoi obiettivi. Fino a quando qualcosa non arriva, o meglio qualcuno, a scombinare la tranquillità di un’esistenza serena se non perfetta. Per un assurdo scherzo del destino, proprio Kulti sarà il nuovo vice allenatore della squadra, e Sal avrà il suo bel da fare per comportarsi in  modo normale. Il “tradimento” che ha subìto quando lui si è sposato e soprattutto quando, durante un incontro, ha quasi messo fine alla carriera del fratello Eric, bruciano ancora. Quel quarantenne silenzioso dallo sguardo penetrante e i modi  spigolosi è molto lontano dall’immagine che si era costruita nella mente. Superato lo choc iniziale, e dopo avergli salvato la reputazione perché non si lascia travolgere né dalla stizza né dalla soggezione, il rapporto tra i due a poco a poco cambia, per trasformarsi in un’amicizia particolare e fuori dagli schemi. Quell’uomo che ha riempito gli stadi, che vive di rendita grazie agli sponsor e che ancora oggi è in grado di fare magie col pallone, è la persona più sola che abbia mai avuto modo di conoscere. Nonostante il muro di freddezza che lo avvolge, Sal riesce a scalfire la sua impenetrabilità, usando armi contro cui lui non può niente. La dedizione della ragazza, la sua integrità, i valori che la famiglia le ha trasmesso, le permettono di non abbassare mai lo sguardo, di non apparire debole, nemmeno davanti all’uomo i cui poster ha baciato per anni mentre dichiarava solennemente a chiunque volesse ascoltarla che un giorno si sarebbero sposati. Quella giovane che difende i suoi affetti e la sua passione, diventa l’amica di cui Kulti non sapeva di aver bisogno, la confidente speciale nonostante la differenza d’età e di estrazione sociale. Bellissimi i loro scambi, rapidi come quando si allenano, faticosi come quando la preparatrice atletica e tutto il gruppo vogliono tirare fuori il meglio da corpi ormai portati allo stremo delle forze. Sal e Kulti sono agli opposti di un ring fino a quando non iniziano a giocare nella stessa squadra; tra loro non accade nulla di inappropriato, nulla che possa fomentare le invidie e le malelingue delle altre, eppure è lei che quell’uomo ombroso sceglie come compagna per la propria solitudine, lei con cui viaggia per andare a trovare la sua famiglia, col rischio che il padre svenga dall’emozione, ed è sempre a lei che riserva i suoi rari sorrisi. 

 

Avevo imparato e accettato il mio ruolo nella vita di uno sconosciuto più di dieci anni fa. Ero cresciuta e avevo accettato ciò che sarebbe accaduto e sarebbe potuto accadere, sapendo che non poteva esserci un futuro per me e per un uomo che non era nemmeno al corrente della mia esistenza. E poi, un giorno, quello stesso uomo, per qualche motivo, aveva deciso di entrare nella mia vita, tra tutte le vite che avrebbe potuto scegliere. Lentamente, lentamente, lentamente, eravamo diventati amici. Conoscevo e capivo quel processo. Mi stava bene quel ruolo. Amici. Non era stato affatto facile, ma dopotutto le cose migliori nella vita non erano proprio quelle, le più difficili, frutto di una dura conquista?

 

È bellissimo il modo in cui il loro rapporto si evolve, come entrambi sappiano sempre dove si trovi l’uno o l’altra, come se avessero una visione periferica del cuore che lancia segnali di allarme se sono troppo lontani. Dalla regina dello slow burn non avremmo potuto aspettarci altro, è vero, e nonostante io non sia un’amante del genere, assistere alla nascita e alla lenta evoluzione del loro rapporto mi ha portato a divorare le pagine in poche ore. Il modo in cui si relazionano, si scontrano con accesi diverbi, si rilassano davanti alla tv o collaborano per beneficienza, tutto contribuisce a creare una bolla privata dove gli altri non sono ammessi, per vari e leciti motivi. Non è un caso che Kulti sia geloso quando Sal stringe amicizia col suo amico Franz, altro ex giocatore tedesco, o la vede scherzare con Alejandro, compagno di squadra del fratello Eric; la giovane non comprende, ma se ne fa ben presto una ragione. Lui è il Re e come tale non risponde a nessuno, non deve spiegazioni e soprattutto fa quello che vuole, quando vuole. Se decide di seguirla dalla sua famiglia e condividere la stanza col letto a castello dai suoi, quando potrebbe permettersi i migliori alberghi del mondo, lo fa; se decide di aiutarla a tagliare il prato, anche se non lo ha mai fatto, lo fa e riesce a farlo anche bene. Se vuole regalare le scarpe che sponsorizza, decidere di non scendere in campo per vederla giocare dietro l’ombra di un ricatto della presidenza delle Pipers, lo fa, ingannando colleghi e tifosi, con un cappellino in testa mescolato in tribuna. Eppure Sal non è travolta da quella personalità enorme,  dal suo ego smisurato, e questa è una caratteristica che accomuna le protagoniste femminili della Zapata. Come Luna, Vanessa, Jasmine, Lenny o Aurora, Salomé è forte, determinata, completa in se stessa. Tutte loro, nonostante esperienze spesso traumatiche o negative alle spalle, non hanno bisogno dell’eroe che le salvi, anche se attraverso i compagni complicati e spesso scorbutici che incrociano le loro strade trovano un modo per risplendere ancora di più. Le coppie della Zapata sono fatte di quell’uno più uno che fa due e mezzo, non di due metà che si completano, perché nessuno, mai, è a metà. Prendiamo Sal e Vanessa, ad esempio. Vanessa è la protagonista di “The Wall of Winnipeg and Me”, dove la controparte maschile è un campione di football, Aiden Graves, per cui lei da due anni lavora come assistente tuttofare. Le dinamiche sono diverse, ma simili, con uomini che hanno un’unica passione nella vita, non hanno tempo per altro e tollerano a malapena il genere umano, senza distinzione di sesso. Eppure, per motivi molto diversi, si trovano accanto ragazze che sanno cosa vogliono, decise a perseguire i propri sogni, e quindi finiscono per non voler essere soltanto meri spettatori di quella magnificenza. Se Kulti è burbero e scontroso, Aiden è quasi muto, e conduce come lui un’esistenza al limite del monastico. Lo sport, accentratore di energie, è quella luce in fondo al tunnel intorno alla quale hanno dedicato tutto di sé, portandoli a eccellere e rendendoli degli idoli per le folle. Sia Aiden che Kulti sono segnali oscuri, chiamarli luminosi li farebbe rabbrividire, che giovani donne vedono e comprendono come nessun altro, nelle loro mille sfaccettature e soprattutto nelle motivazioni addietro  a determinate scelte. Quest’autrice ha il merito non scontato di farci amare le protagoniste femminili come poche altre, per il modo in cui sceglie di caratterizzarle, emanciparle e costruirle, un passo alla volta. Per questo gli uomini che mette loro accanto non possono essere meno che straordinari, nonostante i loro silenzi, gli sguardi rabbiosi e gli atteggiamenti quasi bipolari che li contraddistinguono. Eppure sono gli stessi uomini che, quando parlano, lasciano parole come sassi che cadono a peso morto nel vuoto, e che finiscono per formare crateri dove prima c’era un prato tranquillo. Così fa Reiner Kulti, quando Sal non comprende che forse sia davvero possibile qualcosa di più. 

 

«Ci sono cose a cui tengo», ribatté. «Oh, davvero? Tipo quali?» «Vincere». Mi morsi il labbro per trattenermi dal ridere. «Okay». «I miei pesci». I suoi pesci. Gesù Cristo. Kulti sbatté lentamente le palpebre e rimase in silenzio a lungo, anche mentre continuavo a fissarlo con uno sguardo di attesa. Quando finalmente riprese, mi colse alla sprovvista. «Te». Io. Un attimo. Io? Ero piuttosto sicura di essere raggiante di gioia, dentro di me. Le parole mi uscirono praticamente da sole, spontanee e perfette. «Anche per me la tua amicizia significa tutto, sai?».

 

Il romanzo scivola veloce come uno scatto in contropiede tra partite, allenamenti massacranti e spezzoni di vita quotidiana dove, su tutti, il rapporto col padre è un nucleo di calore e di accettazione. Sal non sarebbe ciò che è senza la famiglia che ha alle spalle, la sua prima squadra, quella che difenderebbe da tutto e tutti a costo di ogni sacrificio. Con essa i pochi amici sinceri, un lavoro che ama e una passione bruciante che le scorre nelle vene, oltre che un rompipalle mangia wurstel (cito testuali parole) che non sa accettare un no come risposta e che la mette alla prova sotto ogni punto di vista. Quindi che cosa dirvi di più? Se amate le storie ben scritte, i personaggi in stato di grazia e lo stile lucido, talvolta irrispettoso e vivacissimo di questa autrice, leggetelo. E se non conoscete la sua penna leggetelo comunque, perché vi aprirà un mondo su altre storie tutte da scoprire, dove uomini e donne combattono le loro battaglie non come super eroi, ma come esseri umani consapevoli, forgiati da battaglie più o meno dure, arroccati sulle loro posizioni per difendere la propria stabilità, ma comunque sempre pronti a quell’attimo di disequilibrio che un passo avanti ti costringe a fare. Se amerete Sal e Kulti non potrete non amare tutti gli altri, perché accomunati dal rispetto per la propria essenza, la diversità, il lavoro duro e la perseveranza. La decisione di crescere dopo aver imparato dai propri errori, il perdono necessario, la voglia di mordere i freni che il resto del mondo vuole importi, tutto questo ricorre come un filo rosso che collega i personaggi dei vari volumi, una cornice che vuole abbracciare insegnamenti che dovrebbero essere universali. E in tutto questo c’è il divertimento, l’ironia che traspare dalle pagine e la costruzione perfetta che, e scusatemi se lo sottolineo, sono tutt’altro che scontati.

 

«Posso farlo e lo farò», era il motto a me più caro da sempre. 

 

Queste sono le parole che Sal potrebbe portare incise sulla pelle, oltre che sul cuore, anche se i tatuaggi forse non renderebbero loro abbastanza giustizia. E se lei può farlo, e sa che lo farà, anche tutte noi possiamo, credendoci, sacrificandoci, costruendoci una nuova pelle quando siamo stanche della vecchia, facendo quel salto che tanto più fa paura tanto più è meraviglioso.

L’unica sfida, adesso, è avere il coraggio di farlo accanto a qualcuno che stringa forte la nostra mano e che, nel suo non abbandonarci, ci doni una nuova visione di quel mondo che avremmo abitato benissimo anche da sole.

 

«Questo è ciò che conta. Sei il mio dono, la mia seconda possibilità, e io adorerò te e il tuo sogno. Vi proteggerò entrambi. Aspetto da un po’ e continuerò ad aspettare finché non sarà il momento giusto. Sei la mia pari, la mia partner, la mia compagna di squadra, la mia migliore amica. Ho fatto così tante cose stupide di cui tu mi hai fatto pentire–cose per le quali spero che mi perdonerai e sulle quali spero che potrai transigere–ma questa cosa, aspettare ancora un po’ l’amore della mia vita, posso farla. Sei la persona più sincera, calorosa e affettuosa che conosca. La tua lealtà e amicizia mi stupiscono ogni giorno. Non ho mai desiderato niente di più nella mia vita del tuo amore, e non voglio condividerlo con nessuno. Non ho fatto nulla in vita mia per meritarti, Schnecke, ma non rinuncerò mai a te, e non permetterò che tu rinunci a me».

 
 








 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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