venerdì 23 giugno 2023

Recensione a "Fable" di Adrienne Young

 


Genere: Young Fantasy
Editore: Mondadori
Data d'uscita: 23 Maggio 2023
Pagine: 311
Prezzo: eBook 11,99 - cartaceo 22,90

 
 
 
 

Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante.

Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.

 
 
 
 
 
 
 
 

ESISTEVANO CINQUE REGOLE. SOLO CINQUE.
Tieni sempre il coltello a portata di mano.
Non essere mai in debito con nessuno.
Niente è gratis.
Inventa una bugia partendo sempre da una verità.
Non rivelare mai, per nessun motivo, chi o cosa conta per te.
 
Dal giorno in cui Saint mi aveva abbandonata sull’isola di Jeval, avevo seguito le sue regole per restare in vita. Se non altro, mio padre mi aveva lasciato questo stringato manuale di sopravvivenza quando se n’era andato senza voltarsi indietro neanche una volta.
 
Ci sono libri, amici Magnetici, destinati a rimanere impressi nella vita di chi ama leggere, per vari motivi.
Perché sono ben scritti e scivolano leggeri come una carezza sulla pelle, hanno protagonisti affilati come lame e la storia ti stringe alla gola fino a quando non sgorga la parola fine. Questo libro racchiude in sé tutto questo ed ha il solo difetto di finire troppo presto. Perché i colori e il silenzio del profondo del mare non li puoi lasciare senza che la nostalgia ti afferri feroce e perché una protagonista come Fable è semplicemente indimenticabile. Già la sinossi apre uno spiraglio su una storia che risuona di echi antichi seppur ambientata in un mondo senza tempo: abbandonata dopo il naufragio della Lark sull’isola di Jeval, per quattro anni Fable può contare solo su se stessa per sopravvivere in un ambiente ostile e crudele. Ha straordinarie capacità di adattamento ed è un’esperta apneista, animata da uno spirito combattente che la sfida a perseguire un obiettivo irraggiungibile per le condizioni in cui versa. In un mondo dominato dalla superstizione e dalla crudeltà degli uomini, dove l’unica legge che conta è quella del più forte, il solo modo per non finire uccisa è essere sempre un passo avanti agli altri.

È sradicata da tutto e ne è consapevole: Non appartenevo alla terra, né ai porti, né alle città al di là dello Stretto. Il luogo cui appartenevo non esisteva più. Eppure non è una barca alla deriva perché, anche se non ha più una casa, né una famiglia, ha comunque uno scopo: deve incontrare Saint che, quando l’ha lasciata, le ha promesso che le avrebbe dato quello che le spettava nel momento in cui si fossero incontrati nuovamente. A molte miglia di distanza, dove i raggi di luna lambivano l’orizzonte nero, la Lark giaceva in fondo al mare della Secca delle Tempeste. Poco importava dove fossi andata: non sarei mai tornata a casa. Perché casa mia era una nave colata a picco. 
 
Ma lo scenario cambia all’improvviso quando, in fuga da uno degli abitanti dell’isola che tenta di derubarla e ucciderla, trova quello che spera sarà il suo nuovo posto. La Marigold è una lorcha per scambi commerciali, col cui comandante West da due anni intrattiene uno scambio vantaggioso per entrambi: a lui Fable vende i piropi che riesce a strappare alle profondità del mare, pietre semipreziose, ma molto rare. A lui, in un momento di difficoltà, si rivolge cercando aiuto nonostante il timore di infrangere una delle cinque regole sacre. E se il pagamento di quel viaggio sullo
Stretto fino a Ceros è sia in ramilli che in coraggio, da quel momento i venti cambiano e le vite di tutto l’equipaggio subiranno una svolta inaspettata. Quanto spesso un unico accadimento, come un sasso lanciato in uno stagno, crea infiniti cerchi concentrici che spazzano via tutto quello che conoscevamo prima? Così Fable che, con la forza di una tempesta tropicale, sarà lanciata come un macigno su quelle acque agitate, custodi di innumerevoli morti e gusci dimenticati di splendidi velieri. È lei che, giovanissima seppur donna e figlia di genitori straordinari, trovando in sé la ragione della propria esistenza, riuscirà a prendere parte a un progetto immenso, lontano da quelle scogliere crudeli, ma rassicuranti. Perché il mare aperto non fa sconti, come l’equipaggio con cui dovrà imparare a convivere. Willa, l’unica ragazza sulla nave e nostromo in carica, ha un mondo segreto e un volto sfigurato dalla violenza. Diffidente più degli altri nei confronti della nuova arrivata, la sua personalità emerge nonostante nasconda dolorose insofferenze.
Come lei anche gli altri hanno molteplici ombre, che sia un amore illecito o un passato travagliato negli Argiporti: tutti applicano la regola per cui meno si condivide più è possibile evitare di essere colpiti, regola imperitura e da seguire in modo ferreo. Ci sono Hamish, il contabile di bordo, Paj il gigante di ossidiana e navigatore, e infine Auster il cambusiere, tutti giovanissimi e troppo pochi per comporre l’equipaggio di un mercantile, anche se la Marigold non ha certo la stazza delle navi che di solito solcano lo Stretto. Si amalgano come un’orchestra composta di improbabili strumenti, diversi, ma accomunati dal cameratismo che li lega sotto la guida silenziosa di West; sono illuminanti le parole di Willa quando finalmente inizia ad aprirsi con Fable, e risuonano fredde come acque gelide per spiegare le ragioni di quella scelta.

«Quello che voglio è non morire da sola» rispose lei con una vocina sottile. «Non sono stata io a scegliere questa vita, ma è l’unica che ho.» Le mie mani si bloccarono sulla vela. «Finché resterò con questo equipaggio, non sarò sola. Credo sia un bel posto dove trovarsi quando la morte verrà a bussare.» Non sapevo cosa dire. Era qualcosa di triste e familiare. Molto familiare. Quella ragazza aveva espresso ad alta voce l’unico tacito desiderio in cui avessi mai osato sperare. Gli aveva dato carne e ossa. Lo aveva reso una cosina fragile, delicata, qualcosa di troppo facile da schiacciare in quel genere di vita.
 
La Marigold è una nave che sa di destino e poco importa che niente sia come appare e che le sue vele siano impigliate in una trama di bugie e ricatti. Dov’è quell’orizzonte infinito dove riposare gli occhi? Il mare è un grembo che accoglie, quando il respiro si accomoda in ogni anfratto tra le costole e permette di nuotare come un pesce in profondità che ha il sapore della rivincita. Perché quello che manca alla terraferma è l’inossidabile certezza che, nonostante possa essere crudele, non lo sarà mai quanto gli uomini e, soprattutto, dirà sempre la verità. Quello che il mare e il viaggio pretendono, infatti, lo restituiscono con gli interessi. In questo scenario realistico ogni personaggio si muove come elemento di un ingranaggio perfettamente oliato: tutti conoscono il proprio posto e le specificità di ognuno creano una squadra collaudata che sa di famiglia. Ma la vita sulla nave è solo una parte di ciò in cui sono coinvolti: vecchi rancori, lo strapotere delle Gilde commerciali, la necessità di agire nell’ombra per evitare che tesori gelosamente custoditi vengano alla luce, tutti questi elementi si intrecciano col fetore dei porti e la calca delle banchine dove pietre e ramilli governano il mondo dei mercanti. E se le vie oscure di Dern nascondono segreti che è meglio lasciare sepolti, saranno le strade di Ceros e un paio di occhi color ghiaccio il punto di svolta dell’intera narrazione. Perché c’è un filo che lega tutti i protagonisti e soprattutto si svela davanti a Fable, che non ha mai conosciuto nulla di diverso dall’istinto di sopravvivenza da quando la Lark è affondata. C’è l’amore che travolge e che non è passione e struggente desiderio, quanto consapevolezza di poter respirare all’unisono in un mondo capovolto, all’ombra di una nave in superficie, mentre il silenzio si spande intorno e i corpi sono leggeri come piume. È il sentire feroce che la accomuna con colei che le ha donato la vita, quell’essere straordinario da cui ha ereditato capacità rarissime oltre che un profondo senso di connessione con chi l’ha segnata come una cicatrice indelebile sul braccio.
Potrei scrivere per ore di questo libro, ma è alto il rischio di dire troppo, togliendovi il gusto di una lettura bellissima e superbamente tradotta. Ci tengo molto a sottolineare questo aspetto, perché il lavoro di traduzione è stato di certo complesso e spesso tendiamo a dimenticare la rilevanza di chi ci permette di apprezzare nella nostra lingua una storia che è pura poesia.
È doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito affinché questo libro vedesse la luce in Italia, con la speranza che abbia la risonanza che merita. Sia chiaro, non ci troviamo davanti al classico romance dove predominano i sentimenti e dunque le interazioni romantiche tra i protagonisti. Questo è innanzitutto un libro di avventura, che non ha nulla da invidiare ai classici del passato, e soprattutto è una finestra spalancata sul grembo di quello spaventoso organismo vivente che è il mare. Intorno ad esso si muovono personaggi che hanno il sapore dell’indimenticabile, perché bruciano di passione e consapevolezza del loro destino come pochi: Fable e West su tutti, ma non è possibile prescindere da Saint e da Isolde, artefici del passato come divinità spietate e amorevoli. La connessione col legame di nascita è forte come una vela impazzita o un’ancora che cade e si impiglia al fondale in modo impietoso. Come piccoli balani attaccati strenuamente alle carene non vorrete mai abbandonare queste pagine, soprattutto col finale inatteso e drammatico che incombe, e potrete solo sperare insieme a me che il seguito non si faccia attendere a lungo. Solo così potrete dirigere nuovamente la chiglia su quella distesa feroce e immensa che ci chiama come una sirena, lasciandoci al tempo stesso smarriti e soli come orfani di un amore perduto per sempre.

Il pensiero mi rese felice, ma al tempo stesso triste: l’idea che a questo mondo si potesse trovare un amore come quello che avevano condiviso Saint e Isolde. Anche se eri costretto a nasconderlo per proteggere la persona amata. Quando ero sola a Jeval, spesso avevo pensato che l’amore non fosse altro che una leggenda. E che mia madre fosse stata in grado di tramutarlo in carne e ossa perché non era come noialtri. Lei era un mito. Una creatura ultraterrena. Isolde sembrava legata al mare come nessun altro, quasi appartenesse al mondo sotto la superficie invece che a quello di sopra, con noi. 
 
Un autore molto conosciuto, poeta di lama e dolcezza, in uno dei romanzi più belli mai scritti ha inciso parole che mi hanno abbracciato durante tutta la lettura di Fable. Penserete che sia strano, ma ve le regalo lo stesso: Questo mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile. E davvero salvato è solo colui che non è mai stato in pericolo.
E se a Baricco riconosco il merito assoluto di aver portato l’uomo e la donna in quel ventre per donare vita e morte, e poi ancora vita, ad Adrienne Young plaudo per aver scritto un’opera che si svela come un piccolo gioiello, un’ossidiana di inestimabile valore. Forse tutti i libri che parlano del mare sono intrisi di sale e finiscono per appiccicarsi alla pelle in modo indelebile, ma voi non abbiate paura e leggetelo, tuffatevi, sfiorate il fondale con la pancia e trattenete il respiro il più a lungo possibile. Avete la fortuna di averlo proprio lì, sulla carta, per poterci tornare ogni volta in cui avete bisogno di un abbraccio che sa di paura, coraggio, ritorno a casa.
 


 

 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 
 

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