martedì 2 maggio 2023

Recensione a "La bellezza degli dei" di Katee Robert

 


Genere: Miti/Romance
Serie: Dark Olympus #3
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 4 Aprile 2023
Pagine: 340
Prezzo: eBook 5,99 - cartaceo 9,40

 
 
 
 

 
Nell’Olimpo, o hai il potere di comandare o devi sottometterti a chi è più forte di te. Achille Kallis è nato senza niente, ma ha giurato a sé stesso di farsi strada all’interno della cerchia più potente della città. L’occasione gli si presenta quando Zeus, fratello della principessa Elena, indice un torneo per trovare il nuovo Ares a cui lei andrà in sposa. Achille si candida insieme a Patroclo, deciso a restare al fianco dell’amato il più a lungo possibile. Ma Elena ha altri piani: contro ogni aspettativa, si iscrive al torneo insieme agli altri pretendenti, per vincere lei stessa la propria mano e regnare da sola. La concorrenza è agguerrita: tra gli outsider dell’Olimpo – il Minotauro, Teseo e la guerriera Atalanta – c’è anche Paride, il suo ex violento. Ma, forse, i più pericolosi potrebbero rivelarsi gli uomini da cui non può fare a meno di essere attratta: Achille e Patroclo.
 
 
 
 
 
 
 

Meno di una settimana fa è morto Ares.
Dei Tredici, soltanto Ares è un titolo aperto a tutti, proprio a tutti. Il passato, le conoscenze o la condizione economica non contano nulla. Non devi nemmeno essere cittadino dell’Olimpo.
Se divento Ares, non sarò più la figlia di uno Zeus, la sorella di un altro, una principessa viziata senza alcun valore a parte un bel faccino e i legami familiari. Diventando Ares, sarò libera.
 
Ed eccoci arrivati, cari Magnetici, al terzo volume, oltre le novelle, di questa serie di retelling davvero particolari. Stavolta la protagonista è Elena, figlia del defunto Zeus e sorella di quel Perseo entrato in carica come primo dell’Olimpo. Elena è bellissima, viziata e perfettamente inserita in una società governata dai Tredici, potenti e lontani dalle umane tribolazioni, determinati a stringere alleanze e acquistare favori allo scopo di rafforzare le proprie posizioni. Eppure lusso e ambizione nascondono oscure trame, e alla morte di Ares è indetta una competizione per ricoprirne il ruolo. All’insaputa della propria famiglia, Elena si è preparata duramente per iscriversi al concorso che, sotto l’egida di Atena e Bellerofonte, porterà campioni da ogni luogo a sfidarsi per ottenere uno dei troni. Nessuno conosce le sue intenzioni fino a quando una mossa politica del fratello la pone davanti ad un bivio: Perseo la offre in sposa al vincitore, stringendo così nuovamente le sbarre di quella gabbia dorata in cui fino ad allora è cresciuta. Ma gli eventi si sono ormai messi in moto ed Elena scalpita, spinta soprattutto dall’aspirazione ad ottenere l’agognata libertà: decide quindi di partecipare al torneo di prove fisiche e tattiche, destinata ad essere al tempo stesso trofeo e combattente.
Tra i temibili avversari, non ultimo per importanza, c’è anche quel Paride con cui lei ha avuto una relazione, che ha contribuito a spezzarla mettendo in crisi la sua identità di donna e di divina. È uno tra coloro che le hanno condizionato la vita, ma il primo che lo ha fatto è terribile e indimenticabile.

«Non lo dico per farmi compatire. È solo uno dei molti peccati di mio padre. Era un mostro e mi ha cresciuta lui, il che mi rende almeno in parte mostruosa».
«Quindi sì, sono una principessa viziata, ma non solo. Sono sopravvissuta a mio padre. Sopravvivrò a qualsiasi cosa complottino mio fratello e mia sorella. Forse un tempo mi sarei adeguata ai loro piani, per quieto vivere, ma non sono più quella persona. Merito di essere più di un trofeo».
 
La presentazione di Elena come campione sconvolge i piani politici della famiglia, ma saranno soprattutto gli incontri che farà durante il torneo a creare una frattura tra le vecchie certezze e la necessità di affermarsi. Non cede mai, nemmeno di fronte all’evidenza che i suoi avversari, per la maggior parte uomini e guerrieri, siano più forti di lei. Ma qualcosa spinge per entrare, ed è la consapevolezza che, come in una battaglia, non possa farcela da sola. Se diventare Ares è il mezzo per liberarsi dal giogo di Perseo, saranno il cuore e la mente a mettersi davvero in discussione quando il suo cammino incrocia quello di Achille e Patroclo, con cui condivide gli appartamenti al campo. L’incontro fortuito con Patroclo davanti al tempio in cui offre la sua candidatura l’ha già riportata col ricordo all’infanzia che hanno condiviso. Davanti a lei adesso c’è però un uomo, un avversario. Tanto il giovane è riflessivo e concentrato su un approccio logico alla sfida, quanto il suo compagno è istintivo e passionale. La loro storia dura da molti anni e insieme lavorano per Atena: il desiderio di Achille di scalare la gerarchia e diventare uno dei Tredici fin da subito entra in contrasto con ciò che inizia a provare per quella giovane bellissima e distante. Forse c’è qualcosa di più dietro quegli occhi tristi, ma come è possibile mettere da parte un’ambizione così grande?
Molti sono gli avvenimenti che coinvolgono i tre, che troveranno sempre più un affiatamento, sia dal punto di vista sentimentale che come squadra. Le alleanze sono concesse, ma alla fine solo uno vincerà il titolo e tutti gli altri dovranno ritirarsi. Complice il desiderio, scopriranno che il legame che li unisce è forte e va oltre gli interessi personali. Il triplice punto di vista ci aiuta a comprendere i dubbi e i tormenti, soprattutto di Patroclo, da sempre consapevole che l’uomo che ama sia destinato a compiere imprese memorabili. Lo sostiene pur sapendo che, in caso di vittoria, la loro storia potrebbe finire, oltre che essere lui stesso scalzato dal proprio ruolo da quella moglie trofeo offerta al vincitore. Ma come può odiare Elena se quando la guarda vede tutte le fragilità che la scuotono? Come può dimenticare che sono stati bambini insieme?

Ciò che sento con Elena non è lo stesso, ma ci si avvicina. Non l’ho capito davvero finché non ci siamo ritrovati tutti e tre insieme: si incastra tra noi come nessun altro fino a ora. Come se aggiungerla alla nostra coppia possa renderla migliore, qualcosa che non credevo possibile prima del torneo.
 
Nonostante questa storia appaia condannata fin dall’inizio e rischi di minare anche quella di lungo corso tra i due uomini, il modo in cui tutti si relazionano è al tempo stesso passionale e delicato. Ognuno di loro cerca di andare “oltre” e vedere quello che è celato dietro gli stereotipi che ormai li hanno cristallizzati in un ruolo. Elena è forte e fragile, soprattutto in quanto donna abusata.

Patroclo mi tratta come se avessi un reale valore. Achille dà per scontata la mia forza. 
Entrambi mi considerano una loro pari.

Achille, con la sua tracotanza e la sua forza, non la fa mai sentire sminuita mentre Paride la comprende perché la osserva, da sempre.

Amo Achille (da quando eravamo adolescenti), eppure c’è qualcosa in Elena che mi colpisce in un punto dove la logica non arriva. È come una regina del vecchio mondo che potrebbe spingere nazioni intere a entrare in guerra in suo nome. Adesso è pericolosa.
 
Ed è proprio in queste differenze che risiede la forza della loro unione, che non esclude, ma include, portandoli a comprendere aspetti del loro carattere e delle loro scelte come mai prima. Il retaggio familiare, ancora una volta, è fondamentale: Achille è orfano, Patroclo è stato allevato da due madri che per salvaguardare la famiglia si sono allontanate dalla cerchia ristretta del potere, mentre Elena, all’apparenza regina delle pagine di gossip, è cresciuta consapevole di essere sola. Nonostante le figure di Ermes e Dioniso, è incompleta. Attraverso la scelta di combattere per un titolo prettamente maschile, in una società che vede comunque prevalere gli uomini, vuole diventare protagonista della propria vita. Fa questo non rinnegando né la propria femminilità né la propria sessualità e trovando, attraverso i due compagni, una forza tutta nuova. Vuole proteggerli, così come loro fanno con lei, nonostante siano consapevoli di essere avversari. Durante l’ultima prova è toccante la scelta che compie: laddove il Minotauro rappresenta la forza bruta e Paride l’inganno mascherato da astuzia, la consapevolezza della disperazione legata alla perdita prevale e il legame si rinsalda.
Nel complesso è stata una lettura molto piacevole, così come con i precedenti libri della serie.
Ritroviamo i personaggi che abbiamo già conosciuto e mi spiace solo che poco risalto sia stato dato a quella che per me è la coppia per eccellenza, composta da Ade e Persefone.
Rilevanti e belle sono le interazioni con Eros e Callisto, interessante la caratterizzazione di Atena e Zeus. È una riscrittura che vale la pena leggere: le divinità si evolvono ed è possibile assumerne il ruolo. È un ruolo che, pur essendo lontano dalla limitata comprensione dei mortali, è altrettanto lontano dalla perfetta immobilità che ha sempre contraddistinto gli Dei, adesso umanizzati in un modo totalmente nuovo e originale.

 


 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 

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